Regimi alimentari restrittivi e in particolare la “Dieta mima digiuno” sono davvero efficaci per perdere peso? E, soprattutto, producono benefici per la salute, rallentando l’invecchiamento? Gli studi non consentono ancora di trarre conclusioni definitive.

Il digiuno è una prassi antica, spesso praticata in ambito religioso, come avviene nella quaresima dei cristiani, nel mese di Ramadan dei musulmani o con frequenza settimanale tra gli indù. Molto spesso, poi, si adottano restrizioni e astensioni dal cibo per motivi sanitari o dietetici. Le modalità che possono essere praticate sono però varie e tra queste si inserisce la Dieta mima digiuno (Dmd). “La Dmd rientra nella tipologia del digiuno prolungato e si realizza in 5 giorni consecutivi, durante i quali si assumono calorie controllate, con quantitativi definiti di carboidrati, proteine e grassi. È un regime ipocalorico che prevede il consumo di alimenti di origine vegetale, grassi monoinsaturi e polinsaturi ‘buoni’ e quantità ridotte di proteine e zuccheri. Il ciclo è seguito da un’alimentazione normo calorica e può essere ripetuto ogni 3-6 mesi”, spiega Concetta Montagnese dell’Istituto di scienze dell’alimentazione (Isa) del Cnr.

Grasso addominale

Obiettivo di questo regime dietetico è migliorare i fattori associati al rischio cardiovascolare (pressione sanguigna, livelli di colesterolo, trigliceridi e glicemia) e ridurre l’insorgenza delle malattie degenerative quali cancro, malattie cardiovascolari e diabete, e neurodegenerative, nonché di rallentare i processi di invecchiamento. “La Dmd riesce ad ‘ingannare’ l’organismo perché imita una condizione di digiuno, anche se in realtà si consumano alcuni alimenti, e innesca così alcune reazioni a livello cellulare. I ridotti livelli di assunzione di proteine e di zuccheri inducono l’organismo a strategie di adattamento metabolico per superare la condizione di stress cellulare”, chiarisce l’esperta. “Le cellule si sposterebbero, quindi, verso una ‘modalità di protezione’, eliminando gli scarti e ciò che è danneggiato, e promuovendo l’auto rigenerazione; si parla cioè di meccanismi di autofagia, attraverso cui le cellule si nutrono di componenti non utilizzati o di scarto, garantendo sia la produzione di energia che l’eliminazione di sostanze potenzialmente dannose”.

Oltre ad avere effetti sul benessere, questo regime alimentare sembra essere associato a una riduzione dei processi infiammatori, del grasso e della circonferenza addominale. Ma la ricerca sulla Dmd si anche su altri processi. “Uno di questi è associato all’attivazione delle sirtuine: è stato dimostrato che la restrizione calorica stimola queste proteine, che favoriscono la perdita di massa grassa, di peso corporeo e la conservazione di massa magra, oltre a essere associate a un rallentamento dei processi di invecchiamento”, aggiunge Montagnese.

Un tema senz’altro importante, quello dell’azione anti-aging. “Gli esseri viventi sono programmati per una senescenza cellulare fisiologica e inevitabile, ma i nostri comportamenti, quali abitudini alimentari e stili di vita non corretti, possono velocizzare l’invecchiamento e aumentare l’insorgenza di malattie croniche-degenerative. In questo ambito, la restrizione calorica e la Dmd appaiono associati a un rallentamento dei processi di aging, perché riducono l’infiammazione a livello sistemico, probabilmente attraverso la riduzione del grasso corporeo che alimenta i processi infiammatori, e tramite la promozione dei meccanismi di autofagia cellulare, con conseguente eliminazione degli scarti in eccesso che si accumulano a causa dell’invecchiamento stesso”, continua la ricercatrice.

Chi decide di seguire questa dieta deve comunque farlo sotto controllo di un medico o di uno specialista della nutrizione ed essere in buone condizioni di salute. “Possono adottare la Dmd soggetti di età compresa tra i 18 e i 65 anni di età; va invece evitata assolutamente dalle donne gravide, dalle persone affette da particolari fragilità fisiche e con disturbi del comportamento alimentare. Tra gli effetti collaterali delle diverse forme di restrizione calorica sono descritti la sensazione di spossatezza e talvolta il mal di testa; alcune ricerche hanno inoltre evidenziato il rischio di carenze di macro e di micronutrienti”, conclude Montagnese: “A oggi sono ancora pochi gli studi clinici sugli effetti dei vari tipi di digiuno sulla salute e i risultati non appaiono definitivi. Talvolta i risultati non hanno confermato quelli ottenuti in modelli animali e negli studi preclinici, riportando ad esempio effetti sulla salute simili tra coloro che seguivano una dieta ipocalorica e coloro che consumavano le stesse calorie in un tempo ristretto della giornata. Oltre all’efficacia del trattamento dietetico, resta aperto anche il dibattito sull’opportunità di concentrare l’apporto calorico in un tempo limitato della giornata. Sintetizzando, i risultati degli studi sull’efficacia dei vari regimi restrittivi condotti in modelli animali sono incoraggianti, ma quelli sull’uomo non sono ancora sufficienti per fornire conclusioni”.

 

Fonte: Almanacco della Scienza

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