Siamo 8 miliardi di persone e l’inferno climatico mette a rischio la salute di tutti. A preoccupare gli esperti anche l’antimicrobico-resistenza. In arrivo il nuovo Piano di contrasto.
Nel 2030 serviranno due Pianeti Terra interi per fornire all’uomo tutte le risorse di cui ha bisogno perché quello che abitiamo ora non sarà più in grado di sostenere i nostri consumi. La scorsa settimana, infatti, la popolazione globale ha raggiunto gli 8 miliardi, in aumento di 1 miliardo in soli 11 anni, un risultato storico dovuto al costante aumento della durata della vita reso possibile da farmaci e cure sempre più efficaci, maggiore attenzione agli stili di vita e al miglioramento delle condizioni igieniche.
Una buona notizia che rischia di diventare una minaccia per il futuro delle nuove generazioni già oggi alle prese con la crisi climatica e i suoi effetti, come l’aumento degli eventi meteorologici estremi e dei disastri naturali. Temi su cui si sono confrontati numerosi esperti nell’ambito della seconda edizione del Forum ‘Planetary Health e AMR – Verso una nuova strategia per affrontare le sfide di salute globale’, organizzato da The European House – Ambrosetti con il contributo non condizionante di Pfizer e bioMérieux.
L’inferno climatico
Senza dover attendere il 2030 già oggi paghiamo un conto molto alto per lo sfruttamento e un degrado degli ecosistemi senza precedenti. Oltre agli impatti sui sistemi naturali e urbani, se procediamo a questa velocità verso “l’inferno climatico” – come lo ha recentemente definito il Segretario Generale delle Nazioni Unite Guterres in occasione della COP27 – ad ogni decimo di grado in più aumentano anche i rischi per la salute e il benessere umano, a partire dalla mortalità e dalle morbilità di patologie ad alto impatto, come quelle cardiovascolari.
“L’iper-attività e l’iper-sfruttamento dell’uomo sulle risorse naturali è la causa di un ‘ritorno di fiamma’ della natura sulla salute umana”, ha affermato il ministro dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica, Gilberto Pichetto Fratin in un messaggio letto in apertura dell’evento. “Abbiamo la responsabilità di introdurre tutte le misure necessarie per il rallentamento dell’impatto del cambiamento climatico e dell’ambiente sulla salute umana secondo un duplice binario, vale a dire la cultura della prevenzione e il rispetto degli obiettivi di controllo dell’aumento delle temperature, riduzione delle emissioni, accelerazione della decarbonizzazione”.
Il concetto di salute globale
Le notizie che arrivano non sono rassicuranti. “Siamo su un’autostrada verso l’inferno climatico con il piede sull’acceleratore”. Questa è la dichiarazione del Segretario Generale delle Nazioni Unite Guterres durante il vertice sui cambiamenti climatici COP27 a Sharm El-Sheik. Nel suo discorso, Guterres ha sottolineato che stiamo perdendo la lotta contro i cambiamenti climatici e solo attraverso la cooperazione per ridurre le emissioni possiamo evitare una catastrofe climatica. “La vulnerabilità della salute del Pianeta espone la popolazione non solo a un rischio maggiore di malattie non trasmissibili ma anche di epidemie più o meno “rumorose”, come nel caso della resistenza antimicrobica, riconosciuta anche dall’Oms tra le principali minacce alla salute umana. Il nostro Paese continua a detenere il primato, tra i Paesi Ocse di decessi e costi associati all’antimicrobico-resistenza”, ha dichiarato Daniela Bianco, partner e responsabile della Divisione Healthcare di The European House-Ambrosetti.
Planetary Health, ambiente e salute interconnessi
Ma che cos’è esattamente la Planetary Health? “L’ambiente in cui viviamo, il cambiamento climatico, il mondo animale con cui conviviamo ma anche le comunità dove abitiamo sono elementi importanti nel determinare la nostra salute”, risponde il presidente dell’Istituto Superiore di Sanità, Silvio Brusaferro. “È importantissimo programmarli, costruirli per fare in modo che siano elementi che ci aiutino a mantenere la salute stessa e ridurre i rischi che ad essi sono collegati. Il secondo aspetto che ci sottolinea la definizione di Planetary Health è che è importante dedicarci alle comunità in cui viviamo, ma lo è altrettanto sapere che siamo tutti interconnessi. L’investimento, le attività, le scelte che facciamo nella nostra comunità si riverberano progressivamente un po’ in tutto il globo”.
L’epidemia ‘silenziosa’ della resistenza antimicrobica
La resistenza antimicrobica – il fenomeno che si verifica quando batteri, virus, funghi e parassiti si modificano nel tempo e non rispondono più all’azione dei farmaci – continua a essere un’emergenza sanitaria e una delle maggiori minacce per la salute a livello globale. “Per far fronte a questa grave minaccia per l’uomo, gli animali, le piante e l’ambiente, è fondamentale promuovere un uso prudente e consapevole degli antibiotici che, sia in ambito umano che veterinario, costituiscono un presidio fondamentale nella cura di moltissime malattie e per questo devono essere utilizzati in modo appropriato”, ha affermato il Ministro della Salute, Orazio Schillaci in un messaggio letto nel corso dell’evento.
“Per contrastare la resistenza antimicrobica e i rischi per la salute umana e animale ad essa correlati, è necessario dare concreta attuazione ad una strategia ‘One health’ basata sull’integrazione di diverse discipline e sul riconoscimento del legame indissolubile che intercorre tra la salute umana, quella animale e la salute dell’ecosistema. È questo un obiettivo prioritario nell’azione del Ministero della Salute e un approccio valorizzato in particolare nel Piano Nazionale della Prevenzione (PNP) 2020-2025”.
I 17 obiettivi dell’Agenda 2030
A livello globale, esiste già una bussola orientata alla visione alla base della Planetary Health: i 17 Obiettivi dell’Agenda 2030, che mirano alla costruzione di un mondo più sano per gli esseri umani e per gli animali, in armonia con l’ambiente e in cui la promozione della salute e del benessere è trasversale a tutti gli ecosistemi sociali ed economici. Gli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile (SDGs) non rappresentano solo buoni propositi: per i Governi possono diventare un framework di riferimento per l’allocazione della spesa pubblica e per i diversi settori economici una guida per lo sviluppo di un approccio strategico alla sostenibilità. “Per un’azione coordinata – prosegue Brusaferro – abbiamo degli strumenti a livello internazionale riconosciuti, che sono gli obiettivi dello sviluppo sostenibile, che sono in totale 17. Ciascuno di questi ha degli indicatori ed è molto importante che ogni comunità, ogni Paese, progredisca nel raggiungerli, riconoscendo che tutelare la nostra salute e il nostro benessere richiede di percorrere tale strada e migliorare questi indicatori”.
Il nuovo Piano italiano
Secondo gli esperti intervenuti al Forum di The European House-Ambrosetti, nel caso dell’antimicrobico-resistenza, una riduzione dei livelli di resistenza antimicrobica attraverso l’attuazione di programmi di diagnostic stewardship, la promozione di politiche di immunizzazione, l’accesso a test e terapie innovative potrebbe contribuire al raggiungimento di diversi SDGs. Sul tema è intervenuto anche Gianni Rezza, direttore della Prevenzione del Ministero della Salute che ha annunciato: “E’ in arrivo il nuovo Piano di contrasto all’antibiotico-resistenza che è attualmente al vaglio della Conferenza Stato-Regioni dove sembra che non ci siano state obiezioni dal punto di vista tecnico. Adesso bisogna vincolare i fondi che erano stati stanziati nel 2021 ai risultati perché quello che è previsto in particolare rispetto al vecchio piano è una cabina di regia composta da persone che lavorano sia a livello centrale che a livello delle regioni che dovrà monitorare l’attuazione del piano”.
Fonte: La Repubblica