Il farmaco che blocca il Covid nei furetti potrà impedire l’infezione anche nell’uomo?
Articolo del 08 Dicembre 2020
La sigla è una stringa di numeri e lettere incomprensibili: MK-4482/EIDD-2801, un farmaco antivirale, Molnupiravir, studiato per contrastare l’influenza che ha dimostrato di bloccare completamente la trasmissione del virus Sars-CoV-2 nei furetti in appena 24 ore. Il farmaco si assume per via orale, quindi è di facile somministrazione. Dal 16 giugno la molecola è in fase di sperimentazione clinica avanzata anche sull’uomo. Potrà questo farmaco impedire l’infezione anche negli uomini?
Le potenzialità
Qualora Molnupiravir confermasse le sue potenzialità anche nell’uomo, potrebbe diventare uno strumento per frenare la progressione della malattia, ridurre il tempo di isolamento dei pazienti e spegnere rapidamente i focolai locali. Per ora però sono solo speranze in attesa di conferme. Lo studio sui furetti è stato pubblicato su Nature Mirobiology dai ricercatori della Georgia State University, negli Stati Uniti. «Avevamo già notato che MK-4482/EIDD-2801 ha un ampio spettro d’azione contro i virus respiratori a Rna e che la somministrazione per via orale negli animali infetti riduce di diversi ordini di grandezza la quantità di particelle virali liberate, diminuendo drasticamente la trasmissione» spiega il coordinatore dello studio, Richard Plemper.
L’esperimento sui furetti
Che cosa è successo ai furetti? Gli animali sono stati infettati con Sars-CoV2 e trattati due volte al giorno con il Molnupiravir. «Abbiamo testato l’efficacia del molnupiravir a scopo terapeutico per attenuare l’infezione e bloccarne la trasmissione – ha spiegato Robert Cox, co-autore dello studio – scegliendo questi animali perché trasmettono facilmente il virus, ma hanno dei sintomi clinici minimi e ciò è molto simile a quanto accade nella propagazione del virus nell’uomo tra i giovani adulti». I test hanno dimostrato che la molecola ha impedito un’evoluzione di Covid-19 verso una forma grave ed è stata in grado di bloccare la trasmissione del virus in 24 ore. «Quando abbiamo messo nella stessa gabbia gli animali infettati e poi trattati insieme a furetti sani e non trattati nessuno è stato infettato» ha chiarito Josef Wolf, co-autore principale dello studio. Nello studio di controllo invece tutti i furetti che avevano ricevuto il placebo si sono infettati.
L’invito alla prudenza
I risultati su modelli animali hanno suscitato un comprensibile entusiasmo. L’immunologa Antonella Viola sulla sua pagina Facebook fa un punto su questa possibile nuova terapia. «Arrivano belle notizie dai laboratori! Un farmaco antivirale, Molnupiravir, sembra essere in grado di bloccare completamente la trasmissione del virus in modelli animali. Gli studi di fase II e III nei pazienti sono in corso. Incrociamo le dita!». Filippo Drago, docente di Farmacologia e Direttore dell’Unità farmacologica clinica del Policlinico di Catania invita alla prudenza: «Il fatto che il farmaco abbia un’efficacia straordinaria sui furetti non vuol dire che funzioni anche sugli uomini. Ricordiamoci che il Remdesivir aveva un’efficacia molto superiore sugli animali, ma abbiamo visto di recente che in realtà non risulta particolarmente efficace nei casi gravi». Insomma sperare sì, ma senza entusiasmarsi troppo. Lo studio in fase 2-3 terminerà il 30 dicembre ma finora non sono stati pubblicati dati di «interim analysis», quelli che spesso vengono resi pubblici durante i mesi di sperimentazione quando stanno emergendo risultati significativi. «Nel mezzo di una pandemia dove non esiste ancora un farmaco antivirale efficace contro Sars-CoV2 – riflette Filippo Drago – forse ci saremmo aspettati dati intermedi, se ci fossero risultati promettenti. Ma così non è».
Fonte: Corriere della Sera