Periodi di stress, malattie debilitanti, terapie mediche e farmacologiche particolari, stati di debolezza psicofisica: sono queste le cause di una delle malattie che colpisce 150 mila italiani l’anno, tanto che è stato lanciato un nuovo vaccino per contrastarla. Si tratta dell’Herpes Zoster, più comunemente noto con in nome di Fuoco di Sant’Antonio.
“Il cosiddetto fuoco di Sant’Antonio è una patologia causata dall’espressione cutanea dell’Herpes Varicella Zoster Virus, un virus della famiglia degli Herpes. La varicella rappresenta la patologia caratteristica della fase acuta di infezione primaria del virus, mentre il fuoco di Sant’Antonio è la riattivazione del virus dalla sua fase latente”, spiega il prof. Leonardo Celleno, Dermatologo e Presidente di AIDECO (Associazione Italiana Dermatologia e Cosmetologia).
Il fuoco di Sant’Antonio può insorgere a qualsiasi età, anche se coinvolge per lo più adulti e anziani. In particolare, sono a rischio i pazienti con difese immunitarie basse, ad esempio coloro che soffrono di malattie del sistema immunitario o che si sono sottoposte a cure contro il cancro, come la chemioterapia.
Sintomi
“I sintomi sono molteplici. Primi tra tutti solitamente sono bruciore, rossore o prurito localizzato nella regione cutanea in cui appariranno poi le vere e proprie lesioni. La zona in cui il fuoco di Sant’Antonio si manifesta più frequentemente è su un solo lato del tronco all’altezza della vita, ma il disturbo può presentarsi frequentemente anche su un lato del viso, intorno all’occhio e sulla fronte – specifica il prof. Celleno – Rossore bruciore, dolore si irradiano infatti lungo il decorso di un nervo periferico, che ad esempio, partendo dal dorso segue il nervo lungo il costato per terminare nella metà del torace e non interessandone l’altra parte. L’eritema vescicolo-sieroso, simile a quello della varicella, compare nell’arco di una settimana ed il dolore relativo può cambiare da lieve a intenso e durare per un periodo di tempo variabile da settimane a mesi”.
Come calmare il dolore?
“Nei casi più semplici è sufficiente fare ricorso ad anti-infiammatori non steroidei o ad anti-dolorifici specifici di comune prescrizione medica. Nei casi più complessi, che magari interessano regioni quali volto o occhio o che perdurano a lungo nel tempo, è necessario fare ricorso a specialisti nella terapia del dolore che potranno utilizzare farmaci di prescrizione riservata o infiltrazioni e trattamenti medici particolari. Il trattamento risiede nella pronta somministrazione di farmaci a base di molecole ad azione antivirale come l’Aciclovir, il Famciclovir o Valaciclovir. In alcuni casi è utile ricorrere, per la prevenzione di questa malattia che può determinare anche gravi effetti soprattutto nella popolazione più anziana, alla vaccinazione specifica preventiva” spiega il presidente AIDECO.
Fonte: In Salute News