Catturare l’anidride carbonica, è questa la sfida più grande
Articolo del 05 Marzo 2021
Catturare e convertire la CO2 in modo sostenibile è una delle sfide del futuro. Stiamo lavorando alla costruzione di un impianto pilota per catturare e usare la CO2 su un apparato cementificio, in grado di rendere più efficaci meno impattanti sull’ambiente la lavorazione del cemento». A parlare è Sergio Bocchini, impegnato a realizzare una delle grandi sfide per l’ambiente e l’ecosostenibilità del futuro presso l’Istituto Italiano di Tecnologia con sede all’Environment Park di Torino.
Di recupero, smaltimento e conversione della CO2 si è parlato al convegno ECoScienza, che si è tenuto via web per fare il punto sulle tante problematiche legate a clima, ecologia e al futuro dell’ecosostenibile: «Mettiamo a punto nuovi metodi per la cattura e la riconversione del diossido di carbonio così da evitare di immettere ulteriore gas a effetto serra nel nostro ambiente – ci dice Bocchini, che ha preso parte al convegno organizzato da Associazione Subalpina Mathesis, Sezione Bettazzi, di Torino, con la collaborazione di centri di ricerca e atenei e il supporto della Compagnia di San Paolo -. I metodi sono svariati: possiamo recuperare la CO2 direttamente dall’atmosfera terrestre, dove è presente in oltre 400 parti ogni milione. Non è semplice, ma diventa possibile tramite una serie di reazioni chimiche oppure con il ricorso a materiali naturali come il basalto». Ma il metodo migliore – aggiunge – è quello della post-combustione: «Separare il diossido di carbonio tramite lavaggio con liquidi in un reattore, rigenerandolo poi in un altro reattore per un ciclo continuo».
«Dobbiamo guardare a un futuro migliore – dice -. Molti metodi oggi richiedono uno sforzo energetico che non risulta produttivo, specie in termini economici. Ancora oggi per molte procedure vengono usate le ammine, che sono materiali corrosivi e potenzialmente tossici. Che hanno, però, il vantaggio di costare poco. Noi, all’Istituto Italiano di Tecnologia, studiamo nuovi metodi, che al momento hanno un costo maggiore, ma promettono ecosostenibilità e salvaguardia dell’ambiente. Nel 2021 installeremo un impianto-pilota per le aziende che producono il cemento. Il primo prototipo, che servirà da test, verrà provato in un’azienda vicino ad Atene, in Grecia, nell’ambito del progetto europeo “Recode”. I materiali migliori per queste procedure? I liquidi ionici: permettono una cattura efficace e con costi energetici contenuti».
«La sfida per il futuro è mettere a disposizione degli ingegneri che intendono realizzare nuovi metodi per la cattura, la separazione e la conversione della CO2 dei materiali adatti – aggiunge Cesare Atzori, che è ricercatore presso un laboratorio di fisica di Grenoble, in cui è in funzione un sincrotrone che, sia pure in scala ridotta, lavora come quello del Cern di Ginevra –. Gli elettroni accelerati per i nostri esperimenti producono fotoni, che compongono la luce per ulteriori test di fisica delle scienze dei materiali». E spiega: «Sulla CO2 lavoriamo con un materiale chiamato Utsa-16: è basato sul citrato di cobalto e potassio e ha dimostrato di funzionare in modo efficiente ed economico. Altri composti per metodi innovativi sono quelli a base zeolitica, una particolare classe di materiali alluminosilicati».
Al convegno ECoScienza, che ha concluso le iniziative di Mat-To (Matematica, Ambiente, Tecnologia – Torino) sono intervenuti, in due giornate, 30 relatori e 4 mila partecipanti via web. «Il titolo EcoScienza europea – ha sottolineato Cristina Sabena, presidente dell’associazione subalpina Mathesis, sezione Bettazzi, che promuove iniziative di divulgazione della matematica e delle scienze – ci richiama a una grande apertura. In un momento particolare, in cui si tende a chiudersi per effetto della pandemia abbiamo voluto organizzare questa iniziativa con al centro la scienza ambientale così da approfondire temi importanti e per ripensarci tutti come cittadini europei».
Fonte: La Stampa