Diventa realtà il sequenziamento genetico profondo: un approccio olistico, sia preventivo sia terapeutico.
Sappiamo che le interazioni tra cibo, microbi e noi umani derivano da un lungo processo di co-evoluzione che ha prodotto una relazione indissolubile e indispensabile per la sopravvivenza di entrambi. Eppure, le moderne tecnologie ci permettono di avere una visione ancora migliore del nostro tratto intestinale, abitato da un complesso ecosistema microbico che gioca un ruolo chiave nella nutrizione e nella salute.
Oggi siamo in grado di operare un sequenziamento genetico profondo che ci permette di caratterizzare il metagenoma intestinale umano (cioè i genomi combinati di tutti i microbi dominanti): il nostro microbiota contiene in media oltre 300 diverse specie di batteri insieme a molti altri microbi ed è essenzialmente caratteristico di ogni individuo, anche se le sue funzioni rimangono invariate di persona in persona. Inoltre, la composizione del microbiota rimane stabile nel tempo, ad eccezione che in presenza di variazioni della dieta o trattamenti medici, mentre la varietà delle diverse specie batteriche presenti nel microbiota varia enormemente tra individui diversi. Uno stile di vita sregolato e pessime abitudini alimentari, sempre più frequenti oggigiorno, sono associati a una ridotta varietà microbica, con ripercussioni negative sulla salute delle persone.
Come discusso in un recente webinar organizzato da Bromatech e intitolato “Microbiota and gut-brain connection: a new frontier in neurogastroenterology” (Il microbiota e la connessione intestino-cervello: una nuova frontiera nella neurogastroenterologia), recenti esplorazioni scientifiche hanno ampliato significativamente la nostra capacità di identificare caratteristiche specifiche del microbiota associate a malattie e di individuare batteri correlati a condizioni patologiche specifiche e che quindi possano essere utilizzati come potenziali biomarcatori microbici sia sul piano diagnostico che prognostico.
Siamo riusciti a standardizzare l’intera gamma di tecniche e strumenti analitici necessari per la caratterizzazione molecolare del microbiota: ciò significa che i professionisti medici saranno presto in grado di prescrivere la valutazione del microbioma e di integrare questo parametro nella propria pratica decisionale quotidiana. La disbiosi – un’alterazione della composizione del microbiota descritta nelle maggiori patologie croniche dell società moderne – è infatti un’alterazione della simbiosi ospite-microbi, che combina disbiosi, infiammazione, permeabilità degli intestini e stress ossidativo. Di qui, considerare gli esseri umani come una simbiosi intima, collegando il microbiota e il sistema immunitario ospite, avrà marcate implicazioni in termini di monitoraggio e di misure preventive o terapeutiche: piuttosto che trattare solo i sintomi, i trattamenti innovativi richiederanno un approccio olistico che miri a restaurare una simbiosi funzionale. In tale contesto, i correnti sviluppi degli approcci di microbioterapia con l’utilizzo di nuovi probiotici (Prodotti Bioterapeutici Vivi) e il Trapianto Fecale di Microbiota (FMT) forniranno nuove alternative per la conservazione di una sana simbiosi ospite-microbi.
Il microbiota intestinale dovrebbe essere considerato come un vero organo, dotato di caratteristiche ecologiche e funzionali con rilevanza per la progettazione razionale di strategie di modulazione innovative per la salute.
Fonte: La Stampa