ReiThera, come funziona il vaccino italiano partecipato dallo Stato
Articolo del 01 Febbraio 2021
Approvato il contratto di sviluppo presentato dall’azienda per un investimento da 81 milioni di euro. Se i test andranno a buon fine alcuni milioni di dosi potranno essere somministrate da settembre.
Potrebbe essere la mossa del cavallo. È presto per dire se sarà effettivamente così a distanza di tempo, molto tempo, con un percorso di avvicinamento al risultato comunque insidioso. Ma soprattutto per i ritardi negli approvvigionamenti dall’estero degli ultimi giorni, puntare come ha fatto l’Italia con un finanziamento diretto in un vaccino ha una sua logica. Avere risorse e conoscenze in un ambito di ricerca a lungo dimenticato attenua di per sé il rischio di essere esposti a realtà pubbliche o private straniere, in futuro. Senza considerare che molti aspetti dei vaccini in uso contro il coronavirus rimangono al momento indefiniti, come ad esempio la trasmissibilità, e si capirà mano a mano quali (e su chi in particolare della intera popolazione) funzionano meglio.
Disponibile da settembre con validazione dei risultati
Alcuni milioni di dosi del vaccino dell’azienda ReiThera potranno essere somministrate da settembre, secondo il presidente dell’Agenzia italiana del farmaco Giorgio Palù. Di sicuro si sono dimostrate assai incoraggianti le prove della fase iniziale. Se i test di sicurezza e di efficacia sul vaccino italiano ReiThera andranno altrettanto bene, le fasi 2 e 3 dovrebbero concludersi a giugno. In seguito è prevista la procedura di approvazione da parte delle Autorità di vigilanza sia europee sia italiane per passare all’utilizzo in concreto del preparato.
«Sicuro e dà efficace risposta immunitaria»
Stando alla parte di sperimentazione clinica condotta presso l’Istituto Nazionale per le Malattie Infettive «Lazzaro Spallanzani» e il Centro Ricerche Cliniche di Verona, il candidato vaccino italiano di ReiThera si è dimostrato sicuro e in grado di produrre una risposta immunitaria «robusta». In sostanza i ricercatori di tutto il mondo sono all’opera seguendo diverse “filosofie” di preparazione, due delle quali rivelatesi più promettenti. Quella basata sugli acidi nucleici (Dna o Rna) attraverso cui viene fatto penetrare nelle cellule umane il materiale genetico capace di innescare una reazione immunitaria senza provocare la malattia. L’altra consiste nei vaccini a vettore virale e il GrAd-CoV-2 di ReiThera segue questa particolare tecnologia, mediante un adenovirus di gorilla con il codice genetico della proteina Spike del coronavirus. Il vettore è stato costruito in modo da non replicarsi nell’organismo e non integrare le informazioni genetiche che trasporta nel genoma umano.
Transitorie e di lieve intensità le reazioni
In sintesi, dalla sperimentazione è emersa un’attivazione armonica dell’immunità umorale (anticorpi) e dell’immunità cellulare (linfociti T).Dopo 28 giorni dalla vaccinazione oltre il 94% dei soggetti nella fascia d’età 18-55 anni vaccinati con una sola dose ha prodotto anticorpi, ed oltre il 90% ha sviluppato anticorpi con potere neutralizzante nei confronti del virus.La risposta cellulare, ovvero la produzione di linfociti T indotta dal vaccino specifica contro la proteina spike del coronavirus, è risultata estremamente robusta in tutti i soggetti valutabili nella fascia d’età 18-55 anni, e potenzialmente più elevata di quella dei pazienti con infezione naturale da SARS-CoV-2. Inoltre, la risposta osservata nei soggetti anziani non differisce da quella dei soggetti più giovani. Le reazioni avverse del vaccino sono state limitate per intensità e durata, e nessun volontario ha manifestato eventi collaterali di gravità tale da compromettere le attività quotidiane. Transitorie e di lieve e limitata intensità le reazioni all’inoculazione nei volontari consistenti in arrossamenti nella zona dell’iniezione, qualche linea di febbre, un po’ di mal di testa, tutti sintomi spariti nel giro di poche ore, e modeste alterazioni dei parametri ematochimici senza segni clinici, potenzialmente associate all’attivazione del sistema immunitario
Lo Stato con capitale pubblico in ReiThera
In base alla deliberazione del cda Invitalia acquisirà una partecipazione del 30% del capitale della società a seguito di un aumento del capitale di ReiThera. Il contratto di sviluppo presentato dall’azienda prevede un finanziamento industriale e di ricerca da 81 milioni di euro. Gran parte dell’investimento, 69,3 milioni, sarà destinato alle attività di ricerca e sviluppo per la validazione e produzione del vaccino. La restante quota (11,7 milioni) sarà utilizzata per ampliare lo stabilimento di Castel Romano, dove sarà prodotto il vaccino. Le agevolazioni concesse, in conformità alle norme sugli aiuti di Stato, ammontano a circa 49 milioni di euro: 41,2 milioni a fondo perduto e 7,8 milioni di finanziamento agevolato.
Fonte: 24+ de IlSole24Ore