La fine dello stato d’emergenza il 31 marzo e l’ultimo decreto Covid del Governo cambiano le regole anche sul lavoro: dall’obbligo vaccinale e di green pass a quello di indossare la mascherina in ufficio. Il cantiere resta aperto sullo smart working, con la proroga fino al 30 giugno delle regole semplificate per l’attivazione, senza accordi individuali e con decisione unilaterale del datore di lavoro, ma con molte aziende italiane che si stanno attrezzando con policy interne: secondo la società di consulenza Variazioni oltre la metà ha già adottato una propria regolamentazione, con una media di 2,8 giorni di lavoro agile a settimana. Vediamo in 5 domande e risposta cosa cambia (e cosa no) dal 1° aprile.
Green pass: fino a quando è obbligatorio?
Per accedere ai luoghi di lavoro – pubblici e privati – resterà obbligatorio fino al prossimo 30 aprile il green pass base. Per avere il certificato basta il tampone rapido o molecolare negativo (vale 48 ore nel primo caso e 72 nel secondo). Green pass base obbligatorio anche per i magistrati che accedono agli uffici giudiziari. I lavoratori privati senza green pass potranno continuare a essere sostituiti fino al 30 aprile 2022.
La novità principale riguarda gli over 50 non vaccinati che già dal 25 marzo possono accedere ai luoghi di lavoro con il green pass base.
Dal 1° maggio verrà definitivamente abolito il green pass sui luoghi di lavoro e in tutti gli altri posti in cui finora veniva chiesto ( treni e mezzi pubblici).
Per quali lavoratori c’è l’obbligo di vaccinazione?
Per tutti gli over 50 non vaccinati resta l’obbligo fino al 15 giugno di concludere il ciclo vaccinale, compreso il richiamo. In caso contrario scatta una multa una tantum di 100 euro. Per gli over 50 non vaccinati però non c’è più la sospensione dal lavoro e dallo stipendio.
Obbligo di vaccino fino al 15 giugno anche per il personale docente ed educativo del sistema nazionale di istruzione e per quello del comparto sicurezza polizia locale e polizia penitenziaria. Anche in questo caso per chi non è vaccinato non scatta più a sospensione dal lavoro e dallo stipendio.
L’obbligo di vaccino è stato prolungato fino al 31 dicembre per i medici, gli infermieri e tutti coloro che svolgono le professioni sanitarie: chi non adempie viene sospeso dal servizio. Stessa sorte per i lavoratori negli ospedali e nelle Rsa (anche personale esterno).
Per chi svolge le professioni sanitarie e si iscrive per la prima volta agli albi la vaccinazione è requisito per l’iscrizione.
Cosa cambia per lo smart working?
Fino al 30 giugno – come detto in precedenza – resta la possibilità di attivare lo smart working in forma semplificata nel settore privato senza l’accordo individuale tra datore e lavoratore. Nel settore pubblico invece la modalità di lavoro prevalente resta quella del lavoro in presenza.
Se prima della pandemia 2.458.210 occupati (pari all’11% del totale) lavoravano da remoto, nel 2021 i lavoratori agili sono saliti a 7.262.999 (e la quota sul totale degli occupati è balzata al 32,5%, secondo un’indagine Inapp).
Il 46% dei lavoratori vorrebbe continuare a svolgere la propria attività in modo agile almeno un giorno e quasi 1 su 4 tre o più giorni a settimana. A questo proposito molte aziende, in vista della scadenza del regime semplificato, stanno introducendo o rivedendo gli accordi individuali e, rispetto al lavoro agile assumono atteggiamenti molto diversi. Questi accordi si riflettono di solito all’interno di una policy aziendale, cioè il framework all’interno del quale vengono definite le linee guida generali del lavoro agile.
«L’introduzione di regole all’interno dell’organizzazione non è un puro atto formale a se stante – spiega Arianna Visentini, ceo di Variazioni -, ma ha delle implicazioni culturali da tenere in considerazione. Nella policy trovano concreta declinazione gli obiettivi ricercati dall’azienda messi in relazione con i valori, le consuetudini e la cultura organizzativa. La policy per esempio definisce in che modo viene regolata la flessibilità del lavoro e l’alternanza in ufficio, i comportamenti dello smart worker e i motivi per cui si è deciso di adottare il lavoro agile: dal numero di giornate in smart working alla dotazione tecnologica, ai dipendenti coinvolti, la disconnessione, tempi di riposo ed esercizio dei poteri datoriali». Variazioni ha lanciato la prima indagine a livello nazionale per mappare le principali caratteristiche delle policy aziendali, i diversi approcci alla regolazione dello smart working per tracciare le traiettorie del lavoro nel futuro prossimo.
«L’obiettivo – sottolinea Visentini – è mappare gli orientamenti delle imprese rispetto al fenomeno, per definire i principali trend e capire quali saranno le caratteristiche del lavoro dopo l’emergenza pandemica. Vediamo tante imprese alla finestra in osservazione alla ricerca a modelli utili a guidare le stesse organizzazioni a comprendere come intendono collocarsi rispetto all’evoluzione nell’organizzazione del lavoro che stiamo vivendo».
A partire dal 1° luglio per continuare ad applicare il lavoro agile, i datori di lavoro dovranno sottoscrivere per ogni smart worker un accordo individuale e inviare la comunicazione obbligatoria al ministero del Lavoro utilizzando un “tool” dedicato. In caso di assenza della comunicazione obbligatoria (da effettuare entro un giorno prima dell’avvio) si rischia una sanzione amministrativa da 100 a 500 euro per ogni dipendente.
I docenti non vaccinati potranno tornare a insegnare ?
Dal 1° aprile i presidi non potranno impedire l’ingresso a scuola dei docenti non vaccinati ma dovranno destinarli ad altre mansioni, quindi non potranno tornare a insegnare. L’adempimento dell’obbligo vaccinale (che resta fino al 15 giugno) viene considerato condizione necessaria per svolgere attività didattiche a contatto con gli alunni. Chi non si vaccina, anche tra i docenti, va incontro alla sanzione di 100 euro.
Obbligo di mascherine al lavoro fino a quando?
In generale le mascherine restano obbligatorie al chiuso: fino al 30 aprile bisognerà ancora indossare le Ffp2 negli ambienti affollati, come ad esempio su mezzi pubblici, aerei, navi, treni interregionali, Intercity, ma anche al cinema, teatro, ai concerti e agli eventi sportivi al chiuso. Al lavoro, fino al 30 aprile, basterà indossare la mascherina chirurgica, considerata come dispositivo di protezione individuale. L’obbligo vale anche per colf e badanti.
Fonte: 24+ de IlSole24Ore