La quarta dose di vaccino mRNA COVID-19 ripristina i titoli anticorpali al picco post-terza dose, ma la scarsa efficacia nella prevenzione delle infezioni da Omicron lievi o asintomatiche e l’aumento del potenziale infettivo aumentano l’urgenza dello sviluppo di vaccini di nuova generazione.
Secondo uno studio israeliano la quarta dose fornisce infatti poca protezione in più contro l’infezione alle varianti Omicron, suggerendo che i vaccini abbiano ormai raggiunto un limite superiore oltre il quale è ben difficile andare. “Non si può continuare ad aumentare le risposte anticorpali per sempre“, afferma Davenport.
Di fatto i livelli dopo la quarta dose non superano quelli osservati poco dopo la terza dose.
Balicer afferma che comunque: “la protezione aggiuntiva potrebbe fare una grande differenza per i gruppi ad alto rischio durante un’ondata di contagi”.
L’aumento relativamente piccolo dell’efficacia tra la terza e la quarta dose è probabilmente dovuto al fatto che la protezione offerta da tre dosi è “già abbastanza elevata”, aggiunge Davenport.
Gagandeep Kang, virologa del Christian Medical College di Vellore, India afferma “non credo che inseguire un numero sempre maggiore di dosi sarà la soluzione per Omicron o per le varianti future”.
Dobbiamo anche tener conto che ripetuti stimoli ravvicinati del sistema immunitario possono anche indebolire e far impazzire i sistemi di difesa.
A tale scopo si stanno facendo avanti nuovi studi su vaccini da inocularsi con spray nasale che da studi recenti sembrerebbero essere in grado di fronteggiare le varianti del coronavirus covid 19 e probabilmente di molti virus mRNA che si trasmettono per via aerea.
Le attuali iniezioni praticate sul braccio possono ancora prevenire gravi malattie, ma come si è constatato la loro capacità di scongiurare l’infezione è diminuita se non del tutto assente. Questo potrebbe dipendere da vari fattori tra cui l’alta variabilità e mutazione dei virus respiratori.
Quindi i ricercatori hanno spostato l’attenzione sulla via di inoculazione dei vaccini che deve corrispondere a quella in cui il virus entra in contatto per la prima volta con l’organismo: la mucosa nasale.
In un precedente articolo abbiamo scritto sui vaccini cubani Soberana 1, il Soberana 2 e Soberana plus, tutti e tre prodotti e sperimentati dal Finlay Institute e Abdala e Mambisa prodotti dall’Istituto di Biotecnologia e Genetica (CIGB), E proprio il Mambisa, è un vaccino a spray nasale.
Attualmente, ci sono otto vaccini nasali in fase di sviluppo clinico e tre in studi clinici di fase 3, in cui vengono testati su ampi gruppi di persone.
“Abbiamo a che fare con una minaccia diversa rispetto al 2020”, spiega Akiko Iwasaki, immunologa della Yale University. “Se vogliamo contenere la diffusione del virus, l’unico modo per farlo è tramite l’immunità delle mucose”.
Lo spray nasale invece attiva una popolazione separata di anticorpi conosciuti come immunoglobuline A (IgA). Questi popolano i tessuti spugnosi della mucosa del naso, della bocca e della gola, dove il coronavirus che causa COVID-19 arriva in prima battuta. Iwasaki paragona la somministrazione di vaccini sulla mucosa al mettere una guardia alla porta d’ingresso, invece di aspettare che l’invasore sia già dentro per attaccare.
La maggior parte dei vaccini attualmente autorizzati, compresi i nuovi vaccini genici ad mRNA per il SARS-CoV-2, sono stati sviluppati come iniettabili ed inducono risposte anticorpali IgG protettive; tuttavia, molto probabilmente non riusciranno a prevenire l’ingresso di agenti patogeni sulle superfici mucose.
I vaccini spray delle mucose invece inducono due strati di protezione immunitaria antigene-specifica e sarebbero l’ideale in quanto forniscono vantaggi significativi alla società.
Due aziende, Meissa Vaccines e Codagenix, si sono avvalse della biologia di sintesi per costruire una versione attenuata del nuovo coronavirus contenente centinaia di cambiamenti genetici che riducono drasticamente la sua capacità di replicarsi.
In un recente comunicato stampa, un gruppo di Codagenix ha riferito risultati promettenti del loro vaccino, CoviLiv, in una sperimentazione di fase 1. Lo spray ha indotto una forte risposta immunitaria contro le proteine condivise da diverse varianti di SARS-CoV-2, compresa la recente sottovariante Omicron BA.2.
Questo perché il vaccino addestra il sistema immunitario a riconoscere tutte le proteine virali, non solo la spike. CoviLiv sta passando alla sperimentazione avanzata sugli esseri umani, nell’ambito del Solidarity Trial Vaccines sponsorizzato dall’Organizzazione mondiale della Sanità, un gigantesco studio controllato e randomizzato su diversi nuovi vaccini per COVID-19.
Fonte: Rewriters