Detto anche Tabebuia o Pau d’arco, è un albero sempreverde di grandi dimensioni, tipico di gran parte del Sud America, soprattutto della foresta pluviale amazzonica e delle regioni tropicali del sud. Ne esistono diverse varietà ma quello più interessante a livello terapeutico ha fiori rosa porpora dalla fioritura spettacolare ed è la Tabebuia avellanadae.
Conosciuta da secoli dalle popolazioni indigene, ne impiegavano la corteccia per curare infezioni, infiammazioni e morsi di animali velenosi.
È infatti proprio la corteccia di questa pianta a essere utilizzata in fitoterapia grazie alla sua ricchezza in principi attivi, ne contiene circa 18 differenti.
Parliamo di naftochinoni e antrachinoni con la capacità antivirale di inibire i processi enzimatici necessari alla moltiplicazione dei virus, stimolare il sistema immunitario e ristabilire le funzioni normali in casi di emergenza fisica e intellettuale.
Si aggiunge una spiccata attività antimicrobica con inibizione dei gram-positivi (stafilococchi, streptococchi), gram-negativi (brucella) e miceti (candida albicans).
Grazie alle proprietà curative delle piante, i rimedi naturali possono rappresentare oggi una valida alternativa all’uso di medicinali e antibiotici consentendo di fare ricorso alle sinergie dei principi attivi presenti nei fitocomplessi per la prevenzione dei malanni di stagione. Questo anche in risposta al sempre più preoccupante fenomeno dell’antibiotico resistenza e alla situazione sanitaria odierna.