Vaiolo delle scimmie, primo caso rilevato in Italia. Giovane rientrato dalle Canarie ricoverato allo Spallanzani
Articolo del 25 Maggio 2022
C’è il primo caso di vaiolo delle scimmie rilevato in Italia. Si tratta di un giovane ricoverato all’Istituto Spallanzani di Roma, specializzato nella ricerca e nella cure delle malattie infettive. Il paziente era rientrato dalle Canarie e le sue condizioni sono discrete. È ovviamente in corso il tracciamento dei contatti e ci sono altri due casi sospettati al vaglio dei medici. L’istituto spiega che si tratta di un giovane adulto che si era presentato al Pronto soccorso dell’Umberto I”. “Il quadro clinico è risultato caratteristico e il ‘Monkeypox virus’ è stato rapidamente identificato con tecniche molecolari e di sequenziamento genico dai campioni delle lesioni cutanee. La persona è in isolamento in discrete condizioni generali, sono in corso le indagine epidemiologiche e il tracciamento dei contatti”, precisano i medici dello Spallanzani. “Al momento i tre casi osservati e nei casi in Europa e in Usa, non presentato segni clinici di gravità – proseguono gli esperti – La trasmissione può avvenire attraverso le goccioline di saliva, il contatto con le lesioni e i liquidi biologici infetti”.
Cos’è e quali sono i sintomi – Si tratta di un’infezione – spiega l’Istituto superiore di sanità – causata da un virus della stessa famiglia del vaiolo ma che largamente si differenzia dal vaiolo stesso per la minore diffusività e gravità. È diffuso in particolare tra primati e piccoli roditori, prevalentemente in Africa. L’infezione si trasmette dall’animale all’uomo attraverso la saliva ed altri fluidi dell’animale o il contatto diretto con l’animale. Nell’uomo si presenta con febbre, dolori muscolari, cefalea, linfonodi gonfi, stanchezza e manifestazioni cutanee quali vescicole, pustole, piccole croste. Si può trasmettere da uomo a uomo attraverso droplets, contatto con fluidi corporei o con le lesioni cutanee. È possibile che le persone che non sono state vaccinate contro il vaiolo (vaccinazione abolita in Italia nel 1981) siano a maggior rischio di infezione con il monkeypox per l’assenza di anticorpi che, per la similitudine del virus del vaiolo con il monkeypox, possono essere efficaci a contrastare anche questa virosi.
L‘infezione è relativamente infrequente nell’uomo e comunque fuori dall’Africa, ma sono stati riportati casi sporadici ed anche un’epidemia in Usa nel 2003, in seguito all’importazione dall’Africa di animali non adeguatamente controllati sotto il profilo sanitario. La malattia si risolve spontaneamente in 1-2 settimane con adeguato riposo e senza terapie specifiche; possono venir somministrati degli antivirali quando necessario. Attualmente, sono stati segnalati alcuni casi in Portogallo, Spagna, Gran Bretagna e Italia, finora maggiormente in giovani MSM (maschi che fanno sesso con maschi). L’Ecdc, il centro europero per le malattie infettive, ha attivato un sistema di allerta a livello europeo al quale partecipa l’Iss. Inoltre, l’ISS ha costituito una task force composta da esperti del settore ed ha contattato le reti sentinella dei centri per le infezioni sessualmente trasmesse al fine di monitorare continuamente la situazione nazionale.
Le raccomandazioni prevedono di restare a casa a riposo qualora insorga la febbre e di rivolgersi al medico di fiducia in caso di comparsa di vescicole o altre manifestazioni cutanee. Come prevenzione, è importante evitare il contatto con persone con febbre e valutare con attenzione, prima di ogni contatto personale stretto o contatto sessuale, la presenza di eventuali manifestazioni cutanee inusuali (quali vescicole o altre lesioni) sulla cute del partner. Questo comportamento è utile a prevenire non solo il monkeypox ma anche altre infezioni sessualmente trasmesse.
Le segnalazioni in Spagna e Portogallo – Proprio in Spagna (e anche in Portogallo) sono diversi i casi registrati: 23 le persone sospettate di essere state contagiate dal monkeypox. Il vaiolo delle scimmie è una malattia molto rara che si presenta generalmente con “febbre, mialgia, linfoadenopatia (ghiandole gonfie) e un’eruzione cutanea sulle mani e sul viso, simile alla varicella”. La salute dei pazienti sospetti evolve “favorevolmente”. anche se è necessario mantenerli “sotto osservazione” per la possibilità che qualcuno possa aver bisogno di un ricovero. In genere “la sua trasmissione avviene per via respiratoria”, ma, per le caratteristiche dei 23 casi in fase di analisi, il sospetto è che il possibile contagio potrebbe essere avvenuto attraverso il “contatto con le mucose durante rapporti sessuali”.
I casi nel Regno Unito – Il primo paese a segnalare i contagi è stata la Gran Bretagna dove due giorni fa erano stati registrati due nuovi contagi. L’Oms, nei giorni scorsi in una nota, spiegava che “a partire dall’11 maggio è stato intrapreso un ampio tracciamento dei contatti per identificare le persone esposte al rischio di contagio nelle strutture sanitarie, all’interno della comunità e nel volo internazionale” su cui il primo paziente inglese ha viaggiato dalla Nigeria. Queste persone sono sotto monitoraggio e lo saranno per 21 giorni dalla data dell’ultima esposizione al caso. “Nessuno ha segnalato sintomi compatibili finora”. “Poiché il caso è stato immediatamente isolato ed è stato eseguito il tracciamento il rischio di trasmissione relativo a questo caso nel Regno Unito è minimo. Tuttavia, poiché la fonte dell’infezione in Nigeria non è nota, permane il rischio di una trasmissione in corso in questo Paese”.
Il paziente identificato nel Regno Unito il 7 maggio era stato in Nigeria da fine aprile a inizio maggio e aveva soggiornato a Lagos e negli Stati del Delta. Ha sviluppato un’eruzione cutanea il 29 aprile ed è tornato nel Regno Unito il 4 maggio. Lo stesso giorno è andato in ospedale. Sulla base della storia del viaggio e dell’eruzione cutanea, si è sospettato subito il vaiolo delle scimmie e il paziente è stato immediatamente isolato. Il monkeypox era stato confermato dal laboratorio dell’Agenzia per la sicurezza sanitaria del Regno Unito (Ukhsa). Causato da un virus appartenente alla famiglia degli orthopoxvirus, il vaiolo delle scimmie può essere trasmesso per contatto o esposizione a droplet. Il periodo d’incubazione è 6-13 giorni, ma può variare da 5 a 21 giorni. La malattia presenta sintomi che di solito si risolvono spontaneamente entro 14-21 giorni. Esistono due cladi di virus del vaiolo delle scimmie, il clade dell’Africa occidentale (quello rilevato nel caso Uk) e il clade del bacino del Congo (Africa centrale).
Fonte: Il Fatto Quotidiano