Il sole è indispensabile alla Vita ed è un prezioso alleato della nostra salute. L’esposizione al sole regola i ritmi circadiani degli esseri viventi attraverso la produzione di neurormoni e neurotrasmettitori, tra cui la serotonina, una sorta di antidepressivo naturale.
Il sole ha un ruolo benefico sia sulle difese immunitarie (azione immunostimolante), sia sull’infiammazione (azione antinfiammatoria). Una fisiologica esposizione al sole ha azioni positive anche sul tono dell’umore attraverso la produzione di endorfine, sostanze naturali che il corpo produce per fronteggiare non solo il dolore fisico, ma anche quello emozionale, come ad esempio quello derivante da periodi di stress, ansia e depressione. Alle nostre latitudini, una corretta esposizione al sole può rifornire una quantità di vitamina D sufficiente per tutto l’anno, in quanto fabbricata dalla pelle quando ci esponiamo al sole, anche involontariamente, come ad esempio durante una passeggiata all’aperto.
Che cos’è la vitamina D
La vitamina D è un pro ormone naturale simile al cortisone, e tra le sue tante funzioni, regola anche il metabolismo del calcio e del fosforo. Quasi tutte le cellule del corpo umano possiedono recettori per tale vitamina, indice della grande importanza che questo ormone steroideo riveste nella regolazione cellulare. Ogni cellula cutanea (cheratinociti, melanociti, sebociti) possiede milioni di recettori per la vitamina D, in quanto anche la cute è un importante target di questo importante ormone naturale.
Durante le ore diurne infatti la pelle fabbrica vitamina D non solo per il resto del corpo ma anche per sé stessa. Alcune manifestazioni cutanee di frequente riscontro in dermatologia (per esempio acne, dermatite seborroica, psoriasi, dermatite atopica) migliorano con l’esposizione al sole grazie anche alla maggior quantità di vitamina D a disposizione dei tessuti cutanei.
La vitamina D ha un’attività antinfiammatoria cortison-like, in quanto riduce i livelli di alcune citochine proinfiammatorie (interleuchine IL-2, IL-6, IL-17, IL-21) e inoltre modula l’attività dei recettori vanilloidi della pelle, responsabili della neuroin-fiammazione e della neurosensibilità di cute e mucose sensibili.
La vitamina D in dermatologia
In dermatologia la vitamina D viene utilizzata sia per via orale (integratori) che per uso topico (creme). Una volta entrata nella cellula, la vitamina D si lega al suo recettore provocandone la migrazione all’interno del nucleo, nel quale attiva la trascrizione dei geni responsabili della differenziazione e della proliferazione cellulare.
In Natura, la fonte più preziosa di vitamina D resta la graduale e corretta esposizione al sole. Quando è esposta al sole la pelle avvia la fotosintesi di eumelanine (abbronzatura) e di vitamina D. La cute si comporta come un ricetrasmettitore di onde elettromagnetiche, nel senso che oltre ad assorbire una frazione della luce solare, emette spontaneamente fotoni ultra deboli (biofotoni) secondo un ritmo circadiano.
Si tratta di fotoni con una lunghezza d’onda compresa tra 380 e 780 nm, e un’intensità luminosa 1000 volte inferiore a quella visibile a occhio, ma misurabile con un comune fotometro.
Ma è vero che il sole fa male? Come accade per molte cose presenti in Natura, anche con il sole occorre moderazione, nel senso che non bisogna oltrepassare i limiti della biologia e del buon senso. Un bicchiere di vino ai pasti è salutare, mentre un litro di vino al giorno danneggia il fegato.
Stesso discorso vale per l’esposizione al sole. Non sono d’accordo però con quanti sostengono che il sole è cambiato, o addirittura “malato”. Se non fosse per il sole ci saremmo già estinti, anzi, probabilmente non saremmo mai nati. Più che il sole, a essere cambiati rispetto al passato sono stati i nostri usi e costumi.
Un tempo si trascorreva molto più tempo al sole, ma si dava anche il tempo alla pelle di produrre un’adeguata quantità di melanina. Oggi, dopo un anno di ufficio, si passa in maniera brusca a qualche breve vacanza di sole “last minute” dalla quale non si può certo tornare non abbronzati.
Fonte: Scienza Conoscenza