100 anni di Elettroencefalografia: un secolo di scoperte nel funzionamento del cervello

Articolo del 17 Febbraio 2025

Quest’anno si celebra il centenario dell’elettroencefalografia (EEG), una tecnica che ha rivoluzionato la comprensione del funzionamento cerebrale e ha aperto la strada a numerosi progressi in neurologia e neuroscienze. Dal 1924, anno in cui Hans Berger registrò per la prima volta l’attività elettrica del cervello umano, l’EEG ha rappresentato un pilastro fondamentale per la diagnosi e lo studio delle patologie neurologiche.

Le origini dell’EEG

Hans Berger, neurologo tedesco, fu il primo a misurare e registrare le onde cerebrali, dimostrando che il cervello produce segnali elettrici rilevabili. Questo esperimento pionieristico aprì la strada a una nuova era nella ricerca sul cervello e portò alla scoperta delle onde alfa e beta, che ancora oggi vengono studiate per comprendere diversi stati mentali e patologici.

Evoluzione tecnologica e applicazioni cliniche

Negli anni, la tecnologia EEG è notevolmente avanzata, passando da dispositivi ingombranti con elettrodi manualmente applicati a sistemi digitali ad alta risoluzione. Oggi, l’EEG viene utilizzato in molteplici ambiti, tra cui:

  • Diagnosi delle epilessie: l’EEG è lo strumento principale per identificare le anomalie dell’attività elettrica cerebrale nei pazienti affetti da epilessia.
  • Disturbi del sonno: l’analisi dell’attività cerebrale durante il sonno aiuta nella diagnosi di disturbi come l’insonnia e la narcolessia.
  • Ricerca sulle funzioni cognitive: l’EEG viene impiegato per studiare processi cognitivi come la memoria, l’attenzione e l’apprendimento.
  • Neuromarketing e interfacce cervello-computer: applicazioni moderne vedono l’EEG utilizzato per studiare le risposte emozionali ai messaggi pubblicitari e per sviluppare tecnologie che permettono di controllare dispositivi con il pensiero.

Le sfide e il futuro dell’EEG

Nonostante i grandi progressi, l’EEG presenta ancora alcune limitazioni, come la bassa risoluzione spaziale rispetto ad altre tecniche di imaging cerebrale. Tuttavia, le innovazioni in corso, tra cui l’integrazione con altre tecnologie come la risonanza magnetica funzionale (fMRI) e l’intelligenza artificiale, stanno migliorando notevolmente le capacità diagnostiche e di ricerca dell’EEG.

Conclusioni

Dopo 100 anni, l’elettroencefalografia continua a essere uno strumento indispensabile per lo studio del cervello umano. La sua versatilità e la sua capacità di fornire informazioni preziose in tempo reale la rendono una tecnologia insostituibile sia in ambito clinico che nella ricerca. Il futuro dell’EEG promette sviluppi sempre più sofisticati, consolidando il suo ruolo centrale nelle neuroscienze per molti anni a venire.

Per approfondimenti: LASTAMPA

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