Pioniera in esperimenti di questo tipo, Lynne Mc Taggart ha dedicato gli ultimi dieci anni della sua vita a porsi domande che la maggior parte della comunità scientifica ufficiale ritiene ridicole, ma un numero sempre crescente di ricercatori privi di pregiudizi e di ampie vedute vede come fondamentali: possono i nostri pensieri modificarele cose? L’effetto trasformativo di questi pensieri è tanto maggiore quanto più numerose sono le persone che li stanno pensando?
Il potere di questi pensieri è tale da poter guarire un altra persona o addirittura il mondo?
Per rispondere a queste domande, l’intraprendente conferenziera e scrittrice ha prima studiato tutte le ricerche disponibili sul rapporto mente materia (nel suo libro sulla scienza dell’intenzione i nomi di Popp, Tiller, Emoto, Radin, Sheldrake risuonano ad ogni pagina), poi ha messo insieme un gruppo di fisici, biologi, psicologi, neuroscienziati ed esperti di statistica delle più prestigiose università internazionali e diverse centinaia di persone che la seguono in tutto il mondo (i suoi lettori, coloro che la seguono sul sito e alle conferenze), per mettere in piedi il più grande esperimento mente-materia mai realizzato nella storia.
Era il 2006 quando Lynne McTaggart mise in piedi il suo primo esperimento sull’intenzione, coadiuvata dal grande biosifico tedesco Fritz Albert Popp, lo scopritore dei biofotoni: si trattava di un gruppo di volontari a Londra che dovevano meditare su un alga, l’Acetabularia, un organismo assolutamente semplice che era stato scelto da Popp quale candidato ideale per l’esperimento, che si trovava in Germania nei laboratori di Popp.
«Lavorare con l’Acetabularia – scrive Lynne nel libro La scienza dell’intenzione – consentiva di essere meravigliati testimoni della complessa morfologia della vita nella totalità di un unica cellula, abbastanza grande da essere visibile ad occhio nudo. (…) Usare l’Acetabularia come soggetto del test sarebbe stato analogo a collaudare un’automobile fatta di un’unica parte mobile, il che eliminava tutte le variabili proprie di una cosa vivante, con un inimmaginabile numero di processi chimici ed energetici in corso in ogni istante. (…) Durante il nostro primo esperimento di intenzione, Popp voleva esaminare l’alterazione della tenue luce emessa dalle alghe, infinitamente più flebile del tasso di crescita cellulare. Genericamente parlando, un aumento di fotoni indica che una forma vitale è sottoposta a strss, mentre una diminuzione indica che la sua salute è migliorata».
All’analisi dei dati prodotti dall’esperimento (la sua descrizione dettagliata si trova alle pagine 273 e seguenti el libro sopra citato) venne fuori che il piccolo sforzo di meditazione aveva creato un imponente effetto di guarigione, una significativa diminuzione di luVe vivente. E non soltanto: l’effetto prodotto da una distanza così grande risultò simile all’effetto esercitato da un guaritore esperto nella stessa stanza. L’intenzione del gruppo di meditatori aveva creato la stessa luce di un guaritore.
Il primo esperimento di intenzione per guarire un essere umano
Il 26 aprile 2014 è stato condotto l’esperimento che si è svolto in questo modo: Lynne ha lavorato con il dottor Fannin psicologo e neuroscienziato che ha dedicato molti anni mappando gli stati mentali di persone sofferenti di ansia, depressione o disordine da deficit di attenzione e iperattività. Due pazienti del dottor Fannin affetti da stress posta traumatico hanno gentilmente accettato di donare il loro tempo per un particolare esperimento: capire se il potere dei pensieri degli sconosciuti può avere un affetto di guarigione.
Gli sconosciuti in questione erano i fedeli lettori di Lynne che hanno accettato di partecipare in simultanea all’esperimento, da 93 paesi del globo.
Uno dei due volontari è stato scelto come target e l’altro come controllo e il dottor Fannin li ha collegati ad una macchina EEG in grado di monitorare le loro onde cerebrali. In base a una scelta casuale il target è stato definito in Todd Voss, un veterano della guerra del Golfo e dell’Afghanistan con disordine da stress post-traumatico. Kathy Martin, l’altro paziente, è stato scelto come gruppo di controllo.
Attraverso la rete Lynne e il gruppo di ricerca di Fannin hanno trasmesso via web in tempo reale ai meditatori sparsi nei 93 paesi un video in cui Todd raccontava la sua storia e hanno chiesto loro di dirigere la loro intenzione al fine di abbassare le onde alfa emesse dal cervello di Todd. Le onde emesse dal cervello umano hanno diverse frequenze: quelle molto lente (le delta e le theta) sono associate a stati di meditazione profonda e al sonno, le onde alfa sono quelle degli stati meditativi e della calma, quella beta sono legate al pensiero cognitivo di ogni giorno e le gamma ai momenti di alta concentrazione. Il dottor Fannin ha monitorato tramite l’EEG le onde cerebrali di Todd e Kathy prima dell’esperimento, durante l’esperimento, immediatamente dopo e alcune settikane più tardi, il 13 maggio.
Che cosa hanno messo in evidenza i risultati dell’esperimento?
– Le onde alpha emesse dal cervello di Todd si sono abbassate di tre deviazioni standard rispetto alla norma durante l’esperimento;
– le onde che segnalano la presenza del disturbo da stress post traumatico sono tornate normali durante l’esperimento;
– le onde alpha di Todd hanno iniziato a lavorare in fase durante l’esperimento, ovvero sono diventate coerenti;
– il fatto che questi effetti non si sono manifestati in Kathy ha dimostrato che non può trattarsi di effetto placebo.
I limiti dello studio e il “vero” risultato
I risultati iniziali dello studio sono stati davvero incoraggianti e hanno spinto Lynne a comunicarli in maniera entusiasta a tutti coloro che la seguono sul web. Purtroppo la McTaggart ha scoperto, a esperimento ultimato, un limite fondamentale insito nella sua progettazione. Il dottor Fannin, che ha dato il suo contributo all’esperimento in forma totalmente gratuita, ha proposto Todd ritenendolo il candidato ideale all’esperimento in quando Fannin aveva insegnato a Todd ad abbassare il livello delle sue onde alpha attraverso tecniche di biofeedback e Todd, che inizialmente aveva tratto beneficio da questo training, era ricaduto nella sindrome post traumatica. Purtroppo Fannin, prima dell’esperimento, non aveva comunicato a Lynne il fatto che Todd fosse in grado di influire sulle sue onde alpha: probabilmente non l’aveva ritenuto importante visto che Todd non ne aveva tratto beneficio in termini di guarigione.
Ma secondo Lynne McTaggart il vero risultato dell’esperimento non risiede nei dati dell’EEG di Todd. Anche se l’esperimento non può essere ritenuto “scientifico” nel senso classico del termine, esso mostra due risultati importanti che non possono che essere validati: Todd Voss, a distanza di settimane, si sente meglio, molto meglio. Inoltre moltissimi dei partecipanti all’esperimento, i meditatori, hanno avuto un’esperienza di profonda connessione con Todd e anche loro si stanno sentendo meglio.
Il 45% dei meditatori ha notato cambiamenti positivi nelle relazioni interpersonali dopo l’esperimento, un quarto dichiara di provare più amore nei confronti delle persone amate e un terzo dice di provare più sentimenti d’amore per tutti coloro con cui entra in contatto.
Le persone riportano anche di sentirsi meglio con i clienti, gli ex mariti e le ex mogli, i fratelli, i vicini, i colleghi di lavoro e i superiori. Hanno inoltre notato un incremento della consapevolezza e della chiarezza nelle relazioni sia con gli altri che con se stessi.
“Il cambiamento della relazione con mia sorella – scrive una partecipante – mi ha completamente sbalordita. Qualcosa è cambiato, soprattutto a livello della fiducia, del perdono del guardarci con occhi nuovi”.
“Mio marito mi guarda come se mi avesse incontrato ieri per la prima volta e questo è bellissimo! Ci sentiamo più in sintonia e siamo molto più complici”.
Il nuovo che avanza
Lynne McTaggart ha messo in piedi un nuovo esperimento che si è svolto il 24 maggio 2014, ma i risultati non sono ancora disponibili. Anche se la fatica per progettare e realizzare esperimenti di questo tipo è davvero tanta, la McTaggart è convinta che portare avanti ricerche di questo tipo sia fondamentale al fine di trovare le basi scientifiche di una nuova scienza.
«La nostra definizione di universo fisico come collezione di oggetti isolati – scrive Lynne ne La scienza dell’intenzione – la nostra definizione di noi stessi come niente altro che uno di quegli oggetti, addirittura la nostra comprensione più fondamentale del tempo e dello spazio dovranno essere rimodellate. Almeno quaranta scienziati di punta in centri di ricerca accademici in tutto il mondo hanno dimostrato che un trasferimento di informazioni ostante ha luogo tra tutto ciò che vive, e che le forme di pensiero non sono che un altro aspetto dell’energia trasmessa. centinaia di altri hanno offerto teorie plausibili che abbracciano anche gli effetti più controintuitivi, come l’influenza spostata nel tempo, ormi compatibili con le leggi della fisica.
Non possiamo più considerarci isolati dal nostro ambiente, né vedere i nostri pensieri come i meccanismi privati e indipendenti di un cervello individale. (…) Come osservatori e creatori, riplasmiamo continuamente il nostro mondo in ogni istante. Ogni pensiero che abbiamo, ogni giudizio, seppure inconscio, produce un effetto. Con ogni istante che nota, la mente conscia sta inviando un’intenzione.
Queste rivelazioni ci obbligano a ripensare non soltanto che cosa significhi essere umani, ma anche come relazionarci. Può darsi che dobbiamo riconsiderare l’effetto di tutto ciò che pensiamo, che lo esprimiamo o no ad alta voce. La nostra relazione con il mondo continua, anche se rimaniamo in silenzio.
Dobbiamo anche riconoscere che queste idee non sono più le riflessioni di alcuni eccentrici. Il potere del pensiero sostiene molte discipline ben accettate in ogni campo della vita, dalla medicina ortodossa e alternativa allo sport competitivo. La medicina moderna deve rendersi pienamente conto del ruolo centrale dell’intenzione nella guarigione. I medici parlano dell’effetto placebo come di un fastidioso impedimento alla dimostrazione dell’efficacia di un agante chimico: è ora di comprendere e utilizzare appieno il potere del placebo. La mente si è ripetutamente dimostrata una guaritrice ben più potente del più grande dei farmaci di nuova concezione.
Come comunità possiamo avere il potere di migliorare la qualità della nostra aria e acqua, il nostro tasso di crimini e incidenti, i livelli educativi dei nostri figli. Un unico pensiero ben diretto può essere un modo gentile ma efficace perché uomini e donne comuni prendano nelle loro mani le questioni di interesse generale.
Se iniziaremo la cogliere l’eccezionale potere della coscienza umana, evolveremo la comprensione che abbiamo di noi stessi come esseri umani in tutta la nostra complessità. ma ci sono ancora molte domande da fare sulla natura dell’intenzione. La scienza di frontiera è l’arte di indagare l’impossibile. Tutte le principali conquiste della nostra sono nate dall’essersi posti delle domande provocatorie. La vera scienza, che non teme l’esplorazione degli oscuti passaggi della nostra ignoranza, ha sempre inizio con una domanda sgradita, anche se non c’è alcuna prospettiva di una risposta immediata, e anche se la risposta minaccia di rovesciare ciascuna delle ultime credenze a noi tanto care».
Fonte: SC Scienza Conoscenza