Ridere attiva il lobo temporale del cervello (e allenta lo stress)
Articolo del 19 Gennaio 2021
Praticare attività divertenti accelera il battito cardiaco, migliora la circolazione, dilata i polmoni e brucia perfino calorie: per il sistema cardiorespiratorio ha vantaggi come con l’attività fisica. Benefici anche per la memoria nelle persone anziane.
Anche in tempi difficili non bisogna perdere la capacità di ridere, o almeno sorridere, e il gioco è uno dei mezzi migliori per riuscirci. Perché ridere fa bene al cervello e alla salute in generale, come conferma una mole sempre maggiore di studi: per esempio si è scoperto che aumenta la resistenza allo stress, perché chi ride spesso di fronte alle situazioni complicate reagisce meglio e anche sotto pressione non si fa travolgere dall’ansia, né manifesta sintomi fisici o psicologici dello stress, dal mal di testa all’agitazione. Lo ha dimostrato di recente una ricerca dell’università svizzera di Basilea: le risate frequenti, non importa se a crepapelle o più misurate, grazie ai loro effetti biologici e sociali renderebbero il cervello più resiliente in caso di problemi. Innanzitutto avvicinano agli altri e aiutano ad avere relazioni proficue, migliorando i rapporti interpersonali: una rete di contatti articolata con buoni punti di riferimento per i momenti difficili ci fa sentire sicuri e protetti, diminuendo l’ansia e il rilascio di ormoni dello stress deleteri per il cervello come il cortisolo.
Endorfine
L’ilarità peraltro stimola la produzione di endorfine, responsabili della sensazione di piacere connessa al riso: ridere spesso fa aumentare l’espressione dei recettori delle endorfine nel cervello e questo può rendere meno suscettibili agli effetti negativi dello stress, oltre a rinforzare i legami interpersonali. Le endorfine infatti promuovono la sensazione di coesione sociale e non è un caso che il riso sia contagioso: chi si accoda agli sghignazzi altrui ne avrà di più in circolo e quindi si sentirà più legato agli altri membri del gruppo. I vantaggi non finiscono qui: ridere aumenta anche il rilascio nel cervello di serotonina, il neurotrasmettitore del buonumore, tanto che la «terapia del sorriso» è stata considerata un buon antidepressivo in alcune piccole sperimentazioni, specialmente su donne di mezza età. Uno studio della Loma Linda University, in California meridionale, ha poi dimostrato che ridere aumenta i livelli di dopamina e questo, oltre a contribuire alla sensazione di gratificazione, aiuta il cervello a lavorare meglio e, per esempio, a migliorare memoria e capacità di apprendimento. «Bastano una ventina di minuti di video divertenti al giorno per sorridere quanto basta a ridurre lo stress, sollevare l’umore e avere un effetto positivo sulla memoria», spiega l’autore dello studio, il neuroendocrinologo Lee Berk.
Autoironia
Trascorrere (un po’) di tempo a ridere di animali buffi su YouTube insomma potrebbe essere meno inutile di quanto crediamo, anche perché il riso fa bene pure al fisico: accelera il battito cardiaco, migliora la circolazione, dilata i polmoni e brucia perfino calorie, al punto che per il sistema cardiorespiratorio cento risate si possono «tradurre» in una decina di minuti di attività fisica. Se poi si è per primi la fonte del riso nostro e altrui, perché esercitiamo un po’ di sana autoironia, va perfino meglio: ricercatori dell’università di Granada hanno verificato che la capacità di prendersi in giro si associa a un maggior benessere psicologico e una miglior capacità di combattere l’ansia. Chi poi è dotato di humour ed è bravo a inventare battute ha una marcia in più: lo sottolinea Ori Amir, psicologo dell’università di Los Angeles che ha studiato quel che accade nel cervello di chi è comico per professione rispetto a chi è il «clown» del gruppo e chi invece non riesce neppure a raccontare barzellette. Spiega Amir: «Più si è capaci di suscitare risate, più è attivo il lobo temporale del cervello, un’area in cui si «mescolano» informazioni sensoriali e linguistiche. È minore invece l’attivazione della corteccia frontale, dove il controllo del pensiero e delle decisioni è maggiore: in pratica, chi sa far ridere si lascia più andare alle associazioni di idee spontanee e risulta così anche più creativo».
Anche fingere va bene
Proprio non trovate nulla di cui ridere e neanche giocare aiuta? Fingete, perché come dice la canzone se sorridete al mondo, poi il mondo vi sorriderà: una ricerca australiana ha dimostrato che anche atteggiare il viso al sorriso fa bene e aumenta la produzione di endorfine. Il movimento dei muscoli facciali che si impegnano in un sorriso «inganna» infatti l’amigdala, un’area cerebrale fondamentale per la gestione delle emozioni, innescando meccanismi che favoriscono benessere e positività. «Azioni e sensazioni sono percepite dal cervello come un tutt’uno: muovere i muscoli come se ridessimo può convincerlo che sta vivendo una sensazione gradevole e questo può rivelarsi utile per il benessere mentale e per superare momenti difficili», concludono gli autori.
Fonte: Corriere della Sera