Salute e cibo ribelle
Articolo del 02 Gennaio 2021
Le caratteristiche che secondo il dottor Franco Berrino consentono di definire il cibo “ribelle”
1. Cibo vero, che esclude laboriose trasformazioni industriali (raffinazioni, integrazioni, conservanti, coloranti, trattamenti con additivi tecnologici: solventi, agenti distaccanti, emulsionanti e così via). Chi consuma abitualmente cibo ultralavorato dall’industria è a maggior rischio di obesità, malattie croniche e morte prematura.
2. Cibo pulito, prodotto senza veleni agricoli. I residui di pesticidi e diserbanti che rimangono sui cibi sono causa primaria dell’insorgenza di tumori maligni.
3. Cibo fresco e vitale. Verdure consumate il giorno stesso che sono state raccolte o, al più, dopo uno o due giorni. La qualità dei cibi diminuisce progressivamente con il tempo di conservazione.
4. Cibo integrale, prediligendo una varietà di cereali non raffinati come frumento, farro, orzo, riso, miglio, sorgo, grano saraceno e, occasionalmente, quinoa e amaranto. Il consumo abituale di cereali integrali è associato a minore incidenza di malattie cardiache, diabete, cancro, malattie neurodegenerative.
5. Cibo vario, con tutta la varietà di cereali e legumi prodotti nel territorio, e verdure e frutta che offrono le stagioni. Gli studi epidemiologici sulle cause del cancro mostrano che frutta e verdura sono protettive, ma la varietà conferisce un’ulteriore significativa protezione.
6. Cibo gustoso, che consente di riconoscere il gusto degli ingredienti utilizzati. Nei prodotti industriali il gusto dei cibi è coperto da troppo sale, troppo zucchero, troppo pomodoro, additivi e miglioranti vari che coprono la cattiva qualità degli ingredienti di base.
7. Cibo salutare, che rispetta la raccomandazione del Codice Europeo Contro il Cancro, secondo cui è bene consumare «abbondantemente cereali integrali, legumi, verdure non amidacee e frutta», evitare «le bevande zuccherate e le carni lavorate» e limitare «le carni rosse, le bevande alcoliche e i prodotti industriali ricchi di grassi, di sale e di zuccheri». Gli studi hanno dimostrato che chi segue queste raccomandazioni muore meno non solo di cancro, ma anche di malattie cardiocircolatorie, respiratorie e dell’apparato digerente.
8. Cibo che non fa ingrassare, anzi aiuta a dimagrire. Gli studi mostrano che cereali integrali, legumi, verdure, frutta, comprese mandorle, noci, nocciole e altri semi oleaginosi, e lo yogurt (naturale, senza zucchero) aiutano a non prendere peso. Al contrario, patate e patatine, bevande zuccherate, salumi e altre carni lavorate, carni rosse, burro e prodotti a base di farine raffinate fanno ingrassare.
9. Cibo che aiuta l’intestino, perché la ricchezza di fibre vegetali nutre i microbi buoni e stimola la peristalsi. Le fibre vanno masticate bene per evitare fermentazioni e gonfiori di pancia.
10. Cibo giusto, per gli esseri umani e per il pianeta. Scegliendo prevalentemente cibo vegetale e biologico o biodinamico prodotto localmente riduciamo l’inquinamento dell’aria, dell’acqua e della terra, e non contribuiamo a causare la fame nei paesi poveri.
I tempi della pandemia impongono un cambio di rotta: è giunta l’ora di dire basta alle menzogne diffuse dall’industria alimentare e riappropriarci del nostro diritto alla salute e alle produzioni locali. Nei paesi ricchi possiamo decidere cosa mangiare almeno tre volte al giorno: c’è forse una scelta più importante che possiamo fare per noi stessi e per il Pianeta? L’abbondanza di cibo sugli scaffali non è solo una gigantesca illusione?
Le nostre diete sono sempre più povere, esauriscono le risorse e uccidono il significato profondo del cibo, ridotto a carburante o a esibizione nei cooking show. Serve uno scatto di consapevolezza. Ecco che insieme a grandi esperti come il dottor Franco Berrino e la scienziata indiana Vandana Shiva, andiamo a smascherare gli inganni del marketing, per dire addio alle monocolture e riscoprire il cibo vero. Un viaggio di andata e ritorno dal campo alla tavola, dentro i territori, tra cereali, legumi, frutti autoctoni, e le trasformazioni artigianali che valorizzano le qualità degli alimenti. Un salto nel mondo del gusto e della biodiversità, per una nuova alleanza tra buongustai, ricercatori, mugnai, cuochi, cittadini comuni e nuove avanguardie rurali.