Il nuovo vaccino della Novavax non contiene tracce di DNA e si presenta come il più tradizionale tra i vaccini ammessi in Europa. Forse disponibile da febbraio.

Abbiamo già parlato del nuovo vaccino della Novavax denominato Nuvaxovid, ultimo arrivato, ma primo nella sua tecnologia a subunità proteica che si è dimostrato efficace al 90% dopo due somministrazioni nel prevenire Covid-19.

Riprendiamo l’argomento per due ragioni, la prima è che è stato finalmente approvato dalle autorità Europee e Italiane, la seconda perché è partita su internet una campagna aggressiva contro questo vaccino da parte di no-scienza con i paraocchi che non hanno alcuna cognizione scientifica e diffondono notizie false e documentazioni contraffatte.

Si tratta di un quinto vaccino contro il coronavirus che dovrebbe essere presto disponibile nell’UE: come ha annunciato ad Amsterdam l’Agenzia per i medicinali dell’UE, l’EMA la cui approvazione della Commissione Ue è puramente formale.

Come riportato dall’agenzia di stampa tedesca, la competente commissione ha emesso l’approvazione dopo una riunione straordinaria. Gli esperti avevano già valutato studi sugli effetti e sui rischi nella procedura di test a lungo termine. L’EMA ha affermato che dopo una valutazione dettagliata, il comitato responsabile è giunto alla conclusione che “i criteri dell’UE per l’efficacia, la sicurezza e la qualità sono soddisfatti”.

Come riportato dalla rivista scientifica tedesca spektrum.de EMA gibt grünes Licht für Novavax la decisione dell’agenzia si basa su due studi controllati con placebo sul vaccino della casa statunitense Novavax (Nuvaxovid) che sono stati condotti negli Stati Uniti e in Messico, oltre che nel Regno Unito. Si è così verificata una protezione molto elevata contro le infezioni del 90%. Non è chiaro quanto agisca con la variante molto contagiosa di Omicron e per quanto tempo duri l’effetto protettivo dopo la seconda dose. Finora ci sono stati solo casi di lievi effetti collaterali.

Il preparato Novavax non è un vaccino mRNA come i preparati di Biontech e Moderna, né un vaccino a vettore come quelli di AstraZeneca e Johnson & Johnson. Contiene minuscole particelle costituite da una versione prodotta in laboratorio della proteina spike Sars-CoV-2.

Ed ora veniamo al secondo punto: come è composto questo vaccino che dovrebbe convincere i più dubbiosi tra i ni-vax, ma che ha scatenato come dicevamo il negazionismo ad oltranza dei no-scienza di professione che discreditano la classe medica con affermazioni false.

Non è assolutamente vero che questo vaccino è genetico a DNA o RNA, non è altrettanto vero che contiene alluminio e mercurio (Timerosal).

Innanzi tutto si tratta di un vaccino che come quelli cubani arriva solo ora, perché la produzione di un vaccino proteico richiede uno o due anni minimo, mentre quelli sperimentali genici a mRNA e a vettore virale sono molto più rapidi da produrre come tecnologia.

Per capire come funzionano i vaccini proteici potremo rifarci a quelli prodotti a Cuba di cui abbiamo già parlato: lì in particolare hanno usato per il Soberana-2, frammenti della proteina spike del coronavirus accoppiata a una forma disattivata di tossina tetanica, un potente antigene che può aumentare la produzione di cellule immunitarie e anticorpi, mentre per il Soberana-1hanno accoppiato frammenti di proteina spike alle vescicole della membrana esterna del meningococco (che costituisce la piattaforma cubana del vaccino VA-MENGOC-BC attiva con successo fin dal 1989, in cui si utilizzò per la prima volta la tecnologia delle vescicole e dei proteoliposomi).

In entrambi vaccini si è usato un adiuvante l’idrossido di alluminio.

Affinché gli antigeni contenuti nel vaccino vengano liberati lentamente è necessario accoppiare sempre una sostanza (adiuvante) che ne rallenti la liberazione producendo una leggera infiammazione e una conseguenza chemiotassi, ovvero un movimento degli antigeni orientato dallo stimolo chimico.

Da tempo è stato abbandonato come adiuvante il famigerato Timerosal a base di mercurio. Attualmente l’adiuvante più comune è l’allume, grazie al quale l’antigene rimane a lungo nei tessuti in cui viene iniettato (molte critiche ai vaccini nei bambini sono fatte appunto sugli adiuvati che rimangono nell’organismo per parecchio tempo). Negli ultimi anni sono molto utilizzati adiuvanti più innocui a base di squalene, che attivano la cosi detta risposta immunitaria innata.

Vediamo ora come si è proceduto nel caso del Nuvaxovid della Novavax. A differenza dei vaccini cubani, dove il tramite è la tossina tetanica disattivata o la membrana esterna del meningococco, qui si è utilizzato il Baculovirus. Un baculovirus è un virus avvolto di DNA a doppia elica che appartiene alla famiglia di Baculoviridae, che pregiudica circa 600 specie differenti dell’insetto. Il sistema di vettore di espressione del Baculovirus (BEVS) è usato per produrre le proteine recombinanti.

Ecco come si procede: una porzione di DNA contenente le informazioni necessarie a produrre la proteina spike viene inserita all’interno di un baculovirus.

Successivamente in vitro alcune cellule che fungono da serbatoio vengono infettate dal virus. Una volta entrato, il baculovirus rilascia il materiale genetico utile alla produzione della spike. Questa, come per i vaccini a vettore virale, viene prodotta e poi rilasciata all’esterno della cellula. Ottenuta una quantità sufficiente di proteina spike, questa viene estratta, purificata e compattata dando luogo a delle nanoparticelle virali che contengono sino a 14 spike. Tali particelle, addizionate ad una molecola adiuvante in grado di stimolare il sistema immunitario, sono così pronte per essere iniettate per stimolare la produzione di anticorpi contro la proteina.

Si utilizzano come adiuvanti delle saponine ottenute dall’estratto dell’albero del sapone che si impiegano come potenziatori nei vaccini da circa dieci anni.

Un’ingegneria, quella di Novavax, completamente differente dalla tecnologia a mRna (Moderna e Pfizer), che consiste invece nell’iniezione di un frammento di Rna messaggero che serve a far produrre soltanto la proteina Spike. Quando viene inoculato il Nuvaxovid, il sistema immunitario si attiva e legge le particelle proteiche come estranee: a questo punto comincia a produrre difese naturali attivando anticorpi e linfociti T e B.

In conclusione questo vaccino contiene frammenti prodotti in laboratorio della proteina Spike, che si trova sulla superficie del virus Sars-CoV-2, e un adiuvante, la saponina.

Non contiene tracce di DNA, il quale è stato utilizzato a monte, solo per produrre la proteina ricombinante, tramite il baculovirus.

Pur essendo sempre un farmaco che viene somministrato a persone sane e non malate, si presenta però come il più tradizionale e il più tranquillo tra tutti i vaccini ammessi in Europa fino ad ora per contrastare il Covid 19.

Il  Nuvaxovid della Novavax potrà essere utile sia per convincere i più paurosi alla vaccinazione Covid 19 sia per i richiami in un’ottica di vaccinazione eterologa. In Italia le dosi dovrebbero essere disponibili per il mese di febbraio.

 

Fonte: Rewriters

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