A soffrire di questo disturbo delle vie aeree superiori sono, in Italia, circa 7 milioni di persone. Chi ne è colpito presenta numerosi sintomi, dall’astenia alla sonnolenza diurna, fino a deficit di memoria. Ma l’Osas può favorire anche altre patologie, diabete di tipo 2 o eventi ischemici. Nonché sogni violenti e disturbanti. Ce ne parla Giuseppe Insalaco dell’Istituto di farmacologia traslazionale del Cnr.
La sindrome delle apnee ostruttive nel sonno (Osas) è un disturbo respiratorio caratterizzato da ostruzione intermittente, parziale o completa, delle vie aeree superiori durante il sonno, con russamento spesso intenso, associato a frequenti micro-risvegli, a una maggiore attivazione del sistema nervoso simpatico, a riduzione intermittente di ossigeno nel sangue: ne consegue l’avvio di processi infiammatori e stress ossidativo, che conducono a un incremento di morbilità cardiovascolare, neurologica, metabolica e oncologica. I sintomi clinici più frequenti sono astenia, sonnolenza diurna, progressiva compromissione delle funzioni neuro-cognitive (deficit dell’attenzione, deficit della memoria, disturbi dell’umore), risvegli con cefalea, nicturia (risveglio notturno con necessità di urinare). La condizione cronica di apnea ostruttiva nel sonno può determinare ipertensione arteriosa anche resistente ai farmaci, aritmie come la fibrillazione atriale, dismetabolismi quali il diabete di tipo 2. E può favorire la comparsa di eventi ischemici vascolari, fino all’infarto miocardico o all’ictus. È stato dimostrato che la riduzione del sonno profondo e la condizione di ipossia notturna intermittente, caratteristiche dell’Osas, inducono un ridotto funzionamento del sistema glinfatico, il sistema che “pulisce” il sistema nervoso centrale dai cataboliti prodotti in veglia, con conseguente accumulo di Beta amiloide, proteina che si correla ad un aumentato rischio per lo sviluppo di demenza.
Tale sindrome è associata, ancora, ad aumentato rischio di incidenti automobilistici, maggiore utilizzazione dei servizi sanitari e riduzione della capacità lavorativa. Pur essendo una patologia sottostimata e sottodiagnosticata, secondo la più recente letteratura scientifica, in Italia circa 7 milioni di persone ne sono affette e, di queste, circa 4 milioni presentano una forma di grado moderato-grave. I criteri diagnostici prevedono l’esecuzione del monitoraggio cardio-respiratorio o della polisonnografia quando siano necessari ulteriori approfondimenti. La terapia può prevedere la correzione dello stile di vita, la pressione positiva nelle vie aeree (Cpap), l’applicazione di dispositivi di avanzamento mandibolare, la chirurgia per casi selezionati.
L’effetto delle apnee ostruttive sul sogno è diventato un argomento di grande interesse per la ricerca: molte evidenze sperimentali suggeriscono come l’Osas sia associata a una maggiore frequenza di incubi. Nei soggetti con Osas il contenuto emotivo descritto è più intenso, violento, si concentra sul pericolo fisico imminente. Il motivo per cui si verificano sogni fortemente ansiosi, con alto contenuto emotivo nei pazienti con Osas è probabilmente associato alle alterazioni causate dalle desaturazioni ripetute dell’ossiemoglobina e dall’aumento dello sforzo respiratorio associato alle apnee. In soggetti svegli, la fame d’aria prodotta respirando una miscela d’aria con percentuali di anidride carbonica superiori al normale produce una maggiore attivazione di aree limbiche e paralimbiche, le stesse aree attivate durante il sonno Rem. Si potrebbe ipotizzare che in tale fase possa verificarsi, nei pazienti con apnee, un’iperattivazione del sistema limbico, con sogni a più intenso contenuto emotivo. Comprendere la relazione apnea-incubo è importante, perché gli incubi possono comportare paura di addormentarsi e insonnia, contribuendo così ad un ulteriore peggioramento della qualità della vita dei soggetti con Osas.
Fonte: Almanacco della Scienza