Cannabis terapeutica. Onu elimina ostacoli a produzione e distribuzione. Perduca: (Ass. Coscioni): “Ora sta al Governo recepire la raccomandazione”
Articolo del 04 Dicembre 2020
La Commissione delle Nazioni Unite sugli Stupefacenti, accogliendo una raccomadazione in tal senso dell’Oms, ha ricollocato ieri la cannabis all’interno delle quattro tabelle che dal 1961 classificano piante e derivati psicoattivi a seconda della loro pericolosità.
La cannabis è stata rimossa dalla tabella IV, quella più restrittiva, che contiene le sostanze ritenute più dannose come l’eroina e prevede misure molto stringenti per la produzione di derivati farmaceutici. L’ONU ha dunque riconosciuto ufficialmente le proprietà medicinali della cannabis e ha deciso per una sorte di ‘deregulation’. Sui 53 stati membri della CND, 27 hanno votato a favore (compresa l’Italia), 25 contro e 1 si è astenuto. Tra i paesi dell’Unione Europea, hanno espresso un voto contrario solamente la Repubblica Ceca e l’Ungheria.
“È una decisione molto importante – commenta Marco Perduca, che per l’Associazione Luca Coscioni coordina la campagna Legalizziamo! – perché toglie gli ostacoli del controllo internazionale, imposti dal 1961 dalla Convenzione unica sulle sostanze narcotiche, alla produzione della cannabis per fini medico-scientifici”.
Sostanzialmente la scelta dell’Onu deregolamenta l’uso della cannabis a fini terapeutici. Come molte sostanze (cocaina o eroina per esempio) anche la cannabis può essere utilizzata a fini terapeutici ma fino ad oggi era inserita in una tabella per cui a livello internazionale si prevedevano forti passaggi burocratici per l’autorizzazione alla produzione e alla commercializzazione. Da oggi però, con il declassamento sarà più facile produrla, importarla, esportarla e acquistarla a fini terapeutici.
“Il voto – prosegue Perduca – è importante anche perché le raccomandazioni dell’OMS erano state elaborate sulla base della letteratura scientifica prodotta negli anni, in condizioni molto difficili. Finalmente la scienza diventa un elemento fondamentale per aggiornare decisioni di portata globale, come quelle delle Convenzioni ONU sulle droghe, non solo ai mutati scenari sociali e culturali ma anche alla luce del progresso scientifico.”
“Oggi in Italia – ricorda Perduca – abbiamo un fabbisogno di circa 2000 kg l’anno ma tra la produzione del Farmaceutico militare di Firenze e le importazioni autorizzate ne soddisfiamo poco meno della metà. E molto incide proprio i molti limiti e passaggi burocratici definiti anche a livello internazionale”.
A questo punto però per trasformare in realtà la nuova raccomandazione dell’Onu occorrerà una decisione del Governo. “Basterebbe un atto amministrativo – specifica Perduca – . Occorre semplificare le procedure che oggi sono molto lunghe, potenziare la produzione a livello di partnership pubblico-privato e dare direttamente la possibilità alle farmacie di importare il prodotto”.