Sole e pelle, i consigli del dermatologo per una sana abbronzatura. I falsi miti da sfatare
Articolo del 11 Agosto 2022
Che si scelga il mare, la montagna o che si resti in città, in estate l’esposizione al sole e alle alte temperature mette alla prova la nostra pelle. Il direttore dell’U.O. Dermatologia dell’Ospedale di Cremona, Gioachino Caresana, illustra buone pratiche da tenere in considerazione durante le nostre vacanze (e non solo), per evitare fastidi senza rinunciare a nulla.
Protezione solare: è sempre necessaria?
“Sì, la protezione solare va messa sempre. Per scegliere quale utilizzare è necessario considerare due fattori: il fototipo e la durata all’esposizione solare. Partiamo dai fototipi: ne esistono sei gradi, che vanno dalla carnagione chiarissima tipica delle persone con i capelli rossi (fototipo 1), a quelle con la pelle nera (fototipo 6). Ad ognuno di questi gradi è bene corrispondere un certo livello di protezione solare: massima per i fototipi 1 e 2, medio/alta per i 3, moderata o ridotta per gli altri. Altro fattore da considerare è la durata all’esposizione dei raggi solari: più è prolungata, maggiore deve essere il grado di protezione da utilizzare”.
Cosa indicano i numeri riportati sulle confezioni delle protezioni solari?
“A seconda del fototipo, la nostra pelle può essere esposta al sole senza complicazioni per una durata di tempo variabile, ma comunque limitata: se questa soglia viene superata la pelle può scottarsi con comparsa eritemi solari o addirittura di vesciche e bolle. Le cifre indicate sulle confezioni di protezioni solari sono fattori di moltiplicazione, che estendono per un certo numero di volte il nostro tempo di ‘resistenza’ ai raggi solari. Nel dubbio, è meglio scegliere una protezione più alta”.
Le scottature solari possono lasciare danni permanenti?
“Può succedere. Se guardiamo le nostre spalle spesso possiamo notare piccole macchie marroni, chiamate lentigo solari, che sono il ‘ricordo’ di ustioni passate. Sono danni minori, ma se cronici o prolungati – come avviene per chi svolge quotidianamente professioni all’aperto – si possono notare segni più profondi, dall’invecchiamento precoce della pelle allo sviluppo di neoplasie cutanee. Tra queste, la più diffusa è la cheratosi attinica, che insorge più facilmente in persone con la carnagione chiara. È importante prevenirle e curarle: il 10 per cento delle cheratosi può evolvere in carcinoma”.
A proposito: come capire se è cambiato qualcosa?
“Le prime cinque lettere dell’alfabeto (ABCDE) ci aiutano a notare eventuali variazioni: Asimmetria, Bordi irregolari, Colore disomogeneo, aumento delle Dimensioni ed Evoluzione sono i criteri che devono portarci a considerare il bisogno di una valutazione specialistica. Fare auto diagnosi non è semplice: ci sono molte formazioni benigne che mimano i nei e potrebbero indurci a considerare pericoloso qualcosa d’innocuo. Per questo è sempre bene rivolgersi ad un dermatologo”.
Falsi miti da sfatare
“Se metto la crema solare non mi abbronzo”.
“Ci si abbronza ugualmente, ma più lentamente e un po’ meno intensamente”.
“Se non ho nèi, posso evitare di utilizzare la crema solare”
“Non bisogna preoccuparsi solo dei nèi che abbiamo già, ma anche di quelli che possono formarsi nel tempo. Per questo è consigliabile utilizzare sempre la crema solare su tutto il corpo, anche sul viso”.
Fonte: In Salute News