Molte sostanze vegetali dimostrano di possedere proprietà preventive nei confronti di diversi tipi di tumore. I cavoli (e tutta la famiglia delle crucifere), le verdure a foglia, l’aglio, il tè verde, ecc. Anche la curcuma, spezia di uso tradizionale in oriente e diffusa da tempo anche nelle nostre cucine, ha proprietà salutistiche non indifferenti. Attestate dall’impiego tradizionale ma sostanzialmente confermate anche dalla ricerca scientifica. Ad esempio, la curcuma ha prodotto effetti positivi come coadiuvante nella terapia delle epatiti e delle infiammazioni in genere (Alternative Medicine Review, 2009 Sep;14(3):277). Altre ricerche ne segnalano le notevoli proprietà antiossidanti (Advances in Experimental Medicine and Biology, 2007;595:105-25). Non meraviglia, dunque, che alcuni studi suggeriscano anche proprietà benefiche e protettive (da confermare con ulteriori ricerche perché, attualmente, effettuati prevalentemente in vitro) nei riguardi del sistema nervoso, dei processi tumorali e del patrimonio genetico cellulare.

Ecco cosa accade al nostro corpo con un cucchiaino di curcuma al giorno

Tuttavia di fronte a certe informazioni, anche se corrette, occorre fare un passo in dietro e allargare lo sguardo. Non tanto per coltivare la nostra inguaribile diffidenza, ma semplicemente perché una visione più ampia aggiunge altre possibilità concrete alla personale ricerca di uno stile di vita equilibrato e salutare. Facendo consumare poco meno di un cucchiaino al giorno di curcuma in polvere a soggetti fumatori, nelle loro urine la concentrazione di sostanze mutagene (cioè in grado di produrre cambiamenti indesiderati nel patrimonio genetico di cellule batteriche) è diminuita notevolmente. Effetto delle sostanze attive presenti nella curcuma? Probabilmente è così. Tuttavia i ricercatori fanno notare che nell’urina dei non fumatori la concentrazione di sostanze mutagene è stabilmente inferiore a quella dei fumatori. Con o senza curcuma. Piuttosto che affidarsi ciecamente a qualche integratore, meglio dunque adottare uno stile di vita salutare (dieta prevalente vegetale con cereali integrali, legumi, frutta, verdure, semi oleosi; attività fisica regolare; attenzione alle esigenze dello spirito; non fumare). Anche perché sugli integratori di curcumina si sono da qualche tempo accesi i riflettori. Niente di tossico, beninteso. Tuttavia, nel 2019 il nostro Ministero della Salute sospese per qualche tempo la commercializzazione di questi preparati, soprattutto se formulati con l’associazione di piperina, un estratto dal pepe che ha lo scopo di migliorare di molto l’assorbimento della curcumina.

In effetti erano stati segnalati alcuni effetti avversi sulla funzionalità epatica. Dopo gli approfondimenti del caso, la vendita fu nuovamente autorizzata: i disturbi del fegato si rivelarono rari e soprattutto si risolsero senza lasciare conseguenze negative. In ogni caso, il nostro ministero della salute pretese che sulle confezioni fosse apposta una dicitura che accennava al rischio non trascurabile di effetti collaterali per chi soffre di fegato e l’opportunità di confrontarsi con il proprio medico prima di assumere questo tipo di integratori, soprattutto se si stanno assumendo farmaci. Qualche tempo fa l’Istituto federale tedesco per la valutazione del rischio (BfR) ha fatto sentire la sua preoccupazione per gli eventuali eventi avversi prodotti dall’assunzione eccessiva di curcumina. In particolare, ancora una volta, per l’associazione di curcumina e di piperina, in grado di aumentare moltissimo l’assorbimento del prodotto. Secondo gli esperti tedeschi c’è bisogno di prove di tossicità più dettagliate e di regole più chiare riguardanti l’associazione di curcumina con altre sostanze. Prudenza e buon senso.

 

Fonte: Il Fatto Quotidiano

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