Dolore cervicale: come curarlo con l’alimentazione

Articolo del 07 Gennaio 2022

Moltissime persone soffrono di dolore al tratto cervicale della colonna vertebrale. Il problema è così diffuso che per comodità molti definiscono questo dolore con il termine “la cervicale”. In realtà il dolore cervicale si presenta in diverse forme, intensità e spesso associato ad altri sintomi come il mal di testa, il formicolio alle braccia e addirittura a nausea e disturbi della vista, dell’udito e dell’equilibrio. 

Dietro il termine generico di “Cervicale” si nascondono quindi molte differenti realtà che vanno valutate attentamente dal medico o dal professionista sanitario prima di iniziare un trattamento. 

Ma quali sono le cose importanti da sapere, e cosa possiamo fare, fin da subito, per modificare il nostro comportamento in modo da ridurre quel fastidioso dolore al collo? 

Per capirlo dobbiamo comprendere come funziona il tratto vertebrale cervicale e quali relazioni intrattiene con le altre parti del corpo e con gli altri sistemi vitali.

 

Funzionamento del tratto vertebrale cervicale

Le strutture anatomiche in relazione col tratto vertebrale cervicale

Il collo è anatomicamente costituito da 7 vertebre cervicali, tuttavia quando analizziamo il movimento cervicale vediamo che il funzionamento del tratto cervicale non è dovuto soltanto alle 7 vertebre cervicali, ma è condizionato da molte altre strutture corporee limitrofe.

Parliamo di tutte le vertebre dorsali, della mobilità della gabbia toracica (soprattutto dalle prime 5 costole), dei muscoli delle spalle e della scapola e da tutto il primo tratto del sistema digerente, dalla bocca fino allo stomaco e al duodeno. 

 

Il movimento armonico delle strutture alla base del benessere cervicale

Queste strutture si muovono insieme in maniera armonica e coordinata in un equilibrio di tensioni che ci permettono di masticare, deglutire, girare il capo nella direzione che più ci aggrada e respirare con la massima espansione della gabbia toracica. Il movimento reciproco delle strutture e degli organi è fondamentale per il benessere dell’organismo in toto.

Questa meravigliosa danza del corpo è controllata e governata dal sistema nervoso, da quella parte del cervello che si occupa di gestire il sistema posturale. Il sistema governa il movimento di ogni singola vertebra, di ogni singolo muscolo e anche della parte viscerale e ha, come unico obiettivo, quello di mantenere in vita il corpo nel miglior stato di salute possibile, in assenza di dolore e con il minimo dispendio energetico. 

Ma se il corpo e il cervello sono organizzati e coordinati in modo così efficace e preciso, come mai insorgono patologie a questo livello? Come mai soffriamo di dolore al collo, che si può presentare come semplice tensione alle spalle o come un dolore trafittivo tra le scapole? Come passiamo da una semplice rigidità nei movimenti fino ad arrivare a sintomatologie molto più complesse con cefalea o emicrania, acufeni, disturbi della vista e disturbi dell’equilibrio, oltre a nausea, deficit di attenzione e alterazioni della forza e della sensibilità agli arti superiori fino alle mani? 

Perché soffriamo di dolore al collo, o dolore cervicale? 

Non ci riferiamo al dolore cervicale causato da traumatismi come cadute accidentali, colpi di frusta o da traumi lavorativi o sportivi. In questo caso c’è una specifica causa diretta con un meccanismo lesionale di causa-effetto molto chiaro sul quale è possibile eseguire delle valutazioni e terapie specifiche.

Prendiamo invece in considerazione in questo caso quei dolori cervicali che insorgono senza apparenti cause traumatiche, magari in seguito a molte ore passate davanti ad un pc o al telefono. Analizziamo quei dolori che compaiono per un movimento banale o che semplicemente insorgono con gradualità senza una causa evidente.

In questo caso parliamo di cause funzionali, quindi di una situazione in cui il tratto cervicale della colonna vertebrale funziona male non in seguito a un trauma che ha lesionato uno o più tessuti, ma in seguito ad un preciso ordine del sistema tonico posturale.  

Il tratto cervicale inizia a funzionare male e a dare segnali di dolore come precisa risposta del cervello a una richiesta di adattamento. 

Ma da dove arriva questa richiesta, questo segnale in grado di perturbare il sistema posturale? 

Molto spesso arriva proprio dal primo tratto del sistema digerente, dallo stomaco e dal duodeno, che sono intimamente connessi proprio al funzionamento del tratto cervicale. Vediamo ora meglio questo delicato e complesso meccanismo.

 

Dolore cervicale e disturbi della digestione

Lo stomaco ed il tratto duodenale presentano molteplici correlazioni e connessioni con le vertebre dorsali (o toraciche), soprattutto D4, D5, e D6. Inoltre, quando la parete gastrica è irritata genera dolore nel momento in cui viene compressa e mobilizzata.

Nel momento in cui lo stomaco o il duodeno si infiammano condizionano con la loro infiammazione anche le strutture a cui sono connessi, in questo caso le vertebre toraciche o dorsali, determinandone una riduzione di movimento e di conseguenza influenzando anche il tratto cervicale.

Inoltre in caso di gastrite il diaframma, principale muscolo della respirazione, riduce la propria mobilità proprio per non agire in compressione sullo stomaco e sul duodeno. Se il diaframma riduce la propria mobilità si riduce automaticamente la capacità di espansione della parte inferiore della gabbia toracica, riducendo a loro volta i volumi di scambio tra aria pura ossigenata e aria carica di anidride carbonica da smaltire.

 

La “respirazione accessoria” come risposta al blocco del diaframma e della gabbia toracica

Per supplire alla riduzione di questa capacità di espansione toracica il cervello attiva dei muscoli che garantiscono una forma di “respirazione accessoria” normalmente attivata solo nei casi di intensa attività fisica che richieda elevati consumi di ossigeno da parte dell’organismo.

In questo caso, invece, la respirazione accessoria si attiva per supplire al deficit di mobilità diaframmatica e riportare gli scambi di aria ossigenata a livelli normali. I muscoli coinvolti sono i pettorali, soprattutto il piccolo pettorale che si occupa di ampliare il movimento della terza, quarta e quinta costola, gli scaleni che sollevano le prime due costole, e i trapezi, i romboidi e gli angolari della scapola che fissano la scapola per far lavorare al meglio il piccolo pettorale.

Tuttavia questi muscoli sono fatti per lavorare per tempi limitati, e quando rimangono attivi per lungo tempo si esauriscono, andando incontro a contratture da difesa e perdita di elasticità, oltre che a piccole lesioni che esitano poi in veri e propri stati infiammatori.

Le conseguenze a lungo termine dell’attivazione cronica della muscolatura respiratoria accessoria

Spesso piccoli pettorali troppo tesi creano una compressione del plesso brachiale generando parestesie agli arti superiori.

Gli scaleni in sovraccarico causano la rigidità delle vertebre cervicali e contribuiscono alla riduzione del flusso ematico al sistema nervoso centrale, causando problemi di attenzione, fino a forme di disturbo dell’orecchio interno, con acufeni deficit di equilibrio.

Infine, i trapezi troppo tesi creano dolore lungo le proprie linee interzonali, sia sulla scapola che sulla linea nucale a livello del cranio, andando in alcuni casi a irritare il nervo di Arnold che origina emicrania irradiata anche fino alla zona oculare.

Ecco spiegati gran parte di tanti sintomi associati alla cervicale, che sono in ultima analisi generati da problematiche del primo tratto del sistema gastroenterico.  

 

Dolore cervicale e alimentazione

Per migliorare il dolore cervicale non traumatico può essere molto utile rivedere il proprio modello alimentare. Sarà quindi consigliato di evitare tutti i cibi che per loro natura possono aumentare gastrite e reflusso esofageo quindi no a caffè, the verde, alcool, coca cola, bibite gassate, e tutti gli alimenti irritanti.

Evitiamo anche quei comportamenti dannosi come il fumo di sigaretta, il mangiare in fretta senza portare attenzione al cibo, l’alimentazione fatta in prevalenza di junk food o fake food ed evitiamo di mangiare e metterci a dormire sul divano insaccati e con lo stomaco pieno. 

Sì invece a cibi facilmente digeribili, poco conditi o poco elaborati, sì a tisane calde a base di erbe che possano anche favorire la digestione, sì a integratori a base di curcuma e boswelia che riducono gli stati infiammatori delle mucose gastriche e intestinali.

Molto utile è anche l’assunzione di succo di Aloe vera e di tutti gli integratori che posso ridurre l’irritazione del tratto gastroenterico e favorire il processo digestivo. In caso di forti e conclamati problemi digestivi sarà invece necessario ricorrere anche ad appositi farmaci, ovviamente sotto controllo e prescrizione del medico. 

Oltre ad una corretta alimentazione, un immediato beneficio può essere trovato dall’allungamento dei muscoli pettorali e dei trapezi, oltre ad un semplice automassaggio utilizzando pomate a base di arnica e artiglio del diavolo (piante estremamente utili nel trattamento delle problematiche muscolari e articolari). 

 

Conclusione: qual è il ruolo dell’alimentazione nel dolore cervicale

I consigli che abbiamo suggerito sono utili per tutti coloro che abbiano dei fastidi cervicali cronici non dovuti ad un trauma e che si riconoscano in alcune cattive abitudini da eliminare.

Molti infatti non immaginano che il dolore cervicale e i problemi di alimentazione siano in relazione!

Fate il tentativo di seguire i consigli qui sopra per un po’ di tempo e poi fateci sapere se avete trovato un discreto beneficio, potreste sorprendervi!

Non dimenticate, tuttavia, che se il dolore è intenso oppure di nuova insorgenza è sempre opportuno rivolgersi ad un professionista della salute per valutare la propria personale situazione e agire con gli strumenti più efficaci! 

 

Fonte: Med4Care

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