Cattivi stili di vita, poca prevenzione, invecchiamento della popolazione, depressione, ridotta spesa sanitaria in confronto agli altri Paesi dell’UE, effetti negativi della pandemia sull’offerta dei programmi di screening e sulla mancata adesione da parte della popolazione: queste solo alcune delle istantanee emerse nella Rapporto Osservasalute 2022.
La nuova edizione, che si compone di 628 pagine, è frutto del lavoro di 225 ricercatori distribuiti su tutto il territorio nazionale che operano presso Università, Agenzie regionali e provinciali di sanità, Assessorati regionali e provinciali, Aziende ospedaliere e Aziende sanitarie, Istituto Superiore di Sanità, Consiglio Nazionale delle Ricerche, Istituto Nazionale per lo Studio e la Cura dei Tumori, Ministero della Salute, Agenzia Italiana del Farmaco, Istat.
Ma sintetizziamo per punti.
- Sistema sanitario Nazionale sotto finanziato: nel 2022 la spesa sanitaria pubblica si è attestata a 131 miliardi (6,8% del PIL), di cui 39 sostenuta out of pocket. Se è vero che non esiste uno standard di quanto uno Stato debba spendere, è anche vero che tali valori si collocano decisamente al di sotto rispetto alla media europea sia in termini di valore pro capite (2.609 euro vs 3.269 euro) che in rapporto al PIL (9,6% vs 10,9%).
Con riferimento a quest’ultimo l’Italia occupa la decima posizione insieme alla Finlandia; Francia e Germania sono i Paesi con l’incidenza più elevata, superiore al 12%.
Il nostro Paese scivola invece al tredicesimo posto della graduatoria dei Paesi UE per la spesa pro capite, dietro Repubblica Ceca e Malta, e molto distante da Francia (3.807 euro pro capite) e Germania (4.831 euro).
- Invecchiamento della popolazione e poche nascite. Si stima che l’età media della popolazione, nel 2022 pari a 46,2 anni, raggiungerà i 50,6 anni nel 2050. Ma non finisce qua. Le stime prevedono anche che, sempre nel 2050, si assisterà ad una drastica riduzione della popolazione, che dovrebbe crollare dai 59,2 miliardi di abitanti attuali a 54,2 miliardi. A questo dato va aggiunto che più di una persona su cinque ha 65 anni ed oltre.
L’Italia è inoltre il Paese in Europa con la percentuale più alta di madri di età compresa fra 35 e 40 anni, il 35,4%. Il n° medio di figli per donna è pari a 1,25, seppur con evidenti differenze territoriali.
- Eccesso di mortalità rispetto al periodo pre – pandemico, fra i più elevati in Europa, che si traduce in una diminuzione della speranza di vita in quasi tutti i Paesi europei
- La mortalità dovuta ai servizi sanitari. Nonostante un complessivo miglioramento del dato (63,98% nel periodo 2018 – 2019 a fronte del 65,53% del precedente biennio), è ancora molto alta la quota di decessi attribuibili ai tumori e alle malattie cardiocircolatorie: tali decessi si sarebbero potuti evitare se le condizioni che li hanno causati fossero state intercettate per tempo con specifiche campagne di screening.
- Ritardi negli screening, riduzione dell’offerta dei programmi di prevenzione organizzati da parte delle Asl, e riduzione di adesione da parte della popolazione.
- Poco sport praticato. Gli italiani sono sempre più in sovrappeso – circa il 12% della popolazione, pari a quasi 6 milioni di adulti – e poco attivi, con più di un terzo delle persone che non pratica sport o attività fisica nel tempo libero.
- Aumento della sedentarietà, anche tra i più giovani: si passa dal 22,3% al 27,2%. Tale dato è più imponente nel Mezzogiorno, dove più del 50% della popolazione non pratica sport né attività fisica.
- Un popolo depresso. Aumentato anche il volume dei farmaci antidepressivi prescritti, con valori che tra il 2017 ed il 2021 hanno registrato un +10,4%.
Fonte: ASSINEWS.it