È stata forse trovata la causa dell’epatite misteriosa che ha colpito alcuni bambini
Articolo del 02 Agosto 2022
Anche se manca ancora una conferma definitiva, alcune prove sperimentali sembrano concordi nel suggerire che a causare la grave infiammazione del fegato che ha colpito un migliaio di soggetti in molti paesi del mondo potrebbe essere un adenovirus, con l’aiuto di due altri virus.
Dal maggio 2022, i medici di 35 paesi hanno diagnosticato una misteriosa epatite in più di 1000 bambini: alcuni di essi sono morti, altri hanno avuto bisogno di un trapianto di fegato. Si sospettava che la causa fosse, tra le altre, un adenovirus [un virus a DNA, NdR.]. Due gruppi di lavoro, rispettivamente, di Londra e Glasgow, nel Regno Unito, stanno ora confermando l’ipotesi che la causa dell’infiammazione del fegato sia effettivamente un adenovirus, come riportato sul server di preprint MedRxiv e sul server del National Health Service (NHS, il sistema sanitario pubblico del Regno Unito, NdT).
Entrambi i gruppi riferiscono di aver individuato i genomi completi del virus adeno-associato 2 (AAV2) nel fegato e nel sangue della maggior parte dei pazienti esaminati. Inoltre, hanno identificato due virus helper che potrebbero consentire all’adenovirus di entrare nelle cellule epatiche e quindi aumentarne la suscettibilità, ma escludono il sottotipo 41F dell’adenovirus, precedentemente considerato un potenziale fattore scatenante. I ricercatori hanno rintracciato l’AAV2 con l’aiuto del cosiddetto sequenziamento metagenomico. A tal fine, hanno sequenziato tutti i geni presenti nei campioni di tessuto o di sangue dei bambini colpiti e poi hanno cercato il materiale genetico dei virus.
Emma Thomson del Glasgow Center for Virus Research e il suo gruppo hanno individuato l’AAV2 in tutti i nove campioni di plasma sanguigno e in ciascuna delle quattro biopsie epatiche esaminate, prelevate da alcuni dei primi pazienti ricoverati all’ospedale pediatrico di Glasgow. Al contrario, i test effettuati su bambini con altre infezioni o con epatiti di altra origine sono risultati costantemente negativi. Sofia Morfopoulou, dell’Institute of Child Health dell’University College di Londra, e il suo gruppo sono giunti a una conclusione simile con i bambini studiati, cinque dei quali hanno avuto bisogno di un trapianto.
L’AAV2 non è in grado di replicarsi da solo senza un aiuto esterno, ma entrambi i gruppi di lavoro hanno identificato i corrispondenti aiutanti: HAdV e HHV6B, noti come virus helper. Quest’ultimo in particolare potrebbe spianare la strada all’adenovirus per entrare nelle cellule del fegato, sospetta Thomson. Il virus principale può quindi moltiplicarsi e, a quanto pare, scatenare l’infiammazione epatica.
Tuttavia, non è ancora chiaro perché il virus causi questa grave malattia con maggiore frequenza: l’AAV2 è noto da quasi 60 anni e, secondo gli studi, quattro adulti su cinque sono stati infettati da questo virus. Di solito ciò avviene nella prima infanzia e quasi sempre senza complicazioni. In linea di principio, gli adenovirus portano all’epatite solo molto raramente.
Tuttavia, Thomson e colleghi sottolineano che il virus non è ancora visibile al microscopio elettronico; inoltre, non vi è alcuna prova sperimentale che infetti realmente il fegato causando un danno. Anche la medica Christina Pagel della Clinical Operational Research Unit di Londra sottolinea che, sebbene la correlazione sia forte, non è ancora definitiva. Sono urgentemente necessari ulteriori studi.
Fonte: Le Scienze