Una prestazione universale agli anziani non autosufficienti: un assegno (o in alternativa un pacchetto di servizi) che assorbirà tutte le varie indennità oggi percepite, tra cui quella di accompagnamento. E una rete di case e condomini in cui far convivere giovani non autosufficienti e anziani conciliando le esigenze di guadagno dei primi e assistenza dei secondi. Sono alcune delle previsioni contenute nello schema di disegno di legge recante deleghe al governo in materia di politiche in favore delle persone anziane, anche in attuazione della Missione 5, componente 2, riforma 2, del Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr) in materia di assistenza agli anziani non autosufficienti, pronto per il via libera definitivo da parte del consiglio dei ministri.
Nella versione modificata dopo il precedente passaggio, si prevede che al fine di promuovere il progressivo potenziamento delle prestazioni assistenziali in favore delle persone anziane non autosufficienti venga introdotta anche in via sperimentale e progressiva, e comunque su opzione dell’interessato, una prestazione universale graduata secondo lo specifico bisogno assistenziale ed erogabile, a scelta del soggetto beneficiario, sotto forma di trasferimento monetario e di servizi alla persona di valore comunque non inferiore alle indennità e alle ulteriori prestazioni di cui gode. La prestazione, quando fruita, assorbe l’indennità di accompagnamento, di cui all’articolo 1, della legge 11 febbraio 1980, n. 18 e le ulteriori prestazioni di cui all’articolo 1, comma 164, della legge 30 dicembre 2021, n. 234.
Per queste finalità viene istituito presso il Ministero del lavoro e delle politiche sociali un fondo denominato “Fondo per la prestazione universale per gli anziani non autosufficienti”, al quale sono assegnate, in tutto o in parte, le risorse rivenienti dagli eventuali risparmi di spesa sanitaria, derivanti dall’attuazione della legge sugli anziani, in materia di potenziamento dell’assistenza domiciliare e le risorse relative all’indennità di accompagnamento e alle ulteriori prestazioni indicate, che sono assorbite dalla “prestazione universale”, nonché le risorse allo scopo stanziate con legge di bilancio nell’ambito del relativo capitolo dello stato di previsione del Ministero del lavoro e delle politiche sociali. Con riferimento alle prestazioni di assistenza domiciliare, disco verde poi alla integrazione degli istituti dell’assistenza domiciliare integrata (ADI) e del servizio di assistenza domiciliare (SAD), nei limiti della capienza e della destinazione delle rispettive risorse, finalizzata a garantire un’offerta integrata di assistenza sanitaria, sociale e sociosanitaria, secondo un approccio basato sulla “presa in carico di carattere continuativo e multidimensionale”.
Il ddl tenta anche di affiancare giovani e anziani conciliandone le rispettive esigenze. Con la promozione, anche attraverso meccanismi di rigenerazione urbana e riuso del patrimonio costruito, attuati sulla base di atti di pianificazione o programmazione regionale o comunale e di adeguata progettazione, di nuove forme di domiciliarità e di coabitazione solidale domiciliare per le persone anziane (senior co-housing) e di coabitazione intergenerazionale, specie con i giovani in condizioni svantaggiate (co-housing intergenerazionale). Il tutto da realizzarsi, secondo criteri di mobilità e accessibilità sostenibili, nell’ambito di case, case-famiglia, gruppi famiglia, gruppi appartamento e condomini solidali, aperti ai familiari, ai volontari e ai prestatori esterni di servizi sanitari, sociali e sociosanitari integrativi.
Fonte: ASSINEWS.it