“Mamma mia… Ho l’esame fra poco”, “ho un colloquio di lavoro”, “alle sette ho un appuntamento!”, che cosa c’entrano queste cose con la biochimica dell’ansia? Ebbene la nostra vita è costellata di ansie di vario tipo. Battito cardiaco accelerato, fatica a respirare, aumento della sudorazione, giramenti di testa sono tutti sintomi generalmente a lei connessi… A chi non è capitato di sentirsi in trappola… Con la gola secca… Aiuto!

L’ansia è in realtà una grande conquista nel processo evolutivo!

Sapere di cosa avere paura e di cosa non fidarsi è un gran bel vantaggio! In alcune situazioni può fare la differenza.

Nonostante ciò, gradi eccessivi di ansia possono influenzare la nostra vita su molteplici livelli.

L’ansia è un fenomeno davvero complesso, è definita come “uno stato psichico relativo a uno stimolo esterno che si esprime sotto forma di stress”.

L’ansia è un’iperattività del sistema nervoso ed è caratterizzata da una risposta del sistema simpatico (che si chiama davvero così eh… è una parte del sistema nervoso che controlla le risposte inconsce) di tipo “combatti o fuggi”.

Sebbene ci sia molto ancora da capire sull’ansia quello che sappiamo (abbastanza) per certo è che sia connessa ad una attività anomala dell’amigdala.

L’amigdala è una parte del cervello, ha una struttura ovoidale, simile a una mandorla (infatti in greco antico amygdala significa proprio mandorla), ed è “l’archivio” della nostra memoria emozionale. In parole povere è la parte del cervello in cui quello che accade nel presente viene comparato con quello che è accaduto nel passato.

Attraverso una serie di complessi processi biochimici, l’amigdala ci “comanda” di reagire ad una situazione presente secondo paragoni con episodi simili. Il tempo di reazione dell’amigdala è talmente veloce che può agire prima che la corteccia (cioè la parte cosciente del cervello) analizzi cosa stia accadendo, scatenando un’emozione grezza indipendente dal pensiero cosciente.

Ma come?

Nel momento esatto in cui il nostro corpo entra in contatto con qualcosa di ansiogeno (attraverso gli occhi o le orecchie… Un film dell’orrore o una brutta notizia ad esempio), l’amigdala riceve prontamente il segnale d’allarme e la risposta del corpo non tarda ad arrivare…

ADRENALINA! ADRENALINA A MANCIATE!

la biochimica dell'ansia

La struttura dell’adrenalina

L’adrenalina è infatti un ormone coinvolto nella reazione “combatti o fuggi” che porta vari effetti come dilatazione dei bronchi, aumento della frequenza cardiaca e del volume di sangue pompato ad ogni battito, deviazione del flusso sanguigno verso i muscoli e il cervello e aumento della glicemia. Insomma, tutti i sintomi base dello stress.

L’adrenalina (nota anche come epinefrina) attiva talmente tanto il corpo che è correntemente usata, come tutte le persone fortemente allergiche tristemente già sapranno, nel trattamento dello shock anafilattico.

L’amigdala come abbiamo detto è un grande vantaggio evolutivo perché non solo analizza ciò che può essere un pericolo, ma ce lo fa anche ricordare!

A seguito di un evento traumatico infatti grandi dosi di adrenalina vengono rilasciate nel corpo, questo stimola la produzione di una seconda molecola, il cortisolo. Il cortisolo aiuta il cervello a trasformare il ricordo a breve termine in un ricordo a lungo termine (inserendo la cosa appena successa nella lista di “cose da cui stare alla larga”) e aiuta il corpo a combattere i danni dello stress, agendo come antinfiammatorio… Insomma, è dalla nostra parte.

la biochimica dell'ansia

La struttura del cortisolo

Ma l’ansia è più che un fenomeno istantaneo, è un “malfunzionamento” di questo sistema… Ti si attacca addosso… Come abbiamo detto si basa su connessioni con eventi già avvenuti e può rimanere lì per ore o addirittura giorni.

Se lo stress perdura nel tempo il cortisolo può diventare un terribile nemico, influenzando negativamente la memoria, il sistema cardiocircolatorio e (ahinoi) anche la vita sessuale.

In definitiva, l’ansia è qualcosa che può essere utile! Mette il corpo in attività, aiuta a rimanere concentrati e aiuta lo sviluppo della memoria. Il problema è quando diventa cronica! Per questo motivo è importante trovare un modo di “staccare” il cervello. Meditazione, lunghe dormite e tempo di qualità passato a rilassarsi sono le armi a nostra disposizione per combattere lo stress.

 

Fonte: Missione Scienza

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