Prima i giudici del Tar del Lazio condannano i Ministeri dell’Ambiente e dell’Istruzione a promuovere entro sei mesi una campagna d’informazione (anche sui giovani) per denunciare i rischi dell’uso di telefoni cellulari. E adesso il Tribunale di Firenze dispone l’immediato spegnimento del WiFi per proteggere la salute di un minore: le aule dei tribunali sfornano pareri precauzionali in piena corsa al 5G, l’insidioso wireless di quinta generazione privo di studi preliminari sugli effetti su ecosistema e salute umana, per il quale l’avvocato Stefano Bertone al Corriere della Sera (edizione Torino) ha ventilato l’ipotesi di un ricorso d’urgenza ex art. 700 codice civile per “bloccare tutto in presenza di un periculum in mora”.
La notizia di cui voglio parlarvi è la disposizione appena emessa dal giudice di secondo collegio della seconda sezione civile del Tribunale di Firenze Susanna Zanda che, occupandosi di malasanità, già in passato era salita alle cronache per un maxi risarcimento (complessivi 700mila euro) disposto in favore di un’anziana 85enne a cui nel 2011 l’Ospedale fiorentino San Pietro Igneo di Fucecchio aveva amputato una gamba per errore: “Si dispone inaudita altera parte – si legge nell’ordinanza notificata alla Dirigente scolastica – che l’Istituto Comprensivo Botticelli rimuova immediatamente gli impianti WiFi presenti nell’istituto”.
Il dispositivo d’urgenza, come sottolinea l’avvocato Agata Tandoi, difensore della famiglia di “Mario” (nome di fantasia del minore), non è una sentenza ma un atto preliminare frutto della presunzione dell’esistenza di sufficienti barriere ambientali per il piccolo alunno: il giudice, infatti, ha disposto lo smantellamento di router e hotspot ben prima del verdetto finale e senza aver ancora instaurato il contraddittorio tra le parti convinto che il trascorrere del tempo possa cagionare un grave danno al diritto costituzionale per la tutela della salute del bambino, immerso nel brodo elettromagnetico della scuola. Tradotto: a marzo è stata fissata l’udienza per discutere se lo spegnimento del Wi-Fi sarà temporaneo o definitivo.
Il ragionamento prudenziale del giudice Zanda, inedito ma straordinariamente innovativo in materia d’elettrosmog, muove dalla constatazione del fatto che la scuola vicina all’Arno sia attualmente irradiata dalle onde non ionizzanti, campi elettromagnetici emessi dal Wi-Fi, pericolosi per la salute umana “visti gli approdi della comunità scientifica sull’esposizione prodotte dai dispositivi senza fili”, tanto più rischiosi per Mario, affetto da una grave patologia per la quale i medici di strutture sanitarie – come documentazione prodotta in tribunale dai genitori – hanno già comprovato “la sensibilità a campi elettromagnetici”. Ma non è tutto.
Fonte: Il Fatto Quotidiano