Repubblica Italiana spaccata in due con circa 29 milioni di cittadini residenti nelle prime 8 Regioni che possono vantare ottime performance in ambito sanitario, e altri 29 milioni nelle Regioni rimanenti – quasi tutte del Centro Sud – con performance sanitarie insufficienti. È questo in estrema sintesi il dato che emerge dall’XI edizione del rapporto “Le Performance Regionali” del C.R.E.A. Sanità – Centro per la Ricerca Economica Applicata in Sanità -, presentata lo scorso 21 giugno a Roma.
Tale analisi classifica le regioni d’Italia prendendo in considerazione le seguenti sei dimensioni, ognuna delle quali composta da 3 indicatori:
- Appropriatezza;
- Equità;
- Sociale;
- Esiti;
- Economico finanziaria
La regione che ha ottenuto il voto più alto (59% – in una scala da 0 a 100%) è il Veneto; il più basso la Calabria con appena il 30%: emerge quindi in maniera piuttosto evidente il divario fra la prima e l’ultima regione.
Nel dettaglio troviamo un’Italia spaccata in quattro gruppi:
- il primo, quello d’eccellenza, composto dal Veneto (59%), Trento (55%) e Bolzano (52%);
- il secondo, composto dalle regioni che hanno “superato la prova”, le cui valutazioni oscillano fra il 49% e il 47%: Toscana, Piemonte, Emilia-Romagna, Lombardia e Marche
- il terzo, composto da 7 Regioni con livelli di Performance abbastanza omogenei ma da rivedere, le cui performance si attestano fra il 43% e il 37%: Liguria, Friuli-Venezia Giulia, Lazio, Umbria, Molise, Valle d’Aosta e Abruzzo
- l’ultimo – composto da Sicilia, Puglia, Sardegna, Campania, Basilicata e Calabria – che presenta livelli di performance insufficienti con risultati inferiori al 32%.
Le variabili “Appropriatezza”, “Equità” e “Sociale” contribuiscono per oltre il 60% alla Performance (rispettivamente il 24,9%, 22,6% e 15,6%; a seguire i driver “Esiti” (13,9%), “Economico-finanziaria” (12,1%) e “Innovazione” (11,5%).
All’interno del rapporto le performance sono chiaramente distinguibili: le regioni sono colorare di verde se la performance ottenuta è superiore alla media nazionale, in rosso se peggiore.
La valutazione alle regioni è stata assegnata da un team multidisciplinare composto da oltre 100 esperti rappresentativi delle varie categorie di stakeholders: istituzioni, management aziendale, professioni sanitarie, utenti e industria medicale.
In ottica futura l’obiettivo del C.R.E.A. – nonché degli stakeholders intervenuti – è di verificare che tutte le Regioni procedano in un processo di miglioramento costante. In particolare, sono emerse tre necessità fondamentali: un’analisi dinamica della performance, l’allargamento della valutazione a nuove aree (ad esempio l’assistenza ospedaliera ed extra – ospedaliera, i sistemi di prevenzione, l’assistenza domiciliare, l’accesso alle tecnologie innovative, ecc…), l’implementazione di adeguati sistemi informativi.
Fonte: ASSINEWS.it