Emotional eating per combattere lo stress da Covid: esploso il numero di mangiatori compulsivi.
Articolo del 17 Novembre 2020
Ha le stesse caratteristiche della tossicomania, ma il soggetto che ne è affetto non è alla ricerca di sostanze stupefacenti: ha un bisogno incontrollato di dolciumi e cibi spazzatura. «Si chiama disturbo da alimentazione compulsiva ed è un’alterazione patologica del comportamento alimentare che può assumere forme gravi tanto quanto l’anoressia e la bulimia», spiega Leonardo Mendolicchio, esperto di disturbi del comportamento alimentare presso l’ospedale Piancavallo (VB) Istituto Auxologico Italiano.
DISTURBI ALIMENTARI, I NUMERI DI UNA CURVA ESPONENZIALE
È difficile stimare quante siano le persone che ne soffrono, ma di certo tutti i disturbi del comportamento alimentare sono in ascesa: «Già nel mese di maggio l’Istituto Superiore di Sanità aveva stimato un aumento del 30% come conseguenza diretta del lockdown – continua lo specialista -. Nei mesi successivi, nonostante l’allentamento delle restrizioni, le richieste di assistenza nelle cliniche e nei centri di cura specializzati in disturbi alimentari sono aumentate in modo esponenziale. Ed è molto probabile che entro un anno i numeri continueranno a peggiorare, tanto che il territorio deve prepararsi ad affrontare questa nuova ondata, non solo in termini di diagnosi precoce, ma anche di posti disponibili all’interno di strutture specializzate».
L’ALIMENTAZIONE COMPULSIVA E l’EMOTIONAL EATING
Anche gli ultimi dati sull’obesità infantile, elaborati da Okkio alla Salute, il sistema di sorveglianza nazionale coordinato dal Centro per la Prevenzione delle malattie e Promozione della Salute (CNaPPS) dell’Iss, confermano lo stesso trend. In Italia, il 20,4% dei bambini è in sovrappeso, il 9,4% obeso e il 2,4% gravemente obeso. Percentuali così alte da piazzare il Belpaese tra i Paesi europei con i valori più elevati di eccesso ponderale nella popolazione in età scolare. «L’alimentazione compulsiva è molto diffusa tra i giovanissimi e si manifesta proprio attraverso una malnutrizione per eccesso – commenta Mendolicchio -. Il preludio è spesso l’emotional eating, un comportamento alimentare attraverso il quale un individuo risponde ad una situazione emotivamente carica e stressante alimentandosi in modo incontrollato e ipercalorico, anche in assenza di fame. Si mangia non per saziarsi, non per convivialità, ma per regolare gli stati emotivi interni. E la pandemia da Covid-19 ha avuto la capacità di scatenare anche effetti di questo tipo».
LE CAUSE: QUARANTENA E STOP DELLE CURE
Lo stress da isolamento e la paura di essere contagiati, ovviamente, non hanno lo stesso effetto su chiunque. «Sono coloro che già soffrivano di un disturbo alimentare o che comunque non avevano un rapporto sano con il cibo ad aver aggravato la loro condizione – sottolinea Mandolicchio -. Anoressia e bulimia sono peggiorati sia perché l’impossibilità di avere una vita sociale regolare ha aumentato i livelli di ansia e di angoscia, sia perché l’interruzione di alcuni servizi ha ridotto le intensità delle cure. Chi invece aveva un equilibrio nutrizionale non chiaramente sintomatico, ma comunque problematico, è facile che abbia riversato i suoi stati d’animo negativi sul cibo, mangiando troppo e male. Tentazione aggravata dalla aumentata disponibilità di scorte in casa: uno dei primi effetti della pandemia, infatti, è stato proprio l’assalto ai supermercati, che sono stati letteralmente svuotati nel giro di pochi giorni».
A RISCHIO LA GESTIONE DELLA SANITÀ PUBBLICA
Nonostante i sintomi della malnutrizione per eccesso siano chiari, sono difficilmente identificati ed accettati: «La maggior parte della popolazione non riconosce la fame compulsiva tra i disturbi alimentari – dice lo specialista -. Invece, questo comportamento va trattato alla stessa stregua di bulimia e anoressia, con un approccio terapeutico che integri psicologia, psichiatria e nutrizione. I bambini obesi vanno tenuti sotto controllo ed aiutati a rimettersi in forma, per evitare che da adulti continuino ad avere chili di troppo. La malnutrizione per eccesso non è un problema che si riversa sulla salute individuale, ma su tutta la sanità pubblica – conclude Mendolicchio – che si ritroverà a gestire una popolazione sempre meno sana».
Fonte: Sanità Informazione