Dislessia e la correlazione con i geni
Articolo del 20 Gennaio 2025
La dislessia è un disturbo specifico dell’apprendimento che influisce sulla capacità di leggere, scrivere e talvolta comprendere il testo scritto. Questo disturbo non è correlato a problemi di intelligenza o di vista, ma è il risultato di differenze nel modo in cui il cervello elabora il linguaggio scritto e parlato. La dislessia può manifestarsi in modi diversi da persona a persona e spesso si associa a difficoltà con la fonologia, la memoria di lavoro e l’automatizzazione delle abilità di lettura.
La base genetica della dislessia
Numerosi studi scientifici suggeriscono che la dislessia ha una componente genetica significativa. Le ricerche su famiglie e gemelli hanno evidenziato che il disturbo tende a ricorrere all’interno delle famiglie, con una probabilità maggiore di sviluppare dislessia se uno o entrambi i genitori ne sono affetti.
Alcuni geni specifici sono stati associati alla dislessia, tra cui:
- DYX1C1: uno dei primi geni identificati come correlati alla dislessia. Questo gene svolge un ruolo importante nello sviluppo neuronale e nella migrazione delle cellule nervose durante la formazione del cervello.
- ROBO1: associato alla corretta comunicazione tra gli emisferi cerebrali, fondamentale per le abilità linguistiche.
- KIAA0319: coinvolto nei processi di riconoscimento e decodifica delle parole.
- DCDC2: legato alla capacità di elaborare informazioni fonologiche e linguistiche.
Questi geni influenzano il modo in cui il cervello si sviluppa e si organizza per affrontare compiti linguistici complessi, contribuendo a creare le basi biologiche della dislessia.
Come agiscono i geni?
I geni associati alla dislessia non agiscono in modo isolato. La dislessia è un disturbo multifattoriale, il che significa che è il risultato dell’interazione tra genetica e ambiente. Ad esempio, fattori ambientali come l’accesso precoce alla lettura, l’educazione e il supporto linguistico possono influenzare significativamente il modo in cui i geni si esprimono.
Inoltre, la dislessia non dipende da un singolo gene, ma piuttosto da una combinazione di varianti genetiche che aumentano il rischio di sviluppare il disturbo. Questa complessità genetica rende difficile prevedere con certezza chi svilupperà la dislessia.
La dislessia come diversità neurologica
Negli ultimi anni, la ricerca ha promosso una visione della dislessia non solo come un deficit, ma anche come una forma di diversità neurologica. Alcune teorie suggeriscono che le differenze cognitive associate alla dislessia possano conferire vantaggi in aree come il pensiero creativo, la risoluzione di problemi e la capacità di vedere il quadro generale. Tuttavia, queste potenzialità possono emergere solo se il disturbo viene riconosciuto e supportato adeguatamente.
Diagnosi e intervento precoce
La comprensione del ruolo della genetica nella dislessia ha aperto la strada a diagnosi e interventi più mirati. Alcune tecniche includono:
- Screening genetico: anche se ancora in fase sperimentale, potrebbe in futuro identificare individui a rischio fin dalla prima infanzia.
- Interventi personalizzati: conoscere i fattori genetici e ambientali può aiutare a sviluppare strategie di apprendimento su misura.
- Tecnologie assistive: ctrumenti come software di lettura e app educative possono compensare alcune difficoltà legate alla dislessia.
Conclusione
La dislessia è un disturbo complesso che combina fattori genetici e ambientali. La ricerca sui geni associati a questa condizione offre nuove prospettive per comprenderne meglio le cause e migliorare gli approcci educativi e terapeutici. Riconoscere la dislessia come una forma di diversità neurologica e fornire supporti adeguati può trasformare una sfida in un’opportunità per sviluppare talenti unici e migliorare la qualità della vita delle persone affette da questo disturbo.
Per approfondimenti: REPUBBLICA