Ho mangiato il sushi e mi sento gonfia”. Oppure: “Ho mangiato la pasta e un frutto e mi sento un pallone”. E ancora: “Ho mangiato delle carote condite con l’aceto e ho la pancia tesa e dolorante”. Se anche a voi capita spesso di trovarvi in queste situazioni o, più in generale, soffrite di disturbi digestivi, allora questo è il libro che fa per voi. “La digestione magica” (Libreria Pienogiorno), il bestseller della biochimica alimentare francese Kahina Oussedik, è un vero e proprio manuale per risolvere i problemi di digestione che spesso ci attanagliano dopo i pasti, non necessariamente abbondanti. Non solo: seguendo queste semplici ma essenziali indicazioni, i benefici saranno immediati anche per la nostra salute (linea compresa). In particolare, la dottoressa Oussedik spiega come alla base di una buona digestione ci sia la corretta combinazione dei cibi che mettiamo nel nostro piatto. Insomma, la digestione inizia a tavola, prima ancora che nella bocca.

La prima cosa da fare è abbandonare l’associazione acidi/amidi (ovvero aceto o limone con pasta o pane o riso, ad esempio): “Se associate la pasta (amido) a un frutto crudo (acido) in uno stesso pasto, il vostro apparato digerente farà i salti mortali per ridurre e trasformare questi alimenti nello stomaco. Il che richiede molta energia, provoca stanchezza, rallenta il metabolismo e aumenta quindi il rischio di stoccaggio. Può succedere che alcune persone tollerino questa associazione per anni. Poi, un bel giorno, non funziona più: cominciano a soffrire di gonfiore al ventre, avvertono dolori durante la digestione e si mettono ad accumulare grasso senza sapere perché”, spiega la biochimica alimentare.

Perché queste incompatibilità? “La masticazione di un amido provoca la secrezione dell’enzima chiamato ptialina – prosegue -. Questa molecola avvolge l’amido, lo riveste completamente. La ptialina comincia a separare le lunghe catene di zuccheri che compongono l’amido, tappa essenziale che consente di dare inizio alla digestione dentro la bocca prima di proseguire nello stomaco. Se mangiate un frutto dopo un pasto in cui c’erano riso, pasta, patate o fette di pane, provocate l’arresto della secrezione di questo enzima. L’interruzione del processo di rivestimento dell’alimento da parte della ptialina avrà delle conseguenze a livello dello stomaco. È una questione di chimica! Basta una sola goccia di acido e la secrezione della ptialina è annullata: il vostro pasto non darà all’organismo i nutrienti contenuti nei cibi che avete consumato. E tutto finirà immagazzinato sotto forma di grassi. Attenzione: ciò significa che la minima acidità (una goccia di limone, un po’ di aceto, un frutto nell’insalata) bloccherà la digestione del pezzo di pane che la accompagna”.

“Il nostro apparato digerente è uno strumento straordinario” dice ancora la biochimica alimentare Kahina Oussedik. “Funziona come una vera e propria fabbrica in cui reazioni chimiche complesse trasformano gli alimenti nei nutrienti necessari alla produzione di energia, alla creazione o alla riparazione di nuovi tessuti… Ma la verità è che lo conosciamo poco e male. Eppure è da una buona digestione che dipende gran parte del nostro benessere. Appena il meccanismo si inceppa, è la nostra salute, sia fisica che mentale, a risentirne. Oggi infatti si suppone che i problemi digestivi siano all’origine dell’80 per cento delle malattie manifeste”. Non solo fastidi, quindi, ma anche il rischio di conseguenze più serie: “È un fatto: i problemi digestivi riguardano una larga parte della popolazione, e praticamente tutti abbiamo o avremo prima o poi, nel corso della vita, delle complicazioni digestive. Per questo scoprire i segreti del nostro apparato digerente, come funziona in ogni età della vita e come ottimizzarlo grazie alle combinazioni alimentari, conviene a tutti. Non è solo un modo per stare meglio oggi, significa anche prevenire molte malattie”.

Il nostro apparato digerente, continua la dottoressa Oussedik, “contrariamente a un luogo comune largamente diffuso, si è evoluto ben poco dai tempi del Cro-Magnon. Semplicemente, la nostra alimentazione sempre più raffinata non può essere digerita da un apparato digerente che, per così dire, non è cambiato dalla notte dei tempi. Questa incompatibilità è la fonte di tutte le intolleranze alimentari, di certe allergie, delle sensibilità e delle infiammazioni digestive così diffuse ai giorni nostri. Gli alimenti che abbiamo creato, e che io chiamo ibridi o ‘alieni’ alimentari, il nostro corpo non sa né digerirli né assimilarli. Li accumula come accumuliamo le nostre scorie radioattive, non sapendo come trattarle. Le conseguenze alla lunga sono inevitabili: aumento di peso, rischio di obesità e di malattie metaboliche: diabete, colesterolo, ipertensione, sovrappeso…”. In questo senso, imparare a conoscere la biochimica e la chimica digestiva permette invece di capire come gli alimenti interagiscono nel nostro stomaco: “Ho voluto scrivere un libro il più possibile semplice e divulgativo”, conclude la dottoressa Oussedik, “perché sono convita che le combinazioni alimentari siano un ‘segreto’ da condividere e divulgare il più possibile, a ogni livello. Imparare ad associare al meglio gli alimenti, oppure a dissociarli, è fondamentale. Le combinazioni alimentari rappresentano una soluzione immediata e semplice per facilitare la digestione e mantenerci in buona salute. E, ciliegina sulla torta, sono pure in grado di farci perdere i chili superflui”.

In Italia sono 24 milioni le persone che soffrono di disturbi digestivi, un problema sempre più diffuso, che due anni di pandemia hanno contribuito ancor di più a incrementare. Ansia, isolamento sociale, poco movimento: lo stress da lockdown e lo stile di vita adottato forzatamente in questi estenuanti mesi hanno fiaccato non solo il nostro umore, ma anche quello che ormai medici e scienziati definiscono comunemente il nostro “secondo cervello”, l’intestino, con conseguente boom nel consumo di farmaci gastrointestinali (rapporto OsMed). Quattro italiani su dieci, le donne più ancora degli uomini, si ritrovano così alle prese con bruciore di stomaco, reflusso gastroesofageo, gonfiore, sindrome del colon irritabile, e con tutti gli effetti collaterali che un malfunzionamento del sistema digerente comporta, dall’insonnia alla stipsi, alla difficoltà di perdere peso nonostante le diete. E alle porte c’è pure l’autunno, che, con il calo delle temperature e il cambiamento di abitudini, rappresenta comunemente il picco dei disagi.

 

Fonte: Il Fatto Quotidiano

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