La rivoluzione della longevità, se non è iniziata, è già diventato un potente trend da capitalizzare. Perché promette, a sempre a più persone, di passare dalla triste condizione di vecchi e malati a quella di ultra-vecchi e in buona salute. Stile di vita più sano, diagnostica preventiva, medicina personalizzata hanno permesso di raggiungere il traguardo degli 85 anni ormai da alcuni decenni. In più la vita media può raggiungere i 115 anni se lo sviluppo scientifico di alcune branche della medicina proseguirà alla stessa velocità degli ultimi anni.
Lo sviluppo della genomica e della cibernetica, la diffusione dell’approccio culturale del transumanesimo (evoluzionismo che include l’uso delle tecnologie) sono alcuni dei pilastri su cui si baserà il trend nel lungo periodo. Che ha un impatto valutato in circa nella crescita di consumi (nuova mobilità, gestione del risparmio e del tempo libero, strutture di residenza), di servizi per la salute (assistenza a distanza, wellness e bio food) e nello sviluppo di nuove tecnologie, l’intelligenza artificiale e la robotica. Le generazioni più anziane hanno capacità di spesa e fedeltà al marchio superiore alla media. Il patrimonio posseduto, infatti, dai 55 enni e oltre vale il 60% del totale negli Usa, contro il 28% della fascia 40-55 anni.
Secondo Oxford economics e Technopolis, per conto della Commissione Europea, nel 2015 la silver economy in Europa ha sostenuto oltre 4,2 trilioni di euro di pil e oltre 78 milioni di posti di lavoro. Le proiezioni dicono che entro il 2025, in Europa, il settore rappresenterà un mercato del valore di 5,7 trilioni di euro (quasi un terzo del pil dell’Unione Europea), generando lavoro per oltre 88 milioni di persone (quasi il 38% del totale dei lavoratori in Europa).
Prevenire è curare. Le curve dei costi della sanità sono scese drasticamente e nuove terapie rivoluzionarie sono diventate commercialmente scalabili. Ma il vero cambiamento è nell’approccio: tutta l’attenzione del settore si sta spostando dalla medicina reattiva a quella preventiva.
Tutto questo crea opportunità interessanti per gli investitori in quattro aree chiave di innovazione in ambito sanitario: genomica, medicina di precisione, procedure supportate dalla tecnologia e assistenza sanitaria digitale. Nel 1999, quando fu sequenziato il primo genoma umano, il processo richiese circa quattro anni, con un costo stimato di 0,5 miliardi di dollari. Oggi, il costo è di circa 600 dollari e l’operazione può essere completata in un solo giorno. La genomica, ossia la scienza della lettura, dell’analisi e della modifica dei genomi, ha registrato un’espansione e uno sviluppo rapidi rispetto alle fasi iniziali, creando così l’opportunità di ampliare le conoscenze su nuovi trattamenti e nuove cure.
Gli scienziati sono anche in grado di identificare le popolazioni che possono essere ad alto rischio di patologie legate a particolari geni.
Nella convergenza tra scienza dei dati e scienza di laboratorio si trova la medicina di precisione, ossia lo sviluppo di trattamenti e terapie personalizzate basate sul patrimonio genetico del paziente o su altre analisi molecolari o cellulari. La medicina di precisione può ampliare l’orizzonte delle terapie disponibili per i pazienti, come l’oncologia mirata e la terapia genica e cellulare. Tutto ciò ha importanti conseguenze per il trattamento delle malattie rare, che affliggono circa 30 milioni di persone solo negli Stati Uniti.
La chirurgia robotica, un settore da 6 miliardi di dollari, sta ottimizzando l’esecuzione delle esistenti procedure «minimamente invasive». Per la sostituzione di una valvola cardiaca fondamentale, ad esempio, i pazienti possono essere dimessi dall’ospedale il giorno successivo all’intervento, con un tempo di guarigione complessivo più breve.
Circa il 60% delle organizzazioni sanitarie – secondo un report di Goldman Sachs – si sono già collegate al crescente Internet of Medical Things (IoMT), l’ecosistema sanitario digitale attraverso il quale i dispositivi possono comunicare tra loro. A livello più ampio, l’IoMT è stato utilizzato anche per coadiuvare la risposta della sanità pubblica al covid-19.
I titoli della salute. Il settore della salute è la spina dorsale di una strategia di investimento di lungo periodo, per almeno due motivi. La prima ragione sta nella correlazione, molto elevata, tra l’andamento delle società del settore farmaceutico e biotech e le fasi di incertezza dell’economia. Negli ultimi 15 anni la performance dell’health care è quella più legata (per il 12%) a quella dell’indice Epu in una graduatoria che confronta dal 2007 l’indice Economic policy uncertainty con quelle di tutte le diverse asset class.
Il secondo motivo di attrazione è dato dalla fase attuale del ciclo economico, con alta inflazione, tassi di interesse elevati che ha imposto l’inversione dello stile di investimento. Gestori e trader preferiscono i titoli value (con business consolidato), alta qualità dei bilanci e società ad alta capitalizzazione.
Da qui la scelta del gestore dei fondi Decalia Silver Generation e Decalia Eternity di puntare sui titoli più significativi in ambito rispettivamente europeo e globale dei due portafogli. Tra questi un ruolo importante è quello riservato alla società di diagnostica e produttore di integratori Thorne che mostra una crescita annua dei ricavi del 34% dal 2019 con un margine lordo addirittura in crescita fino al 54% dal precedente 43%. Oltre alla presenza scontata nella top list di UnitedHealth, il gigante assicurativo Usa, il gestore Roberto Magnatantini ha aumentato l’esposizione in Argenx. «Una delle aree più promettenti – dice – della medicina di precisione è l’immunologia e l’autoimmunità in cui la società è leader mondiale. Efgartimond sarà la prima terapia sul mercato per la miastenia grave». Un caso di riconversione produttiva, infine, è quello che permette a Dassault di produrre tecnologie per la medicina dopo averlo fatto per l’aeronautica. E per questo di essere inserita nel portafoglio del gestore.
Fonte: ASSINEWS.it