Il corso del Tamigi, il fiume di Londra, sta cambiando a causa di un’isola di fazzolettini e salviette grossa come due campi da tennis.
Il Tamigi sta cambiando direzione. Il fiume di Londra, il secondo più lungo d’Inghilterra (dopo il Severn) e il più famoso, visto che attraversa la capitale, è anche uno dei più inquinati del mondo, al punto da essere stato dichiarato “biologicamente morto” nel 1957. E anche se negli ultimi anni la situazione è migliorata (come testimoniato tra l’altro da questo report sul suo stato di salute uscito l’anno scorso), l’inquinamento del fiume continua, in particolare nelle tratte urbane. E un recente intervento della parlamentare laburista inglese Fleur Anderson lo dimostra in modo clamoroso: come riportato dal Times, Anderson ha rivelato l’esistenza di un’isola di fazzolettini e salviette che sta cambiando il corso del fiume.
Una donna ripulisce la riva del Tamigi dalla plastica
Due campi da tennis di fazzolettini
Rilevata anche dalla non profit Thames21, l’isola dei fazzolettini si trova dalle parti dell’Hammersmith Bridge, nell’omonimo quartiere. È composta, per l’appunto, di fazzoletti di carta, salviette e altri oggetti simili, la maggior parte dei quali contengono anche plastica. È proprio questo il problema, e la causa della genesi dell’isola: quando vengono buttati nel water, i fazzolettini non si sciolgono ma rimangono più o meno intatti e finiscono nel Tamigi; a forza di accumularsi, hanno occupato un’ansa del fiume creando un’isola che, secondo Anderson, ha le dimensioni di due campi da tennis ed è profonda circa un metro.
No alla plastica
Anche la crescita dell’isola, documentata da Thames21, è impressionante: si è formata nel giro di cinque anni, e contiene una concentrazione di fazzolettini che va dai 50 ai 200 per metro quadro. D’altra parte, le salviette sono da sempre un problema per il Tamigi: oltre a creare isole, sono anche la componente principale dei cosiddetti fatberg, gli “iceberg di grasso”, cioè accumuli di materiale solido e, appunto, grasso che intasano le tubature delle fogne. Per fermare la crescita incontrollata dell’isola la soluzione migliore sarebbe, secondo la sottosegretaria all’ambiente Rebecca Pow, smettere di buttare i fazzolettini nel water. Anderson, invece, vorrebbe una soluzione più radicale: mettere al bando la produzione e la vendita di salviette che contengono plastica.
Fonte: Focus