Microplastiche, livelli 10 volte più alti nelle feci dei neonati
Articolo del 24 Settembre 2021
Un piccolo studio della New York University School of Medicine ha esaminato alcuni campioni di feci di neonati e adulti alla ricerca di due comuni tipi di microplastiche, il polietilene tereftalato (Pet) e il policarbonato (Pc). Mentre i livelli di Pc erano simili in adulti e neonati, quelli di Pet sono risultati in media almeno 10 volte più alti nelle feci dei bambini. Si tratta di dati molto preliminari, che dovranno essere confermati da studi su più ampia scala.
Microplastiche, ne sappiamo ancora poco
Malgrado se ne parli spesso, non ci sono ancora molte informazioni su quanto siamo realmente esposti alle microplastiche e sugli eventuali effetti sulla salute umana. Se fino a poco tempo fa infatti si pensava che questi minuscoli frammenti – provenienti dal deterioramento di oggetti come bottiglie, involucri, superfici ma anche da prodotti per l’igiene e dal lavaggio dei vestiti in fibra sintetica -, ormai onnipresenti, passassero nel tratto gastrointestinale senza interferenze, alcuni studi recenti ne hanno rilevato la presenza, oltre che nelle feci, anche nel flusso sanguigno. Forse, suggeriscono queste ricerche, i pezzi più piccoli riescono a infiltrarsi nelle mucose e a raggiungere il sangue. Gli effetti che possono avere sulla salute umana non sono stati dimostrati per il momento, ma nei test su cellule e su animali da laboratorio l’esposizione alle microplastiche sembra causare infiammazione e disturbi metabolici.
Microplastiche nelle feci
Per questo studio pilota, pubblicato su Environmental Science & Technology Letters, i ricercatori hanno utilizzato la spettrometria di massa per determinare le concentrazioni di microplastiche di Pet e Pc in sei campioni di feci di neonati e in 10 di adulti. Tutti i campioni contenevano microplastiche: mediamente i livelli di Pc erano simili, mentre nelle feci dei bambini le concentrazioni di Pet erano più di 10 volte superiori a quelle trovate negli adulti (36.000 ng/g vs 2600 ng/g).
La ricerca è davvero preliminare e occorreranno ulteriori studi per verificare questi primi risultati. Se verranno confermati, gli autori ipotizzano che i bambini possano essere più esposti a fonti di microplastiche, facendo un più ampio uso di bottiglie, bicchieri e giocattoli.
Fonte: Galileo