“L’Italia è tra i Paesi con il maggior indice di obesità infantile. Ciò significa che tra qualche anno ci troveremo con un aumento considerevole di giovani e adulti con patologie legate a diete scorrette e inattività. L’obiettivo dei prossimi anni, per ridurre la spesa sanitaria, ma soprattutto l’impatto delle patologie deve essere un miglioramento degli stili di vita attraverso una capillare e diffusa attività di informazione ed educazione attraverso le scuole”.
Da una maggiore attenzione su corretta alimentazione e attività fisica e sportiva potrebbe derivare un risparmio di oltre 1,5 miliardi per la spesa sanitaria e potrebbero essere evitate oltre 11.600 morti. E’ quanto emerso oggi a Roma durante il convegno su “Attività fisica e corretta nutrizione: la chiave per il risparmio della spesa sanitaria”, che si è tenuto al CNEL.
“La pandemia ha riportato al centro dell’attenzione il binomio benessere-spesa sanitaria mostrando gli effetti negativi di una alimentazione scorretta associata alla mancata attività fisica e sportiva. Una indagine IPSOS commissionata dal Dipartimento per lo Sport ha restituito dati davvero allarmanti. Ringrazio il CNEL per aver scelto un tema che però troppo tempo è stato marginale rispetto al dibattito pubblico – ha affermato la Sottosegretaria allo sport, Valentina Vezzali – Dal binomio attività fisica-corretta alimentazione si ottiene anche un cospicuo risparmio in termini di costi sanitari. Ma lo sport fa bene alla società e, come ho spesso ripetuto, se tutti nascessimo e crescessimo facendo sport questa Italia sarebbe davvero meno litigiosa e più ligia nel rispetto delle regole. In tal senso, un ruolo primario è quello della scuola dove è ormai imprescindibile prevedere a partire dalla scuola primaria l’insegnante di scienze motorie. È questa la sfida che ci attende come Governo e come Paese. Mi auguro che cresca nel nostro Paese la consapevolezza che i giovani sono il nostro futuro e che investire su sport e educazione, corretti stili di vita e benessere fisico non venga più considerato un costo, ma un modo per assicurare a tutti un futuro più sano”, ha aggiunto.
All’incontro, introdotto dal presidente CNEL Tiziano Treu, sono intervenuti il consigliere CNEL Francesco Riva; il Capo dipartimento Ordinamenti Ministero Istruzione, Stefano Versari; il Direttore Generale, Direzione generale per l’igiene e la sicurezza degli alimenti e la nutrizione Ministero della Salute, Massimo Casciello; il professore ordinario di Patologia Clinica in Unam Sapientiam – System Biology Group e presidente World Association of Societies of Pathology and Laboratory Medicine, Roberto Verna.
“Una corretta alimentazione legata all’attività sportiva favorirebbe la diminuzione di diverse patologie, anche gravi, come le cardiopatie e il cancro alla mammella, che sono tra le cause di morte principali, ma avrebbe effetti positivi anche sulla spesa sanitaria, cresciuta notevolmente in questi ultimi anni e arrivata quasi a 120 miliardi. Come CNEL abbiamo iniziato a studiare gli effetti di nutrizione e benessere sul sistema sanitario e stiamo elaborando delle proposte da avanzare a Governo e Parlamento”, ha detto il consigliere Riva.
“L’Italia è tra i Paesi con il maggior indice di obesità infantile. Ciò significa che tra qualche anno ci troveremo con un aumento considerevole di giovani e adulti con patologie legate a diete scorrette e inattività. L’obiettivo dei prossimi anni, per ridurre la spesa sanitaria, ma soprattutto l’impatto delle patologie deve essere un miglioramento degli stili di vita attraverso una capillare e diffusa attività di informazione ed educazione attraverso le scuole”, ha sottolineato il professor Verna.
Fonte: QuotidianoSanità.it