La discriminazione dei mancini è (ancora oggi) abbastanza comune. Ma chi sono le persone mancine? I mancini tendono a usare (in maniera parziale o totale) il lato sinistro del corpo per gesti sia involontari che volontari.
Nella maggior parte dei casi, questo si esemplifica abbastanza bene nell’uso della mano sinistra, invece che della destra. Tuttavia, si può essere anche “mancini di piede” e/o avere una dominanza dell’occhio sinistro rispetto all’occhio destro. Molti organi del corpo umano sono “doppi” e tutte le possibili combinazioni sono possibili.
In generale, è prassi fare una media di tutte le caratteristiche variabili e assegnare una dominanza “media” di un lato rispetto all’altro.
Chiaramente, notare che una persona scrive, mangia e si lava prevalentemente con la mano sinistra è più facile. Per questa ragione, quando si parla di persone mancine, ci si riferisce specificamente ai “mancini di mano”.
Intorno al 10-11% della popolazione mondiale, indipendentemente dalla cultura e dalla provenienza geografica, è di mano mancina (o, più genericamente, non-destrimane).
Questa percentuale sembrerebbe essere costante anche nel tempo. Infatti, la quantità di mani sinistre impresse nelle pitture rupestri paleolitiche segue pressappoco la stessa percentuale.
Il maltrattamento dei mancini nella vita di tutti i giorni
Sebbene sia opinione abbastanza comune che le persone mancine di mano siano “in difficoltà” con oggetti di tutti i giorni come penne, strumenti per scrivere e posate varie (che sarebbero “concepiti esclusivamente per i destrimani”), non ci sono prove effettive che questo disagio sia reale.
Le persone mancine scrivono tranquillamente, esattamente come le destrimani (con l’unico inconveniente di sporcarsi le mani, se la penna usata ha un inchiostro a gel).
I problemi potrebbero sorgere con oggetti asimmetrici come forbici, apriscatole e strumenti musicali (tanto da portare alla produzione e vendita di copie chirali degli oggetti stessi). Anche se essere mancini non preclude in nessun modo l’utilizzo di oggetti “da destrimani”.
Un’altra difficoltà potenziale è la posizione standard del mouse alla destra della tastiera e la posizione dei tasti (sebbene alcuni mouse possano essere configurati invertendo “tasto destro” con “tasto sinistro”).
Va detto, però, che il maltrattamento quotidiano delle persone mancine va ben oltre la scomodità degli oggetti.
Nella maggior parte dei casi la mano sinistra è considerata “impura”. Questo pregiudizio ha radici religiose e culturali e mette d’accordo mondi molto lontani come islamici e cristiani, mondo arabo, indiano e occidentale.
A conseguenza di ciò, chi usa questa mano per azioni generalmente associate alla mano destra, viene redarguito (come minimo) o addirittura “corretto”.
Questo avviene, fra l’altro, anche in paesi dove il concetto di “impurità” della mano sinistra non sembra essere così comune, come in Cina.
Il maltrattamento dei mancini nella storia
La storia europea (e non) è costellata di episodi che dimostrano la discriminazione di quella che era considerata la “mano del diavolo”.
Sin dal medioevo essere mancini poteva costarti la vita in quanto simbolo di stregoneria e di liaison pericolose con demoni e simili.
Cesare Lombroso (noto per tutte quelle baggianate legate alla “frenologia”) scriveva, nel 1903, sul North America Review:
«Su 1029 operai e soldati rilevai una proporzione di mancini del 4%. Tra i pazzi le proporzioni sono molto diverse. […] Alcuni tipi di criminali, ad esempio i truffatori, fanno registrare percentuali superiori (33%), mentre assassini e stupratori fanno registrare percentuali del 9-10%”
Ovviamente tutte queste valutazioni sono assurde. Tuttavia, fanno capire come, anche meno di 100 anni fa, i pregiudizi sui mancini fossero incredibilmente radicati e vestiti di “rigore scientifico”, che non hanno.
Fino agli anni ’40, il mancinismo era messo in relazione con la demenza e solo a partire dagli anni ’70, in Occidente, è stato considerato come una caratteristica individuale.
Questo vuol dire, fortunatamente, che il processo di “correzione” dei mancini non è più prassi nelle scuole.
Correzione ed effetti collaterali
La “correzione” (o contrasto) del mancinismo è, in poche parole, una costrizione operata in età giovanile (più o meno violenta, a seconda dei casi) che ha come obiettivo il forzare l’individuo a usare la mano destra.
Questa correzione è spesso limitata alla scrittura e non alle altre attività quotidiane, ma non in tutti i casi.
A seconda della violenza utilizzata, questo processo può portare a danni psicologici sull’individuo.
Non ci sono prove che la correzione possa causare problemi motori. Tuttavia, nella maggior parte dei casi, i mancini corretti tendono a scambiare destra e sinistra quando si parla di direzioni o nel dare indicazioni.
Se il processo di contrasto del mancinismo avviene nei primi anni di vita (fino a 4 anni) potrebbe influenzare il processo di lateralizzazione.
Un emisoma contro l’altro, ossia la lateralizzazione
Questo processo porta alla dissimilazione dei due lati (o emisomi) del corpo.
La lateralizzazione negli esseri umani parte già nel feto, dopo la fusione del tubo cardiaco (che poi diverrà il cuore del feto), intorno al 25° giorno di gravidanza.
Il processo riguarda anche il cervello, in quanto i due emisferi svolgono funzioni differenti e devono svilupparsi in maniera individuale.
Non c’è totale consenso su quando il processo di lateralizzazione del cervello si concluda in maniera definitiva. Tuttavia, è possibile che il processo duri fino al 4-5° anno di vita (anche se c’è chi dice sia concluso al 4° mese, e chi dice che non si conclude prima degli 8 anni).
Indicare la fine del processo di lateralizzazione del cervello intorno al quarto anno di vita farebbe coincidere questo evento con lo sviluppo definitivo della guaina mielinica dei neuroni.
La guaina mielinica, infatti, è una membrana con funzione isolante che riveste gli assoni dei neuroni.
Il maltrattamento dei mancini nelle lingue
La parola “mancino” deriva dal latino “mancus” (imperfetto, monco), condividendo l’origine con la parola “moncherino”.
Destra e sinistra sono a loro volta nominate in maniera a dir poco asimmetrica.
“Destra” deriva dal latino “dexter” (destra, ma anche “favorevole”, “corretta”, “abile”), dalla stessa radice deriva la parola “destrezza”. “Sinistra”, invece, deriva dal latino “sinister” (perverso, malvagio). Un luogo “sinistro” è, ancora oggi, un luogo strano e ansiogeno.
Questa differenza esiste anche in inglese, dove la destra è “right” (giusta), mentre la sinistra è “left” (quella rimasta, ossia “l’altra”).
Ma non solo in inglese: la parola “droit” (destra, in francese) deriva dal latino “(di)rectus” (corretto, dritto), mentre “gauche” (sinistra) significa anche “strano” e deriva dal verbo “gaucher” (inciampare, camminare in modo strano).
Anche in arabo la parola “destra” (yamiin) deriva da una radice proto-semitica correlata al significato di prosperità e abbondanza, mentre la parola “sinistra” (‘aysar) è connessa al significato “inferiore”.
Insomma, la distinzione fra destra e sinistra è chiara.
Tuttavia, nelle lingue di quelle culture dove la differenza fra destra e sinistra (per quanto osservata) non è così culturalmente importante, la lingua offre una distinzione molto meno “caratterizzante”.
In cinese, ad esempio, “destra” (you, 右) e “sinistra” (zou, 左) non hanno nessuna connotazione negativa, anzi. In cinese, la “sinistra” assiste la destra (come si nota dall’ideogramma 工, presente nella parola zou, che vuol dire “lavorare” o “assistere”).
Fonte: Missione Scienza