Lo stretching può essere più efficace della camminata veloce per combattere l’ipertensione
Articolo del 24 Gennaio 2021
Secondo uno studio canadese questo tipo di attività aerobica favorirebbe l’abbassamento della pressione sanguigna nelle persone che soffrono di tale patologia.
Fare stretching potrebbe rivelarsi molto più efficace di camminare a passo svelto per abbassare la pressione sanguigna nelle persone che soffrono di ipertensione. A sostenerlo è uno studio condotto da un gruppo di ricercatori dell’università canadese di Saskatchewan e pubblicato sul Journal of Physical Activity and Health. «Tutti sono convinti che lo stretching serva solo per allungare i muscoli – ha spiegato il professor Phil Chilibeck, co-autore della ricerca, in una nota – ma quando allunghi i muscoli, allunghi anche tutti i vasi sanguigni che alimentano il muscolo, comprese le arterie. Ciò ne riduce quindi la rigidità, il che significa che c’è una minore resistenza al flusso sanguigno, che può portare a un abbassamento della pressione». Per confermare la loro tesi gli studiosi hanno diviso in modo casuale 40 uomini e donne con un’età media di 61 anni e un’ipertensione di stadio 1 in due gruppi: quelli del primo facevano stretching mezz’ora al giorno, cinque giorni a settimana, mentre quelli del secondo camminavano a passo svelto per 30 minuti, sempre cinque giorni a settimana.
Cammino e stretching abbinati la soluzione ideale
Prima e dopo lo studio Chilibeck e i suoi colleghi hanno misurato la pressione sanguigna dei partecipanti mentre erano seduti, sdraiati in posizione supina e per oltre 24 ore usando un monitor portatile e dopo otto settimane, hanno notato riduzioni maggiori della pressione sanguigna nei tre modi di misurazione in coloro che facevano stretching, mentre chi aveva camminato aveva perso più grasso corporeo in vita. «Le persone che camminano per ridurre la pressione sanguigna dovrebbero continuare a farlo, ma dovrebbero anche aggiungere alcune sedute di stretching», ha concluso Chilibeck. A causa del limitato numero di partecipanti (fra l’altro solo 35 hanno completato il programma di due mesi) e del fatto che venissero supervisionati appena poche volte alla settimana, serviranno ora ulteriori ricerche per approfondire i risultati ottenuti e per capire quanto duraturi siano gli effetti benefici dello stretching, ma se non altro questo studio può rappresentare un ulteriore stimolo per iniziare un’attività fisica che si può incorporare facilmente nella routine quotidiana, non è vincolata dalle condizioni meteo e non richiede molto tempo.
Fonte: Corriere della Sera