Così lo smog confonde gli insetti impollinatori, impedendo di trovare i fiori
Articolo del 04 Febbraio 2022
Lo smog causato dal traffico confonde api e farfalle e riduce la loro capacità di comportarsi come impollinatori, con effetti potenzialmente devastanti per l’ambiente: in un esperimento sul campo condotto da ricercatori dell’Università di Reading, insieme a colleghi del britannico Centre for Ecology & Hydrology e alla University of Birmingham, è emerso che l’inquinamento atmosferico causa una riduzione del 90% delle «visite» ai fiori, con effetti devastanti sulla catena della riproduzione e della biodiversità. Lo studio è stato pubblicato sulla rivista rivista «Environmental Pollution».
Finora si era sempre pensato che la più grande minaccia per gli insetti impollinatori fosse rappresentata dai pesticidi e dallo sfruttamento intensivo dei terreni agricoli. Questo nuovo studio, unico nel suo genere perché basato su un esperimento sul campo, evidenzia, invece, l’impatto di una nuova minaccia: è, appunto, lo smog, che tipicamente inquina non soltanto gli habitat urbani, ma anche le zone rurali.
Gli scienziati, infatti, hanno ricreato al centro di un campo di grano livelli di inquinamento comparabili a quelli delle strade limitrofe, pompando ossidi di azoto e altri inquinanti come quelli dei veicoli a diesel in sei serre ottagonali dove venivano coltivate piante di senape nera. Il risultato è stato impressionante: la presenza degli insetti impollinatori come api e farfalle si è ridotta del 70%, le visite ai fiori del 90% e, elemento fondamentale, si è registrata una riduzione del 31% dell’impollinazione.
Il problema – spiegano gli autori dello studio – è che l’inquinamento degrada le molecole che generano il profumo dei fiori e, così, impedisce agli impollinatori di localizzarli e posarvisi. «Sapevamo da precedenti studi di laboratorio che l’inquinamento da diesel può avere effetti negativi sugli impollinatori – sottolinea il coordinatore dello studio Robbie Girling – ma l’impatto che abbiamo trovato sul campo è stato molto peggio di quanto ci aspettassimo».
«I risultati sono preoccupanti – conclude l’autore principale del lavoro James Ryalls – perché questi inquinanti si trovano normalmente nell’aria che molti respirano ogni giorno. Sappiamo che questi inquinanti sono pericolosi per la nostra salute e la significativa riduzione degli insetti impollinatori e della loro attività sui fiori mostra che ci sono anche evidenti implicazioni per gli ecosistemi da cui tutti noi dipendiamo».
Fonte: La Stampa