Dopo molteplici rinvii, dovuti in particolare alla feroce resistenza del settore, la Commissione europea ha finalmente pubblicato lunedì una roadmap aggiornata del processo che porterà gradualmente al bando delle sostanze chimiche più pericolose per la salute e l’ambiente contenuti in prodotti ad alto consumo. Come giocattoli, biberon, ciucci per neonati, abbigliamento, mobili, dispositivi elettronici, cosmetici, vernici, prodotti per la pulizia. La roadmap, pilastro della strategia inquinamento zero del Green deal, mira a “garantire un ambiente privo di sostanze tossiche” entro il 2030, passando attraverso vari passaggi.
Secondo il commissario europeo all’Ambiente Virginijus Sinkevicius, queste restrizioni, destinate a riguardare nei prossimi anni migliaia di prodotti, “mirano a ridurre l’esposizione delle persone e dell’ambiente ad alcune delle sostanze chimiche più pericolose. Mirando a un’ampia gamma di usi: industriali, professionali e nei prodotti di consumo”.
Una svolta per l’ambiente e la salute
Se attuata, “l’azione sarà la più ampia rimozione normativa mai effettuata di sostanze chimiche autorizzate ovunque“, afferma l’Agenzia europea dell’ambiente. “La Restrictions roadmap, è un impegno politico a utilizzare le leggi esistenti per vietare, ad esempio, tutti i ritardanti di fiamma: sostanze chimiche utilizzate per rendere ignifughi i prodotti e che sono sospettate di essere cancerogene. E tutti i bisfenoli, ampiamente utilizzati nella plastica ma che colpiscono gli ormoni umani. Vieterà inoltre tutte le forme di Pvc, la plastica meno riciclabile che contiene grandi quantità di additivi tossici. E limiterà tutte le Pfas, oltre a circa duemila sostanze chimiche nocive che si trovano nei pannolini, ciucci e prodotti per l’infanzia”.
La Restrictions roadmap appena pubblicata prevede una lunga tabella che indica per ciascuna sostanza la scadenza entra cui sarà messa al bando, dagli ftalati (composti chimici usati nell’industria delle materie plastiche come agenti plastificanti) ai parabeni passando per i composti perfluorurati, tristemente noti in Italia per l’inquinamento causato nelle province di Vicenza, Verona e Padova. Il tutto per un totale di ben 12mila sostanze ritenute dannose a vari livelli, corresponsabili tra le altre cose di infertilità e tumori.
Le sostanze tossiche accusate di provocare infertilità e tumori
Proprio la lotta alle sostanze cancerogene, insieme a quelle in grado di far insorgere problemi riproduttivi e respiratori, è considerata prioritaria dalla strategia adottata lo scorso 14 ottobre 2020 dalla Commissione europea nell’ambito del Green deal. Essa sottolinea come le sostanze chimiche, pur essendo fondamentali in alcuni ambiti produttivi, necessitino di un quadro solido garantirne la sicurezza. Le sostanze contenute nella Restriction roadmap andranno ad integrare via via quelle individuate dal regolamento Reach del 2006, creato dall’Unione europea per la registrazione, valutazione, autorizzazione e restrizione delle sostanze chimiche.
Tra le sostanze il cui uso potrebbe essere soggetto a restrizioni entro il 2023, secondo la tabella aggiornata, figurano ad esempio l’acido ftalico, un acido bicarbossilico aromatico, il dietilftalato 12, il trixylyl fosfato, il perborato di sodio (uno sbiancante per bucato) e l’acido perborico: per tutti questi composti il monitoraggio è in fase di finalizzazione, e sarebbero risultate evidenze di tossicità, nonché possibili legami con casi di infertilità.
Fonte: LIFEGATE