Travolti dall’epidemia, piccolo manuale per affrontare il nuovo anno con meno stress
Articolo del 19 Gennaio 2021
Serve una nuova routine, fatta di attività e passioni ritrovate, nonché di orari e abitudini regolari, alla cura della salute.
Stanchezza, incertezza, confusione, malessere: a quasi un anno dall’inizio dell’emergenza sanitaria, in molti hanno sperimentato almeno una di queste sensazioni spiacevoli. Con l’arrivo del nuovo anno speravamo di superare i problemi legati al coronavirus, ma non è così. Come fare allora per riuscire a gestire la frustrazione e le emozioni negative che a volte ci accompagnano? Gli esperti consigliano una rinnovata routine, fatta di orari regolari, attività e hobby anche molto semplici, come la scrittura di un diario, che possono sostenerci.
Lo stress colpisce quasi tutti, anche se in maniera e con intensità differente. Non è un caso che l’Organizzazione mondiale della sanità abbia stimato che fino a 6 persone su 10 in Europa (circa il 60% degli europei) possano sperimentare la cosiddetta “pandemic fatigue”, ovvero una sensazione di stanchezza e sfinimento legata alle difficoltà dell’emergenza e all’isolamento sociale. Ma anche se ci sentiamo affaticati o stremati possiamo fare molto. “Se l’essere umano per natura si oppone al cambiamento e soprattutto all’inizio fa fatica ad accettarlo – spiega David Pelusi, dottore in Tecniche psicologiche e tesoriere dell’Ordine degli Psicologi del Lazio – allo stesso tempo ha anche una grande capacità di reagire rialzarsi dopo una caduta”.
Agire su ciò che si può cambiare
Il primo passo consiste nell’accettare la situazione portata dall’epidemia. Questa consapevolezza aiuta a chiederci come utilizzare al meglio le risorse e le possibilità che abbiamo. Ad esempio, anche se ci saranno nuove chiusure e zone rosse cosa possiamo fare all’interno di ciò che è ancora permesso? “È importante impiegare le proprie energie in ciò che possiamo fare di buono per noi o per gli altri nel momento attuale, agendo sulla propria ‘area di influenza’”, rimarca Pelusi. “Al contrario è inutile e dannoso per il proprio benessere rimuginare su ciò che abbiamo perso o su cose che non possiamo modificare, come i dpcm o le restrizioni”. L’idea è che si può sempre fare qualcosa. “Una lettura a mio avviso interessante – commenta Pelusi – è quella del libro ‘Uno psicologo nei lager’ del neurologo e psichiatra austriaco di origini ebraiche Viktor Frankl”. Senza voler in alcun modo paragonare la pandemia all’esperienza del lager, prosegue l’esperto, il testo fa riflettere perché racconta come il protagonista in un campo di sterminio riesca a vivere positivamente e trovare un senso anche in una sofferenza così profonda e in una situazione disumana.
Riprendere in mano attività trascurate
Ma cosa significa concentrarsi su ciò che si può cambiare? “Questo – spiega l’esperto – per il singolo può significare recuperare attività o compiti rimandati, coltivare degli hobby trascurati a causa della mancanza di tempo”. Si può decidere di studiare una lingua, camminare di più, dipingere, dedicarsi alla musica. Un esempio valido, poi, è quello di tenere un diario, dove poter esprimere liberamente i propri pensieri e le emozioni, anche negative, come rabbia, paura, tristezza e disgusto. “È un piccolo gesto – sottolinea Pelusi – che può esserci utile sia nel momento presente sia successivamente, ad esempio per rileggere cosa abbiamo passato e come lo abbiamo affrontato, una spinta positiva anche per il futuro”.
Creare una nuova routine
In questo modo gli hobby vengono inquadrati in una nuova cornice, spaziale e temporale. “Se si ha una giornata libera da impegni è bene chiedersi cosa si vorrà fare, come impiegare al meglio il proprio tempo e pianificare già dal giorno prima una o più attività”, aggiunge l’esperto, “sia se si è soli sia se si è in compagnia dei propri cari”. Se si è soli, ad esempio, si può scegliere una lettura per la mattina e una passeggiata nel pomeriggio, cercando di non dimenticare almeno una volta al giorno di avere un contatto sociale, anche al telefono o in videochat.
Anche la cura del corpo, da un adeguato riposo a un’alimentazione sana, fino all’esercizio fisico regolare, è importante. “Il benessere del corpo è strettamente legato a quello della mente”, ricorda Pelusi. “Riuscire a stabilire orari quanto più possibile stabili e a mantenere l’impegno nell’attività fisica può aiutarci, insieme alle altre attività quotidiane, a creare una nuova routine, fatta di abitudini – e anche di tempi – che non necessariamente sono uguali a quelli di prima”.
Saper chiedere aiuto
Quando però anche cercando nuove strade e strategie e adottando questi consigli continuiamo a stare male è bene domandare aiuto. “Non bisogna avere timore o imbarazzo nel rivolgersi a un professionista della salute mentale”, aggiunge l’esperto, “proprio come non ci vergogneremmo di andare dal medico se ci siamo rotti una gamba o abbiamo l’influenza”.