Il livello dei mari crescerà di almeno 27 centimetri di qui al 2100
Articolo del 07 Settembre 2022
Uno studio spiega come la fusione della calotta della Groenlandia sia stata finora sottostimata. E con essa la risalita del livello dei mari.
Anche se il mondo dovesse smettere da oggi di emettere gas ad effetto serra, la fusione dei ghiacci polari è ormai inesorabile. E la conseguente risalita del livello dei mari sarà ben peggiore rispetto alle previsioni sulle quali si è finora basato l’Ipcc, il Gruppo intergovernativo di esperti sui cambiamenti climatici delle Nazioni Unite.
I ghiacci della Groenlandia perderanno almeno il 3,3 per cento del loro volume
A spiegarlo è uno studio pubblicato sulla rivista scientifica Nature Climate Change, secondo il quale la fusione della calotta glaciale della Groenlandia potrebbe raggiungere livelli “allarmanti” e, appunto, sottostimati in precedenza. I glaciologi autori del paper hanno spiegato infatti che il riscaldamento globale attuale provocherà la perdita del 3,3 per cento del volume complessivo dei ghiacci dell’isola nordica. Il che produrrà una crescita del livello dei mari pari a 27,4 centimetri.
Scioglimento dei ghiacci in Groenlandia
E ciò, appunto, anche qualora il mondo dovesse adottare misure drastiche e immediate di contenimento delle emissioni, al fine di limitare da subito la crescita della temperatura media globale. Non è possibile sapere con precisione quando si produrrà la risalita degli oceani, ma i ricercatori indicano che la maggior parte del fenomeno si verificherà entro il 2100.
Le stime sulla risalita del livello dei mari considerate “prudenti”
Jason Box, principale autore dello studio e scienziato presso il Servizio geologico nazionale della Danimarca e della Groenlandia, ha sottolineato come gli stessi dati indicati dall’analisi siano “prudenti”. Se infatti venissero mantenuti ogni anno i livelli di fusione registrati nel 2012, la crescita del livello dei mari potrebbe raggiungere i 78 centimetri. E molto di più considerando non solo la Groenlandia ma gli effetti delle fusioni glaciali di tutto il mondo.
Tutto ciò provocherà la sommersione di immense aree costiere in tutto il mondo, con la conseguente perdita non solo di territorio disponibile ma anche di ecosistemi. Verranno distrutte inoltre infrastrutture, messe in pericolo vite umane e si genereranno immensi flussi migratori sia all’interno delle nazioni che all’esterno. Senza dimenticare la sorte di alcuni atolli del Pacifico, che rischiano – letteralmente – di sparire dalle carte.
L’Ipcc ha ipotizzato un contributo dall’isola nordica di “soli” 18 centimetri
Nel suo Sesto rapporto sui cambiamenti climatici, pubblicato nel 2021, l’Ipcc ha ipotizzato una crescita del livello dei mari di “soli” 18 centimetri di qui alla fine del secolo, causata dalla fusione della calotta della Groenlandia. Il dato non tiene dunque conto dell’altra principale “fonte” di risalita del livello dei mari, ovvero la calotta antartica. Ma risulta comunque nettamente più ottimista rispetto alla conclusione dello studio pubblicato da Nature.
Gli effetti del riscaldamento globale in Groenlandia
“Tra qualche decennio la crescita del livello dei mari sarà un tema all’ordine del giorno, poiché il numero di persone costrette a fuggire aumenterà continuativamente”, ha aggiunto Box. Al contempo, i litorali di tutto il mondo si ridisegneranno per secoli e rischiano di non risparmiare neppure le grandi città: ben 25 megalopoli in tutto il mondo rischiano di essere colpite.
Fonte: LIFEGATE