Dopo anni di Covid-19, ci sono molte domande che non hanno ancora trovato risposta. Tra queste, per esempio, quale sia stata effettivamente l’origine della pandemia. Eppure, nonostante ciò, l’Organizzazione mondiale della sanità (Oms) ha dichiarato di voler abbandonare le indagini scientifiche tanto attese per svelare finalmente quello che oggi rimane un mistero. A raccontarlo è stata la rivista Nature, secondo cui le motivazioni alla base della decisione dell’Oms risiederebbero nella difficoltà di condurre le indagini che, di conseguenza, sono rimaste bloccate troppo a lungo, nonostante sia fondamentale capire come le prime persone siano state infettate dal Sars-Cov-2 per prevenire future epidemie.
Facciamo un passo indietro
Nel gennaio 2021, un team internazionale di esperti convocato dall’Oms si era recato a Wuhan, città dove si è verificato il primo focolaio di Covid-19, per cercare e analizzare, insieme ai ricercatori cinesi, le prove su come e quando il coronavirus potrebbe essere emerso. Successivamente, a marzo dello stesso anno, il frutto delle loro ricerche era stato pubblicato in un rapporto nel quale venivano delineati quattro possibili scenari. Il più probabile, secondo gli autori, mostrava come il coronavirus si fosse diffuso dai pipistrelli alle persone, probabilmente attraverso un ospite intermedio. Questo primo step, dunque, sarebbe servito per gettare le basi di una seconda fase di ricerche ancora più approfondite, mirate a far luce su cosa fosse successo durante la diffusione iniziale del virus in Cina e, successivamente, nel resto del mondo. Studi, per esempio, volti a restringere il campo dei possibili ospiti intermedi e analisi delle acque reflue e campioni di sangue raccolti tra la fine del 2019 e l’inizio del 2020.
Perché la fase due non avverrà
Tutte indagini, a detta dei ricercatori, per cui è passato ormai troppo tempo. “Non esiste più una fase due”, ha commentato a Nature Maria Van Kerkhove, epidemiologa dell’Oms a Ginevra. “L’Oms aveva pianificato di lavorare in fasi, ma quel piano è cambiato. La politica in tutto il mondo ha ostacolato i progressi nella comprensione delle origini”. In effetti, la tensione tra le due superpotenze Cina e Stati Uniti era alle stelle. Basti pensare alle affermazioni infondate dei membri dell’amministrazione dell’allora presidente degli Stati Uniti Donald Trump, secondo cui il virus aveva avuto origine nel Wuhan Institute of Virology, un laboratorio ad alta sicurezza che lavora appunto sui coronavirus. Oppure al fatto che, sebbene lo scenario dell’incidente di laboratorio nel rapporto finale fosse stato descritto come “altamente improbabile”, il fatto stesso di averlo incluso avrebbe fatto storcere il naso ai funzionari e ricercatori cinesi. A tal punto da far respingere la successiva proposta dell’Oms di progredire gli studi con il controllo dei mercati di animali selvatici a Wuhan e le ispezioni dei laboratori nell’area in cui sono stati identificati i primi casi di Covid-19. Secondo i funzionari cinesi, in altre parole, la seconda fase non avrebbe dovuto concentrarsi su scenari che il rapporto aveva già ritenuto estremamente improbabili.
Discussioni che hanno prolungato troppo i tempi, a tal punto da far bloccare la fase due della missione. “L’indagine sulle origini del coronavirus è stata mal gestita dalla comunità globale, dalla Cina e dall’Oms”, afferma Gerald Keusch, direttore del National Emerging Infectious Diseases Laboratory Institute alla Boston University. “L’Oms avrebbe dovuto essere implacabile nel creare un rapporto positivo con le autorità cinesi”. Van Kerkhove, tuttavia, replica che l’Oms ha continuato a cercare di stabilire collaborazioni e incoraggiare la Cina ad essere più aperta e a condividere i dati. “Vogliamo davvero poter lavorare con i nostri colleghi lì”, commenta Van Kerkhove. “È davvero una profonda frustrazione”.
E se da una parte l’Oms nel frattempo ha formato un nuovo comitato scientifico (Sago), e i repubblicani statunitensi hanno appena dichiarato di voler avviare una nuova indagine inviando una serie di lettere agli attuali ed ex funzionari dell’amministrazione Biden, tra cui Anthony Fauci, cercando documenti e testimonianze a conferma che il coronavirus sia sfuggito accidentalmente da un laboratorio cinese, il ministero degli affari esteri cinese non ha ancora risposto alle richieste via e-mail di Nature di commentare il motivo per cui gli studi della fase due si sono bloccati.