Aspartame e rischio tumori, cosa potrebbe decidere l’Oms
Articolo del 28 Luglio 2023
È uno dei dolcificanti più diffusi e ora rischia di essere classificato come possibile cancerogeno per l’uomo da parte dell’Oms. Parliamo di aspartame, un edulcorante artificiale intenso, che contiene poche calorie. Si presenta come una polvere bianca e inodore ed è circa 200 volte più dolce dello zucchero. A diffondere questa notizia l’agenzia stampa Reuters che ha citato fonti anonime. Se fosse confermata quest’informazione molto potrebbe cambiare le cose nel consumo di questo tipo di prodotti.
In Europa l’aspartame è infatti utilizzato come additivo alimentare in molti prodotti alimentari: bibite dietetiche, caramelle e gomme da masticare, prodotti di pasticceria e confetteria, yogurt, alimenti dietetici e come edulcorante da tavola.
Gli esperti al lavoro
A prendere una decisione in materia saranno gli esperti dell’Agenzia internazionale per la ricerca sul cancro (Iarc) di Lione, un organismo che fa parte dell’Oms. Dovranno stabilire se questa sostanza potrebbe essere o meno cancerogena. L’ufficializzazione della notizia è attesa per il prossimo 14 luglio, quando sarà resa disponibile la monografia Iarc dedicata all’aspartame e la valutazione sarà pubblicata sulla rivista Lancet Oncology.
Secondo l’anticipazione Reuters, l’aspartame sarebbe stato inserito nella categoria dei ‘possibili cancerogeni’, in cui, al momento sono presenti 322 sostanze
A oggi però non è ancora chiaro il rapporto fra possibile rischio tumori e quantità di aspartame assunto nel tempo, perché il problema potrebbe dipendere anche da quanto questo prodotto venga consumato.
Le quantità
Sono diversi gli studi che hanno messo sotto esame l’aspartame. Nel 1981 lo Jecfa (il comitato dell’Oms e dell’Organizzazione per l’agricoltura e l’alimentazione che i occupa di additivi alimentari) aveva stabilito che è sicuro entro determinati limiti giornalieri. L’Efsa raccomanda infatti di non andare oltre i 40 milligrammi per chilo di peso corporeo.
Ma che cosa vuol dire in concreto? Significa che per raggiungere la quota di 40 mg/kg di peso, un adulto di 60 chili dovrebbe bere quotidianamente 12 lattine (da 330 ml) di una bevanda dietetica che contiene aspartame ai massimi livelli consentiti. Ma va ricordato che l’aspartame è utilizzato in quantitativi normali, fino a tre-sei volte meno rispetto al massimo concesso. Questo farebbe salire a 36, o più, il numero di lattine necessarie a raggiungere la quantità che metterebbe a rischio la salute.
La sicurezza
Sulla questione è intervenuta anche l’Associazione Internazionale dei Dolcificanti (ISA) che si è detta fiduciosa “del rigore scientifico dell’analisi completa della sicurezza alimentare dell’aspartame” in corso.
“L’aspartame è uno degli ingredienti più studiati nella storia, con oltre 90 agenzie per la sicurezza alimentare in tutto il mondo che ne dichiarano la sicurezza, inclusa l’Autorità europea per la sicurezza alimentare, che ha condotto la più completa valutazione della sicurezza dell’aspartame fino ad oggi”, ha dichiarato Frances Hunt-Wood, segretario generale dell’International Sweeteners Association.
Mai esagerare
Gli esperti ricordano che è comunque prudente non esagerare con queste sostanze. Anche perché in materia ci sono ancora molte ricerche in corso. I dolcificanti artificiali vanno presi in quantità limitate. Lo ricorda anche uno studio del 2022, pubblicato sulla rivista scientifica PloS Medicine, che segnalava come un consumo elevato di edulcoranti, in particolare aspartame e acesulfame K, è stato associato, nel giro di otto anni, a un maggiore rischio di cancro.
La ricerca, osservazionale (che punta a determinare una relazione di causa-effetto) è stata condotta sull’ampia coorte francese del NutriNet-Santé, di oltre 102 mila persone, da un team di scienziati dell’Università Sorbona di Parigi e dell’Inserm, l’Istituto nazionale di salute e ricerca medica francese.
Mentre nel 2000, una ricerca dell’Istituto Ramazzini di Bologna, aveva concluso che alcuni tipi di cancro nei topi e nei ratti erano dovuti all’aspartame.
Ma ricordiamo che a oggi non è stato ancora dimostrato in modo incontrovertibile che questo edulcorante possa essere collegato a un aumento del rischio di cancro nell’uomo.
Le Linee guida Oms sui dolcificanti
Per consumare questi prodotti in sicurezza andrebbero comunque seguite le recenti Linee guida dell’Oms sui dolcificanti, basate su una revisione sistematica degli studi. Dalle ricerche più recenti emerge che l’uso di dolcificanti non zuccherini “non porta alcun beneficio a lungo termine nella riduzione del grasso corporeo negli adulti o nei bambini”, mentre potrebbe comportare “potenziali effetti indesiderati”, “come un aumento del rischio di diabete, malattie cardiovascolari e mortalità negli adulti”.
La raccomandazione “si applica a tutte le persone, a eccezione delle persone con diabete preesistente, e include tutti i dolcificanti non nutritivi sintetici, presenti in natura o modificati che non sono classificati come zuccheri presenti negli alimenti e nelle bevande”, ovvero “acesulfame K, aspartame, advantame, ciclamati, neotame, saccarina, sucralosio, stevia e derivati della stevia”.
Fonte: La Repubblica