Il borgo sostenibile: per un’economia a misura d’uomo
Articolo del 09 Agosto 2021
Dalla Sicilia alla Lombardia, il Covid ha accelerato un processo che era già in atto e che sta portando diversi borghi italiani a ripensare alla propria economia in chiave sostenibile, per attrarre turismo, investimenti e smartworker, offrendo nuovi servizi e il ritorno a ritmi più umani.
I borghi si prendono la propria rivincita nei confronti delle grandi città e mettono in crisi l’assioma che, dall’inizio di quel processo chiamato Rivoluzione industriale, ha visto negli ultimi due secoli e mezzo uno svuotamento continuo di borghi, piccole comunità e zone di campagna in favore dei grandi centri urbani.
Se negli anni passati andare a vivere in città significava cedere a uno stile di vita più confortevole, più semplice e per molti versi meno faticoso, la nuova modernità che stiamo vivendo ha cambiato tutto. Una rinata sensibilità per i temi ambientali e per la produzione del proprio cibo, uniti a un atteggiamento più critico riguardo al nostro stile di vita e alle moderne tecnologie, che hanno ridotto distanze incolmabili, sono gli ingredienti che stanno permettendo questa nuova rivoluzione nella mobilità e nella scelta di dove e come vivere la propria vita.
Comunità montane, ecovillaggi, fattorie autosufficienti, vita nei boschi sono solo alcuni esempi di questo nuovo modo di intendere la vita, dove il cambiamento è individuale solo in partenza, perché la sostenibilità è vissuta in modo collettivo.
E una parte importante di questo cambiamento sta avvenendo in decine di borghi, che il nostro paese può vantare, da Nord a Sud, con caratteristiche geografiche e umane completamente differenti, ma accomunate da una cosa: la volontà di ripopolare zone che sembravano dimenticate in nome di un nuovo umanesimo, che guarda al locale, all’ambiente e a un futuro concepito a misura d’uomo. Ed è un atteggiamento che piano piano sta «contagiando» diverse realtà, come se le buone pratiche, al pari delle buone azioni e della gentilezza in generale, fossero in grado di mettere in moto un meccanismo virtuoso che porta a imitare questi esempi positivi.
Un puzzle di realtà virtuose
Un ottimo punto di partenza per raccontare questo cambiamento è Ferla, piccolo comune in provincia di Siracusa, che nel giro di pochi anni ha messo in fila una serie di premi in diversi ambiti, che hanno portato il comune a risalire le classifiche annuali sulla qualità della vita.
L’acronimo che ha guidato lo sviluppo della comunità negli ultimi anni è stato B.E.L.L.O., che sta per Bacino, Ecologico, Laboratorio, Lento, Operativo; si tratta di uno dei tanti progetti messi in moto da questo piccolo e vulcanico comune, che è una sorta di laboratorio a cielo aperto in grado di mettere in pratica iniziative concrete, che incidono sulla qualità della vita della comunità. Ad esempio, le Case del compost permettono ai cittadini di conferire i propri rifiuti organici, per poi utilizzare in condivisione il compost che si ottiene per fertilizzare i propri terreni o quelli didattici. Un’idea che ha dato la possibilità di ridurre innanzitutto l’imposta sui rifiuti del 30%, ma soprattutto ha creato un flusso di ecoturismo da non sottovalutare, composto da curiosi, istituzioni e scolaresche interessate a vedere come si sviluppa questa idea.
Il primo passo verso la svolta è partito proprio da una nuova concezione dei rifiuti, con l’adesione alla strategia internazionale «Rifiuti Zero» fin dal 2013.
Altro progetto è la Casa dell’acqua, che consiste in un impianto di depurazione per la fornitura di acqua potabile, o quello che ha portato decine e decine di pannelli solari sugli edifici istituzionali e scolastici, soddisfacendo circa il 40% del fabbisogno delle strutture pubbliche e garantendo alle casse comunali un notevole risparmio. Poi c’è l’Ecostazione, dove i cittadini possono conferire plastica, vetro, alluminio, pile, farmaci, piccoli Raee, oli esausti, indumenti usati e soprattutto la frazione umida. Un moderno sistema registra le relative utenze, in questo modo i cittadini raccolgono dei punti che, in misura percentuale, si tradurranno in sconti immediati nella bolletta, oltre che nella partecipazione a una vera e propria gara con premi.
Ultimo passo, nel 2020, l’idea di un progetto di ripopolamento, con incentivi per chi vorrà andare a vivere a Ferla.
A più di mille chilometri di distanza, in provincia di Pavia, troviamo Montesegale, che appartiene alla comunità montana dell’Oltrepò Pavese, ed è costituito da numerosi piccoli centri distribuiti sul fondovalle e sui due versanti della Valle Ardivestra.
Montesegale è una Comunità Ospitale, i suoi operatori e l’amministrazione hanno condiviso una Carta dell’ospitalità, che fissa i principi etici del turismo responsabile da rispettare sia per chi ospita, sia per chi viene ospitato, con l’obiettivo di garantire una qualità diffusa dell’esperienza legata alla vacanza. È stato il primo borgo italiano a ottenere la certificazione internazionale «Borgo autentico certificato» che garantisce la qualità delle scelte politiche amministrative attuate per il territorio.
Il futuro a tinte verdi
Spostandoci nelle Marche, e più precisamente nel cratere della terra scossa da terremoto, c’è Ripe San Ginesio, paesino di 800 abitanti rinato anche grazie a Borgofuturo, il festival della sostenibilità a misura di borgo con progetti che spaziano dal coworking all’orto solidale, dalle attività economiche in chiave creativa al turismo sostenibile, che è stato lanciato nel 2012. E negli anni il successo dell’iniziativa non ha fatto altro che far crescere la vocazione ambientale del borgo: raccolta differenziata al 75%, un impianto fotovoltaico che produce più della metà del fabbisogno di energia elettrica delle utenze comunali, una scuola comunale ad alta efficienza energetica, solare termico che produce acqua calda per la palestra e per l’asilo nido, e poi il suggestivo anfiteatro all’aperto recuperato in modo sostenibile da una ex cava. Inoltre, durante la manifestazione di Borgofuturo vengono serviti cibi a km 0, utilizzate solo stoviglie biodegradabili, attivato un servizio di carpooling, con spettacoli a basso impatto ambientale e giochi per bambini realizzati con materiale di riciclo e di recupero.
Nel 2019, durante l’ultima edizione del festival, il borgo era diventato anche cashless grazie all’iniziativa di un’azienda che aveva donato i Pos mobili nei negozi e presso i food truck, per facilitare i pagamenti e limitare le emissioni di CO2.
Fonte: TerraNuova.it