Un recente studio condotto in USA ha rilevato una correlazione tra i geni che rendono gli individui più esposti al rischio di depressione e un’aumentata conta leucocitaria, fornendo un’ulteriore conferma al ruolo del sistema immunitario nell’insorgenza della patologia.
Secondo uno studio di associazione genetica condotto dai ricercatori del PsycheMERGE Network, i geni che aumentano la suscettibilità di una persona alla depressione si associano anche a una conta leucocitaria (WBC) aumentata. Anche se la base biologica della depressione rimane scarsamente compresa, la patologia risulta coerentemente associata a un aumento dei biomarcatori proinfiammatori. Tuttavia, i meccanismi alla base di tali associazioni rimangono poco chiari, spiegano gli autori dello studio su JAMA Psychiatry.
Lea Davis del Vanderbilt Genetics Institute di Nashville, Tennessee, e colleghi si sono serviti dei dati di quattro sistemi sanitari partecipanti al PsycheMERGE Network per esaminare l’associazione tra punteggi di rischio poligenico (PGS) di depressione e una serie di valori di laboratorio.
Ne è emersa un’associazione significativa tra PGS di depressione e conta leucocitaria aumentata. Questa correlazione è stata “replicata in maniera solida” nelle quattro biobanche indipendenti.
L’aumento del rischio poligenico di depressione si associava a una conta leucocitaria elevata “anche dopo il controllo per depressione, ansia, molteplici fenotipi di comorbilità, indice di massa corporea e fumo, suggerendo quindi che il PGS di depressione era un importante fattore di rischio per lo stato proinfiammatorio osservato nella depressione”, riferiscono i ricercatori.
Le analisi di mediazione indicavano un’associazione bidirezionale tra conta leucocitaria e depressione e i neutrofili coinvolti guidavano questa associazione. I risultati di randomizzazione mendeliana hanno supportato un possibile percorso causale da livelli aumentati di WBC al rischio più elevato di depressione, il che è in linea con il modello neuroinfiammatorio che ipotizza il contributo di un sistema immunitario attivato al rischio di sviluppare depressione.
Fonte: QuotidianoSanità.it