Dall’astrofisica alla medicina, le 7 promesse della scienza nel 2021
Articolo del 19 Gennaio 2021
In orbita il telescopio Webb, passi verso Marte e la fusione nucleare controllata. Ma non mancano le nuove speranze contro il Covid, i tumori e l’Alzheimer.
el nuovo anno l’immagine che abbiamo dell’Universo potrebbe subire una rivoluzione copernicana. Nientemeno. Perché va in orbita il telescopio spaziale Webb, sei volte più potente del predecessore Hubble, e in grado di mostrarci il Cosmo tutto intero, con una risoluzione mai vista; così scioglieremo molti enigmi che ci tormentano da tempo, non solo, ma scopriremo (probabilmente) anche le risposte imprevedibili a nuove domande, che finora non avevamo nemmeno immaginato di doverci porre. E anche qui, sul nostro caro pianeta Terra, il 2021 si annuncia ruggente: a parte i molti vaccini per prevenire il Covid, sono in arrivo diversi medicinali in grado di debellare a posteriori i sintomi della pandemia, e addirittura si preannuncia un farmaco capace di sconfiggere parecchie forme di cancro: d’accordo, questa è una promessa già sentita fin troppo spesso in passato, ma stavolta, dicono gli oncologi, potrebbe essere quella buona. Poi sul fronte scientifico sono attese numerose altre novità, che vanno da un decisivo passo avanti verso la fusione nucleare pacifica a una possibile cura dell’Alzheimer. Se son rose fioriranno, e se invece le speranze non si realizzeranno, lo scopriremo fra appena 365 giorni, anzi meno ancora, visto che un pezzetto di 2021 è già trascorso.
Ecco una breve rassegna di 7 promesse scientifiche dell’anno nuovo. Le prime sei riguardano la “big science”, mentre l’ultima annuncia una rivincita della scienza povera.
COME CAMBIA L’UNIVERSO
Qui comincia l’avventura del telescopio Webb
Anche se l’angoscia da coronavirus stringe la Terra in una morsa, mettiamola per un momento da parte e cominciamo parlando d’altro: alziamo gli occhi al cielo. Il James Webb Space Telescope, realizzato da dalla Nasa americana e dall’Esa europea (con forte partecipazione italiana), andrà in orbita entro il 2021 con una specchio largo 6,5 metri e un potere di raccolta della luce pari a sei volte il già strepitoso Hubble. Webb passerà allo scanner l’intero Universo nella frequenza dell’infrarosso, e oltre a farci vedere in modo nitido le primissime stelle e le galassie alle origini del Cosmo saprà esaminare le atmosfere degli esopianeti e farà scoperte (forse decisive) sulla vita nello spazio. Dopo Webb, l’Universo non sarà mai più quello di prima. Con Webb raccoglieremo dati sulla materia oscura, sull’energia oscura e sulla possibile esistenza di un Multiverso – o magari avremo le prove definitive che non esiste niente del genere, e questo sarebbe altrettanto importante da stabilire. Ma ancora più intrigante sarà la probabile scoperta di oggetti e fenomeni astrofisici di cui finora non abbiamo avuto neppure il sospetto. Tutto questo al modico prezzo di 9 miliardi di dollari. Webb andrà in orbita con un missile Ariane 5 europeo, lanciato dalla base di Kourou nella Guyana francese.
IL PIANETA ROSSO SI AVVICINA
Un altro passo in direzione di Marte
Ci avete fatto caso? Fino a qualche anno fa si indicava il 2030 come anno dell’approdo umano su Marte, ma da un po’ di tempo è calato il silenzio al riguardo, non se ne parla più. Il fatto è che la permanenza nella Stazione orbitale internazionale ha dimostrato che uomini e donne non riescono a vivere senza gravità per i tre anni necessari (nella migliore delle ipotesi) al percorso Terra-Marte-Terra. Per portare a termine la missione saranno necessari sviluppi decisivi nella propulsione, così
da viaggiare molto più velocemente, oppure nella medicina spaziale, per potenziare le possibilità dell’essere umano; ma finora tali progressi decisivi non sono prevedibili, e di certo non ne vedremo in questo 2021. Tuttavia, nell’anno in corso l’esplorazione marziana proseguirà con mezzi automatici: il 18 febbraio scenderà sul Pianeta Rosso il rover di maggiori dimensioni mai mandato su Marte, un pachidermico veicolo-laboratorio battezzato Perseverance, in grado di fare molti esperimenti e di raccogliere parecchio materiale marziano da riportare sulla Terra. Ma quest’anno anche la Cina realizzerà, per la prima volta, una sua missione su Marte; e faranno lo stesso (dettaglio ancora più curioso e innovativo) gli Emirati Arabi Uniti.
FUSIONE NUCLEARE ALLA SVOLTA
L’energia senza limiti non è più un sogno
Finora la fusione nucleare per uso civile (da non confondere con la bomba all’idrogeno…) non ha mantenuto le promesse: alcuni impianti-pilota sono riusciti ad avviare il fenomeno, questo sì, però l’energia necessaria a dare il “là” al procedimento, e a poi a imporre il confinamento magnetico del plasma, è stata pari o superiore a quella prodotta dalla fusione stessa, rendendo anti-economico tutto l’ambaradan. Nel 2021 dovrebbe esserci la svolta. Il Joint European Torus (per gli amici JET), il maggior reattore a fusione del mondo, che si trova nel Regno Unito, dovrebbe realizzare una significativa produzione di energia da fusione, non tanto aumentando la potenza del reattore, quanto rendendo più stabile e duraturo il processo. Questo però non significa che il traguardo sia a portata di mano: il JET è soltanto un raettore sperimentale, finalizzato al funzionamento del vero reattore a fusione europeo, il famoso ITER in costruzione in Francia, che sarà avviato nel 2025 e diventerà (si prevede) economicamente sostenibile attorno al 2035. A margine, segnaliamo un problema suscitato dalla politica: il progetto europeo JET si trova fisicamente in un Regno Unito che da qualche giorno non fa più parte dell’Unione europea. Intendiamoci: le collaborazioni scientifiche trascendono spesso i confini, non solo quelli nazionali ma anche quelli europei, quindi il problema politico non è insolubile, però la Brexit ha sollevato molte questioni relative ai finanziamenti, alla distribuzione dei contratti eccetera, in un contesto di rinnovate animosità e suscettibilità nazionalistiche, di cui non si sentiva proprio il bisogno.
ATTACCO MULTIPLO AL CORONAVIRUS
Cocktail e farmaci anti-Covid personalizzati
Come regola generale, la medicina attacca le malattie su due fronti: lo fa in modo preventivo con le vaccinazioni, e a posteriori creando cure e farmaci ad hoc. Contro il Covid abbiamo già confezionato diversi vaccini, ma si è fatto pochissimo sull’altro versante, quello della cura: alcuni rimedi parziali sono stati approntati, ma per sconfiggere il coronavirus serve ben altro. Al momento sono in fase di sviluppo nel mondo 590 farmaci che si propongono di debellare la pandemia. Nonostante questo sforzo, è possibile che non si trovi la singola pillola magica che cura il Covid; più probabilmente si appronterà un cocktail di medicinali, come si è fatto per contenere un’altra emergenza sanitaria, quella dell’Aids. Non è probabile che si risolva tutto nel 2021, ma è lecito attendersi che entro l’anno arrivino i primi risultati concreti. E già nel 2021 potrebbe esserci qualche sorpresa positiva addirittura dalle cure personalizzate, con l’ausilio dell’Intelligenza Artificiale e dei supercalcolatori. Si attendono scintille nell’inchiesta sull’origine della malattia. Finora la comunità internazionale è stata educatissima (con l’eccezione del presidente americano Donald Trump) nel rifiutarsi di colpevolizzare la Cina per la comparsa del virus e per il ritardo con cui Pechino ha svelato al mondo l’epidemia, ma nel 2021 persino l’Organizzazione mondiale della sanità, che ha mostrato nel 2020 una straordinaria condiscendenza nei confronti della Cina, manderà in quel Paese una delegazione ufficiale per far luce su quanto è successo a Wuhan, e sarà il momento della verità: i cinesi dovranno collaborare senza riserve.
UN POSSIBILE FRENO AI TUMORI
Ai malati una nuova molecola anti-cancro
Da più di trent’anni gli oncologi cercano di combattere il cancro silenziando una proteina, chiamata Kras, che sovrintende alla crescita di molti tipi di tumore. Le premesse scientifiche erano promettenti, ma passare dalla teoria alla pratica si è rivelato difficile. Di recente sono stati ottenuti risultati sperimentali sulle cavie e sugli esseri umani. Nel dicembre 2020 la società farmaceutica Amgen ha presentato alla Food and Drug Administration americana una richiesta di autorizzazione all’uso clinico di un suo farmaco, chiamato Sotorasib, che inibisce la proiteina Kras. La prima applicazione riguarda la cura del cancro ai pomoni. La risposta della Fda è attesa entro il 2021. Altre società farmaceutiche avanzeranno quest’anno analoghe domande per loro medicinali, intesi a combattere i tumori con lo stesso principio. Troppi annunci passati e troppe delusioni riguardo a passi decisivi nella lotta ai tumori inducono alla prudenza, ma stavolta la speranza potrebbe essere giustificata.
ALZHEIMER, LA SFIDA PIU’ DIFFICILE DI TUTTE
Un rimedio per impedire al cervello di spegnersi
C’è una speranza contro l’Alzheimer, ma diciamo subito che è meno concreta rispetto a quella che abbiamo appena acceso sui tumori. Nel 2021 potrebbe essere autorizzato l’uso clinico di un farmaco, chiamato Aducanumab e prodotto dalla Biogen, che sembra in grado di rallentare la progressione dell’Alzheimer. La novità rispetto alle medicine finora disponibili è che queste curano alcuni sintomi, mentre il nuovo prodotto mira proprio alla malattia. Due studi sull’efficacia della’Aducanumab hanno dato (finora) risultati contrastanti, ma se il verdetto del 2021 sarà favorevole, l’anno in corso sarà ricordato come fondamentale nella storia della medicina.
NUTRIZIONE, LA RIVINCITA DELLA SCIENZA POVERA
Un rimedio semplice per la salute intestinale dei bambini malnutriti
Finora abbiamo parlato di “big science”: progetti multimiliardari nell’astronomia e nell’energia, e programmi quasi altrettanti miliardari nella medicina. Ma ecco che avanza la rivincita della scienza umile, creata nei Paesi poveri: quest’anno potrebbe arrivare dal Bangla Desh un aiuto concreto per milioni di bambini malnutriti, realizzato con un farmaco “low cost”. Spesso per aiutare i piccoli che hanno sofferto la fame non è sufficiente un soccorso alimentare ristoratore: anche dopo che hanno ripreso a mangiare, i bambini possono continuare a patire a lungo, o addirittura in maniera permanente, di vari danni fisici provocati dalla denutrizione. Fra i possibili problemi c’è la scomparsa del microbioma intestinale, che conduce a un sistema digestivo immaturo e inefficiente, col rischio che addirittura si blocci la crescita. Per ricostituire i microbiomi, potrà essere di aiuto uno studio, i cui risultati saranno resi noti nel 2021, su un nuovo integratore alimentare a basso costo realizzato nel Bangla Desh; si tratta di un mix di ingredienti facili da trovare, come ceci, banane e farine di soia e di arachidi. Questo semplice miscuglio ha già aiutato 60 bambini, usciti dalla denutrizione, a ripristinare la piena funzionalità dell’intestino. È attesa a breve la comunicazione completa e ufficiale dei risultati. Viva la scienza umile.
Fonte: La Stampa