Cos’è l’agricoltura biodinamica e perché non va confusa con l’agricoltura biologica

Articolo del 01 Giugno 2021

L’agricoltura biodinamica torna a far palare di sé, da vari punti vista, a livello scientifico, mediatico e culturale, con toni molto accesi. Un disegno di legge (ddl 988, qui il testo originario) recentemente approvato dal Senato (ma che potrà ancora essere cambiato dalla Camera) sull’agricoltura biologica, infatti, include un comma che equipara il metodo di agricoltura biodinamica a quello dell’agricoltura biologica. L’uso – come vedremo improprio, sia sul piano concettuale che giuridico – di questo termine, ha generato una forte confusione, scientifica e politica. E ha portato a pensare che la biodinamica sia stata letteralmente messa sullo stesso piano dell’agricoltura biologica, con una parità anche legislativa che di fatto non c’è e non ci sarà, anche se il ddl passerà. Ma la sua interpretazione potrebbe generare parecchia confusione.

È vero che in molti casi l’agricoltura biodinamica è anche biologica, cioè che il presupposto di numerosi prodotti biodinamici è che alla base siano anche biologici, ma spesso, soprattutto in tempi più recenti, questo prerequisito è venuto a mancare. La confusione del ddl 988 non fa che alimentare uno scontro tra fazioni che non giova a nessuno. L’attacco degli scienziati e di alcuni rappresentanti politici, come la senatrice Elena Cattaneo, nasce dal fatto che la biodinamica include un insieme di pratiche considerate pseudoscientifiche, legate a filosofia, antroposofia, astrologia. Un esempio classico spesso citato è quello dell’uso del cornoletame (o preparato 500, ma ci sono molti preparati basati su metodi e credenze simili). Si tratta di letame inserito in un corno di vacca che ha partorito almeno una volta, tenuto sottoterra, poi estratto e dinamizzato con acqua: tutte operazioni adottate – a detta degli agricoltori biodinamici – per migliorare la resa produttiva del terreno. Insomma, accanto a procedure classiche ci sono numerose pratiche non scientifiche. Ecco cosa dice l’attuale disegno di legge, l’equivoco che ne è scaturito, e cosa sappiamo realmente dell’agricoltura biodinamica.

Il nodo centrale: è solo biodinamico o anche biologico?

In alcuni casi i prodotti biodinamici sono molto diversi da quelli biologici. “I principi che regolano l’agricoltura biologica e quella biodinamica hanno basi differenti”, spiega a Wired Stefano di Marco, ricercatore presso l’Istituto per la BioEconomia del Consiglio nazionale delle ricerche (Cnr). “L’agricoltura biologica è disciplinata da regole approvate e aggiornate dall’Unione europea, mentre quella esclusivamente biodinamica, che non sia anche biologica, non è soggetta alle stesse norme”.

Bisogna precisare, però, che in altri casi il biodinamico è anche biologico. “Il principale ente che riconosce e attesta quali sono i prodotti biodinamici è la multinazionale tedesca Demeter, che esiste da 100 anni ed è preesistente anche all’industria del biologico”, racconta a Wired Michele Antonio Fino, docente di Fondamenti di diritto europeo, food law ed ecologia all’università di Scienze gastronomiche di Pollenzo. “Demeter detiene il marchio privato commerciale del biodinamico, che non è una certificazione ufficiale regolamentata a livello europeo come quella del biologico, ma un marchio. Nonostante ciò, per concedere questo marchio la multinazionale tedesca richiede come presupposto che i prodotti siano in primo luogo biologici e successivamente biodinamici”Dunque sembrerebbe tutto uguale e che la biodinamica includa in sé anche i criteri dell’agricoltura biologica.  “Il problema nasce in anni più recenti – commenta Fino – dato che oggi oltre a Demeter sono nate altre realtà, aziende private, che riconoscono e danno il marchio di biodinamico anche a prodotti che non sono in primo luogo biologici. In altre parole viene a mancare il presupposto citato prima”. Questo è il nodo centrale alla base della differenza fra prodotti biologici e biodinamici, terreno sul quale si sviluppa anche la confusione legislativa. L’equivoco del disegno di legge nasce secondo l’esperto dall’uso del termine equiparazione – fra biodinamico e biologico – in un periodo in cui cominciano a fiorire queste realtà industriali meno rigide di Demeter.

La confusione sull’equiparazione

La proposta di legge non lascia dubbi, secondo Fino, dato che riguarda, come già indicato nel titolo, il metodo e l’agricoltura biologica e non quella biodinamica. I problemi sorgono quando in un comma, il comma 3 dell’articolo 1 del ddl, si cita però quest’ultima. Nel testo emendato (cioè modificato – il testo emendato si trova qui a pagina 92) e oggi approvato dal Senato, si legge questo:

“Ai fini della presente legge, i metodi di produzione basati su preparati e specifici disciplinari applicati nel rispetto delle disposizioni dei regolamenti dell’Unione europea e delle norme nazionali in materia di agricoltura biologica sono equiparati al metodo di agricoltura biologica. Sono a tal fine equiparati il metodo dell’agricoltura biodinamica ed i metodi che, avendone fatta richiesta secondo le procedure fissate dal Ministro delle politiche agricole alimentari e forestali con apposito decreto, prevedano il rispetto delle disposizioni di cui al primo periodo”.

Ciò che proprio non è corretto, secondo Michele Fino, né dal punto di vista concettuale, né legislativo, è la scelta della parola “equiparazione” e la precisazione del tutto superflua – e che ancora si può eliminare, nel prossimo passaggio del ddl alla Camera – relativa alla biodinamica. “In prima battuta sembrerebbe”, specifica Fino, “che l’Italia voglia mettere sullo stesso piano, scavalcando peraltro il regolamento europeo che non lo consente, un metodo di produzione agricola, quello biologico, riconosciuto da circa 30 anni e regolato secondo rigide norme dell’Ue, e un metodo, quello del biodinamico, che non è altrettanto regolamentato”. Ma non è così, né dal punto di vista logico, né giuridico; inoltre non si possono scavalcare le norme Ue. “Le leggi, sia europee sia nazionali, non hanno mai equiparato biologico e biodinamico”, chiarisce Fino, “e finora indicano semplicemente che i prodotti biodinamici che siano anche biologici possono essere trattati come quelli biologici (il famoso presupposto). In pratica si afferma che se oltre a rispettare tutti i requisiti del biologico, l’agricoltore vuole applicare e aggiungere pratiche basate su credenze antroposofiche e sull’astrologia, non c’è nessun problema o ostacolo nel farlo”.

Meglio cambiare il ddl per evitare equivoci

A tal proposito, secondo l’esperto, sarebbe opportuno cambiare il testo del ddl, perché la dicitura può generare confusione ed eventualmente aprire a eventuali mal interpretazioni della legge, che potrebbero a loro volta avere anche una ricaduta pratica. Per questo numerosi scienziati hanno fatto sentire la loro voce chiedendo di togliere questo riferimento e la senatrice Cattaneo teme “una totale equivalenza”, come ha affermato nel discorso al Senato, e paventa “che una quota di fondi pubblici venga dedicata specificamente alla ricerca scientifica, alla formazione nel settore biologico e, quindi, all’equiparato biodinamico”Basterebbe togliere la parte sulla biodinamica. “Non è necessario”, aggiunge Fino, “citare espressamente nel nuovo ddl prodotti biodinamici che siano anche biologici, dato che la legge già vi si applica. E citarli in questo modo può generare equivoci”.

Un rischio collaterale, poi, prosegue l’esperto di diritto ed ecologia, è che lo scontro e l’attacco al biodinamico porti con sé anche un successivo attacco al biologico. Al contrario, spiega, non bisognerebbe confondere le pratiche esoteriche e basate sull’attenzione all’astrologia, incluse nella biodinamica, con l’agricoltura biologica e anche con gli altri metodi della biodinamica – che spesso è anche biologica. “Spesso chi si oppone aspramente e critica con toni duri l’agricoltura biodinamica – sottolinea l’esperto – per il suo contenuto esoterico e la carenza del metodo scientifico di alcune pratiche cela anche una sfiducia di fondo verso l’agricoltura biologica”.

Cos’è l’agricoltura biologica

Come spiegato dall’Ue l’agricoltura biologica è un tipo di agricoltura che presta particolare attenzione a ridurre l’impatto ambientale, basandosi sulla produzione di alimenti e sostanze in maniera naturale e con i seguenti obiettivi: usare l’energia e le risorse naturali in modo responsabile, mantenere la biodiversità, conservare gli equilibri ecologici regionali, migliorare la fertilità del suolo, mantenere la qualità delle acque. L’Unione europea ha stabilito una serie di norme e regolamenti che disciplinano la produzione, la distribuzione e la commercializzazione dei prodotti biologici nell’Unione stessa. Esistono regolamenti specifici relativi a determinati prodotti.

“Il metodo biologico si è sviluppato, a livello normativo, all’inizio degli anni ’90”, spiega Fino, “ma le basi per il suo sviluppo sono state poste negli anni ’20 del secolo scorso. A quell’epoca, circa 100 anni fa, si è generata per la prima volta una spinta verso un’agricoltura basata in maniera minore sullo sfruttamento del terreno e sull’ottenimento del massimo profitto, e maggiormente concentrata al rispetto dell’equilibrio e del benessere ecologico complessivo, alla biodiversità e al mantenimento della fertilità del suolo”. In passato in questo cambiamento di vedute e di paradigma, prosegue l’esperto, la biodinamica ha giocato un ruolo centrale. “Il marchio dell’agricoltura biodinamica di Demeter ha circa 80 anni in più di quello della denominazione biologica e biodinamico e biologico hanno una radice, che affonda nel passato, comune”, aggiunge Fino. “Non è un caso che nell’istituzione e nei regolamenti fondanti l’agricoltura biologica, nei preamboli si trovano i punti chiave anche della biodinamica – a eccezione delle pratiche esoteriche, legate alle influenze astrali non misurabili con il metodo sperimentale”.

L’agricoltura biodinamica

Oltre ai metodi più tradizionali dell’agricoltura, la biodinamica raccoglie e si fonda su un insieme di procedure e operazioni ispirate all’antroposofia, all’astrologia, che mischiano valori filosofici con credenze sulle influenze astrali, con elementi dell’omeopatia e con principi esoterici. L’agricoltura biodinamica lega dunque la fertilità del terreno e la produzione agricola a credenze, sulla base delle teorie del teosofo ed esoterista Rudolf Steiner. Steiner spiega chiaramente in cosa consiste l’agricoltura biodinamica in un insieme di lezioni nel Corso di agricoltura. Da un lato è vero che l’agricoltura tutta – anche quella classica e quella biologica – è impregnata di miti, riti propiziatori credenze (più o meno religiose e antroposofiche): prova ne questo racconto dei culti agrari e rituali di fertilità. Dall’altro lato, però, è necessario chiarire che le pratiche aggiuntive non scientifiche dell’agricoltura biodinamica non possono essere studiate con la lente della scienza.

Biodinamica e biologica: le differenze scientifiche

Le differenze non sono soltanto legislative, ma anche pratiche. “L’agricoltura biologica si basa su canoni facilmente misurabili con un approccio scientifico”, chiarisce Di Marco, “con criteri ben definiti sull’uso di determinati mezzi tecnici, l’adozione di certe pratiche colturali, la valutazione dei limiti nell’uso di certe sostanze, tutti elementi che possono essere documentati tramite osservazioni sperimentali. Per esempio si può stimare il livello di inquinamento del suolo rilevando la presenza di sostanze utilizzate in agricoltura biologica, quali il rame, possibile inquinante del suolo come metallo pesante. Oppure si può studiare la qualità dei prodotti attraverso la misura della concentrazione di polifenoli, vitamine e acidi grassi spesso presenti in misura maggiore nei prodotti biologici”. Mentre, chiarisce il ricercatore, non si può studiare e fare ricerca su qualcosa di non misurabile e riproducibile, e applicare il metodo scientifico ad alcune pratiche biodinamiche non è possibile.

 

Fonte: Galileo