Un bioimpianto prodotto a partire dal collagene presente nella pelle dei maiali ha ridato la vista ad alcune persone che l’avevano persa a causa di una malattia della cornea.
Nel mondo oltre 12 milioni di persone sono in attesa di un trapianto di cornea per poter tornare a vedere, ma solo una persona su 70 lo riceve: questo perché la maggior parte di chi ne ha bisogno vive in Paesi a basso reddito, dove l’accesso al trattamento è molto limitato. Ora un team di ricercatori svedesi sembra aver trovato una possibile soluzione al problema: un impianto di bioingegneria sviluppato a partire dal collagene ricavato dalla pelle dei maiali, che è riuscito a ridare la vista a venti volontari ciechi o quasi ciechi. I risultati dello studio pilota sono stati pubblicati su Nature Biotechnology.
I partecipanti allo studio pilota erano affetti da cheratocono, una malattia degenerativa che deforma la cornea.
PELLE DI MAIALE
La cornea umana è composta principalmente da collagene, la proteina più abbondante nei mammiferi. Per questo gli studiosi hanno deciso di provare a utilizzare un collagene alternativo, ricavato dalla pelle dei maiali purificata: per produrre l’impianto, il team ha stabilizzato le molecole di collagene formando un materiale robusto e trasparente in grado di sopportare le manipolazioni e il trapianto nell’occhio: «I risultati sono promettenti e danno speranza a chi soffre di cecità corneale e ipovisione», sottolineano gli autori.
L’OPERAZIONE
Allo studio hanno partecipato 20 volontari affetti da cheratocono, una malattia degenerativa che deforma la cornea, dei quali 16 totalmente ciechi e quattro con la vista gravemente compromessa. L’impianto è stato inserito nell’occhio dei pazienti tramite un’operazione chirurgica poco invasiva, effettuando una piccola incisione senza necessità di punti di sutura. In seguito all’operazione, tutti i volontari avevano migliorato le proprie capacità visive, e tre delle persone cieche avevano riacquisito una vista di 10/10.
La cornea è una membrana trasparente che rappresenta la lente più potente dell’apparato visivo. Il cristallino è l’altra lente che forma il diottro (ovvero il sistema ottico) oculare.
I VANTAGGI
Gli aspetti positivi di questa nuova tecnica sono diversi: innanzitutto il costo, che dovrebbe essere inferiore dato che il collagene viene ricavato da un prodotto di scarto industriale (la pelle dei suini). In secondo luogo, il fatto che l’impianto così prodotto può essere conservato fino a due anni, mentre una cornea umana dura appena due settimane. Infine, il collagene animale sembra essere ben accettato dal corpo umano, poiché è una proteina strutturata che non ha cellule individuali e non viene dunque rigettata dal sistema immunitario. Chi riceve un trapianto di cornea umana deve normalmente assumere farmaci per diversi anni per evitare il rigetto, mentre per i volontari a cui è stato impiantato il collagene suino è stato sufficiente un trattamento di otto settimane a base di collirio con proprietà immunosoppressive. Due anni dopo l’operazione, nessuno dei partecipanti allo studio ha riportato serie complicazioni o effetti collaterali avversi.
Ora non resta che attendere nuovi studi clinici che coinvolgano più volontari, sperando che confermino questi primi, ottimi risultati e che il trattamento possa presto essere approvato dalle autorità competenti.
Se, come sperano i ricercatori, questo bioimpianto potrà essere prodotto in massa a un costo relativamente basso, molte persone che vivono nei Paesi più poveri ne beneficeranno: in Iran e in India, ad esempio, moltissime persone soffrono di cecità corneale e ipovisione, ma mancano le donazioni di cornee umane e le possibilità di trattare la malattia.
Fonte: Focus