Arezzo. Arresto cardiaco in un centro commerciale, con il defibrillatore gli salvano la vita

Articolo del 06 Luglio 2021

L’uomo, 80 anni, stava camminando nel Centro Setteponti, quando ha avuto un arresto cardiaco. È stato salvato dal tempestivo intervento del personale della struttura che ha impiegato il defibrillatore. Dopo pochi minuti l’arrivo dei sanitari della USL Toscana sud est, che hanno stabilizzato il paziente e lo hanno trasferito in ospedale. Mandò: “Dobbiamo diffondere e rafforzare la cultura della rianimazione cardiopolmonare, coinvolgendo tutti i cittadini”.

Un uomo di 80 anni, in arresto cardiaco alle 9,40 di ieri mattina al centro commerciale Setteponti, è stato salvato dal tempestivo intervento del personale  della struttura che ha impiegato il defibrillatore. Dopo pochi minuti sono giunti i sanitari della USL Toscana sud est che hanno stabilizzato il paziente e lo hanno trasportato in codice rosso nel reparto di emodinamica dell’Ospedale San Donato.

Una vicenda che, per Massimo Mandò, direttore del servizio emergenza Urgenza USL TSE, “ci insegna e ci ricorda quanto sia importante la preparazione di tutti i cittadini alle emergenze che possono sempre accadere in tutti i luoghi. Da parte nostra continuiamo a specializzarci, a formarci e dotarci di strumenti sempre più efficaci e all’avanguardia.  Rimane, però, fondamentale la collaborazione del singolo cittadino, che nei primi istanti di un malore o incidente, può fare la differenza tra la vita e la morte. Saper usare il defibrillatore è il primo passo che ognuno di noi può compiere per intervenire in maniera risolutiva, qualora si trovi nelle vicinanze di una persona colpita da un arresto cardiaco”.

L’improvviso stop all’attività del cuore, ricorda la Ausl Toscana Sud Est, “è causa di sessantamila decessi ogni anno in Italia. La rianimazione cardiopolmonare effettuata da chiunque si trovi vicino alla persona colpita da un arresto cardiaco è in grado di aumentare fino a otto volte le probabilità che questa sopravviva all’evento”.

Seguendo il principio che più i soccorsi sono tempestivi e maggiori sono le probabilità di salvare una persona colpita da un arresto cardiaco, per Mandò è quindi importantissimo e urgente “diffondere e rafforzare la cultura della rianimazione cardiopolmonare, coinvolgendo tutti i cittadini: la possibilità di salvare vite passa per le loro mani”. Pensiamo che nel caso di ieri, “i primi soccorritori hanno defibrillato la persona ben tre volte prima dell’arrivo dei sanitari. Da questo si capire che senza il loro intervento il paziente sarebbe deceduto”.

Nel territorio della provincia di Arezzo abbiamo circa 1000 defibrillatori posizionati in luoghi strategici e circa 35mila persone già formate ad utilizzarlo. “In questo caso che ha riguardato il Centro Commerciale Setteponti e Ipercoop – conclude Mandò – esiste un percorso a livello regionale di formazione per il personale di queste strutture e l’evento di oggi dimostra che questa è la strada giusta. Oggi abbiamo un’arma in più: la possibilità concreta di essere aiutati e seguiti direttamente dalla nostra centrale di emergenza.  I nostri professionisti possono guidare telefonicamente passo dopo passo il soccorritore non sanitario. E’ successo più di una volta ma vorremmo che questa diventasse una buona prassi da parte di tutti. Chi opera dalla centrale è un professionista in grado di affrontare a distanza tutte le emergenze, guadagnando tempo prezioso per l’arrivo dei soccorsi. Per cui credo che dovremmo cogliere gli spunti che ci vengono da questi eventi e trasformarli in forza per l’intera comunità”.

Fonte: QuotidianoSanità.it
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