I movimenti isometrici possono contribuire a mantenere i livelli pressori nei limiti in particolare all’esordio dell’ipertensione e il basso costo dell’attività favorisce l’aderenza alla pratica.

 

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L’ipertensione arteriosa è uno dei principali fattori di rischio modificabili per morte cardiovascolare a livello mondiale e l’esercizio fisico, soprattutto agli esordi del problema, riveste un ruolo cruciale per tenere sotto controllo la pressione. Ma quali sono le attività raccomandate allo scopo?

Non solo passeggiate

«Di solito consigliamo ai nostri pazienti l’esercizio aerobico, cioè l’endurance, basato sull’esercizio di lieve e moderato impegno cardiovascolare da ripetere in modo molto costante e frequente nel tempo» dice Daniele Andreini, direttore del Monzino sport center a Milano e professore di cardiologia della Statale di Milano. «Un esempio sono passeggiate, oppure cyclette o running con intensità moderata e senza carichi esterni che inducano una resistenza. Sono queste le attività adatte sia agli ipertesi, sia a pazienti con sindrome metabolica con colesterolo alto, ma anche a pazienti più complessi con nota coronaropatia perché questo genere di attività, è ormai ampiamente dimostrato, comporta molti benefici di tipo cardiovascolare».

Tutto sul posto

Di recente la letteratura scientifica ha tuttavia suggerito che anche l’esercizio isometrico ha la capacità di ridurre la pressione sanguigna. L’isometria è una forma di contrazione muscolare statica. Gli esercizi isometrici sono in sostanza «movimenti da fermi» che allenano la potenza muscolare, dove quel che conta è la tenuta di ogni esecuzione: non deve essere inferiore ai 20 secondi o superare i 30. Si possono svolgere a corpo libero (ad esempio plank, addominali) o con l’aiuto di macchina in palestra.

La nuova ricerca

In particolare una metanalisi di un gruppo di lavoro australiano dell’Università del Nuovo Galles del Sud, pubblicata di recente sulla rivista Hypertension Research, ha preso in considerazione 1.140 persone con età media di 56 anni, dimostrando che questo tipo di esercizio, se svolto in modo regolare, è in grado di abbassare la pressione sistolica (la massima) di 7 millimetri di mercurio e la diastolica (la minima) di 4 millimetri di mercurio. Si tratta di un effetto di lieve entità, non paragonabile a quanto ottenibile con la cura farmacologica,ma significativo per chi è in una fase «borderline» e deve riportare i valori nei range raccomandati. «La nuova analisi ci dimostra qualcosa di piuttosto nuovo, innanzi tutto che l’esercizio isometrico sembra essere sicuro nei soggetti ipertesi perché non è stato registrati un numero significativo di eventi avversi» commenta Andreini che però precisa: «L’esercizio isometrico è raccomandabile solo a chi è iperteso di grado lieve e moderato o a chi, grazie alla terapia farmacologica, mantiene i livelli pressori controllati. Non consiglierei però questa attività ai malati cardiopatici complessi, come chi ha subito un intervento alle coronarie o ha avuto un infarto, per i quali resta fondamentale l’esercizio aerobico, anche solo camminare in modo costante e continuativo, cercando di abbandonare la pigrizia, magari scegliendo di fare a piedi almeno una fermata di autobus o di non prendere l’ascensore, naturalmente se non subentrano dolori toracici».

I vantaggi

La semplicità e il basso costo degli esercizi isometrici (possono essere svolti ovunque) rappresentano uno stimolo all’aderenza alla pratica dell’attività anche perché permettono di allenarsi in tempi brevi e sono inoltre utili agli individui che, nonostante abbiamo problemi di mobilità, possono comunque aumentare la massa e la forza muscolare, diventando così un’opzione alternativa e valida tra chi è riluttante all’attività fisica.

«L’esercizio isometrico — riflette il cardiologo — è un, quando ancora non c’è una chiara buon approccio nelle forme iniziali di ipertensione indicazione se iniziare o no con la terapia farmacologica. L’esercizio fisico associato a piccole attenzioni dietetiche può ritardare di qualche anno l’inizio del trattamento con medicinali, con tutti i vantaggi connessi, sia di tipo economico sia legati ai possibili, seppur rari, effetti collaterali dei farmaci». Nella metanalisi non sono specificati quali sono gli esercizi isometrici migliori per tenere sotto controllo la pressione. Per scoprirlo sarebbe utile uno studio prospettico randomizzato.

Aderenza alla terapia

Deve essere chiaro che l’attività fisica è una vera e propria terapia perché nella fase iniziale dell’ipertensione sostituisce in tutto e per tutto i farmaci, pertanto vale anche con lo sport quella che è definita «l’aderenza alla terapia».

«I pazienti devono identificare un’attività che piaccia, e con gli esercizi isomerici il ventaglio di scelte si allarga» conclude Andreini. «Se l’attività fisica viene vissuta come una costrizione i pazienti si impegneranno appena un paio di giorni dopo la visita cardiologica, per poi abbandonare i buoni propositi, con il danno ulteriore che non stanno seguendo una terapia farmacologica. Per questo serve un patto tra medico e paziente, altrimenti meglio puntare subito sulle medicine».

 

Fonte: Corriere della Sera

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